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Dieta mediterranea alleata (anche) dei malati di tumore

dieta

Siamo ciò che mangiamo. E a dircelo, ancora una volta, è la ricerca italiana. Oggi vogliamo dar conto di un lavoro frutto della collaborazione di diversi centri di eccellenza della Penisola, che si sono concentrati sugli effetti della dieta mediterranea dopo una diagnosi di tumore.

Parliamo di un vantaggio non da poco: le persone che avevano ricevuto una diagnosi per qualsiasi tipo di tumore e, nell’anno precedente all’ingresso nello studio, avevano adotatto un approccio a tavola ispirato ai principi della dieta mediterranea, vivono più a lungo rispetto a chi privilegia altri stili alimentari. E l’impatto è notevole: il rischio di mortalità risulta ridotto di oltre il 30%, come vedremo a breve.

Lo studio Moli-sani

Il lavoro, pubblicatto su ‘JACC CardioOncology’, è frutto dell’analisi dei dati di 800 connazionali adulti, monitorati attraverso un celeberrimo studio epidemiologico: il Moli-sani. Non è la prima volta che ne parliamo: si tratta infatti di un progetto partito nel marzo del 2005, che finora ha coinvolto circa 25.000 residenti in Molise. Obiettivo, conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori.

In pratica, Moli-sani ha trasformato un’intera Regione in un grande laboratorio scientifico. I partecipanti a questo particolare lavoro sono stati seguiti per oltre 13 anni. E per tutti loro erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari (e sulla salute).

Il team

La ricerca sulla dieta mediterranea dopo il tumore è stata realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO (acronimo di: Una rinnovata epideMiologia nutrizionale e Biologica pEr la salvaguaRdia della saluTe e la prevenziOne dei tumori), condotto dalla Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS – Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università Lum “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (BA).

Come ben sintetizza Licia Iacoviello, direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed e odinario di Igiene Generale e Applicata dell’Università Lum, “il messaggio principale di questo studio è che non bisogna mai smettere di fare prevenzione. Infatti i nostri dati mostrano che le persone che avevano avuto un tumore e che riferivano uno stile alimentare mediterraneo avevano un rischio di mortalità più basso di chi, invece, non aveva seguito la dieta mediterranea”. Un beneficio particolarmente evidente per la mortalità cardiovascolare.

Insomma, “tumori e malattie cardiovascolari, anche se apparentemente diversi – rileva Iacoviello – condividono gli stessi fattori di rischio”. E beneficiano entrambi di questa dieta dalle molte virtù.

Il tassello mancante

“Il ruolo protettivo della dieta mediterranea nella prevenzione primaria di alcuni tumori è ben noto in letteratura . Tuttavia, si sa ancora poco sui potenziali benefici che questo modello alimentare può avere per chi invece ha già avuto una diagnosi di tumore”, rileva Marialaura Bonaccio, prima autrice dello studio.

“I risultati della nostra ricerca indicano che le persone che avevano avuto precedentemente un tumore e riferivano, in base ad un questionario sulle abitudini alimentari, che nell’anno precedente il loro ingresso nello studio Moli-sani avevano seguito uno stile alimentare mediterraneo avevano, negli anni successivi, un rischio di mortalità più basso del 32% rispetto a chi invece non aveva seguito la dieta mediterranea. Il beneficio era particolarmente evidente per la mortalità cardiovascolare, ridotta del 60%”, continua Bonaccio, della Piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi e Irccs Neuromed.

Gli alimenti chiave

Ma come agiscono i cibi benefici? “La dieta mediterranea è composta principalmente da alimenti che sono fonti naturali di sostanze antiossidanti, come frutta, verdura e olio di oliva, che potrebbero spiegare il vantaggio riscontrato nei confronti della mortalità tumorale e cardiovascolare, che sappiamo essere ridotta da diete particolarmente ricche di questi composti bioattivi”, spiega Chiara Tonelli, presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi.

Insomma, il monitoraggio degli abitanti del Molise ci regala ancora una volta una preziosa raccomandazione: non è mai troppo tardi per adottare uno stile alimentare sano. E c’è da scommettere che la dieta mediterranea, preziosa anche in caso di tumore, non abbia finito di rivelare tutti i suoi segreti.

Dieta mediterranea tra sostenibilità e nutrigenomica

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