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Italia dell’acqua divisa in due. Ecco perchè le previsioni meteo sono più difficili

È interessante la fotografia che arriva dall’ultimo report Ispra sull’acqua nel nostro Paese, costretto a fare i conti con eventi climatici estremi – l’ultimo a Cogne – e la pesante siccità in Sicilia. Iniziamo col dire che, rispetto alla media del 1951, la risorsa idrica nella Penisola è calata del 18%: se nel 2022 abbiamo registrato il minimo storico, l’anno scorso c’è stata una ripresa. Ma il trend resta allarmante.

Ancora una volta, l’Italia del meteo e quella dell’acqua sono ‘divise’ in due, come sintetizza il ‘Sole 24 Ore’, con la Sicilia in rosso e il Centro-Sud in affanno, mentre il Nord non ha problemi di carenza ma, piuttosto, si trova a registrare – con preoccupante frequenza – l’impatto della violenza delle acque. Un trend che, oltretutto, sembra caratterizzare l’estate 2024.

Precipitazioni in calo

Cosa sappiamo per quest’anno? Da settembre scorso a maggio di quest’anno le precipitazioni risultano in forte calo nelle Marche, nel Lazio e nell’Umbria: gli esperti parlano di un 30% sotto la media del periodo 1991-2020. Ma sono proprio le medie storiche ad essere ‘saltate’, complicando le previsioni meteo. A spiegarlo è stato Luca Baione, Generale dell’Areonautica militare e rappresentante italiano dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, al recente evento AQUAE! a Roma

Addio alle serie storiche

Il fatto è che oggi abbiamo molte più sonde in cielo che ci regalano una mole di dati meteo estremamente più ricca rispetto al passato, ma le ‘serie storiche’ che aiutavano gli esperti a leggerli sono saltate per colpa dei cambiamenti climatici, ha detto Baione. Pensiamo solo che tra il 2022 e i primi cinque mesi del 2023, in Italia – ha calcolato la Società italiana di medicina ambientale – si sono registrati 432 eventi atmosferici estremi (che hanno causato ingenti danni all’economia del Paese).

Come ha spiegato Baione oggi “si registrano molti più danni rispetto al passato. E le serie storiche su cui si basavano i dati per le previsioni meteo purtroppo non sono più attendibili; l’atmosfera ha cambiato le sue dinamiche. Un esempio fra tutti? L’anticiclone delle Azzorre, che portava il bel tempo, oggi non c’è poiché – ha spiegato Baione – è occluso dall’anticiclone Africano, portatore dell’aria calda. Anche la temperatura media del Mediterraneo è aumentata più quella della Terra”, e questo favorisce, a sua volta, i recenti  eventi atmosferici estremi.

Insomma, nonostante le tecnologie, le previsioni meteo sono sempre più complesse. “Nel mondo sono 600 milioni i dati meteorologici rilevati ogni giorno. Eppure, ne viene sfruttato solo il 15%. La previsione spesso arriva dopo l’evento”, ha concluso Baione.

Instabilità diffusa

Nel frattempo, sul fronte del meteo, gli esperti prevedono un tempo fortemente instabile nelle prossime ore, con piogge, temporali e temperature in calo. Poi, da giovedì, l’anticiclone delle Azzorre dovrebbe riportare stabilità nel nostro Paese.

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