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Fascicolo sanitario elettronico, istruzioni per l’uso

fascicolo sanitario elettronico

Il fascicolo sanitario elettronico 2.0 “è un’innovazione che porterà miglioramenti per noi medici e per i pazienti”. Parola di Pierino Di Silverio, segretario Anaao-Assomed, che analizza questo strumento ‘chiave’ per la sanità, parlando con Fortune Italia. Ne avrete sentito parlare: il fascicolo sanitario elettronico 2.0 sta prendendo forma. Vediamo meglio come.

Fascicolo sanitario elettronico 2.0, il Governo gioca d’anticipo

Le opposizioni

Il 30 giugno è scaduto il termine per opporsi al caricamento dei documenti clinici precedenti il 19 maggio 2020. Ebbene, a dire no – si legge su ‘Quotidiano Sanità’ – sono stati 283mila italiani, lo 0,47% della popolazione. Il record delle opposizioni arriva da Lombardia (la più numerosa in termini di popolazione) e Veneto, rispettivamente con oltre 44mila e 42mila domande, seguite dal Lazio con oltre 32mila. Fanalino di coda: Molise con 848 e Valle d’Aosta, con 566 richieste di opposizione. Ma come funziona questo strumento digitale e quali sono le tempistiche previste?

A cosa serve

Iniziamo col dire che il fascicolo sanitario elettronico metterà a sistema i dati sanitari di oltre 60 milioni di italiani e può contare su un finanziamento di 1,3 miliardi di euro, di cui 300 milioni sono dedicati al potenziamento infrastrutturale digitale delle regioni. Al progetto Fse e telemedicina è dedicato circa il 40% del fondo destinato alla Missione 6 Salute del Pnrr.

“Avremo a disposizione costantemente tutti i dati sanitari e la storia clinica del paziente – sottolinea il leader Anaao – e questo ci permetterà di ridurre i tempi di anamnesi, avendo un quadro chiaro delle patologie pregresse. Ciò favorisce una vera presa in carico del paziente. Per quest’ultimo – aggiunge Di Silverio – ci sarà il vantaggio enorme che il medico che avrà di fronte, in qualsiasi circostanza e in qualsiasi luogo, avrà la possibilità di capire al di là dell’anamnesi patologica, ovvero l’interrogatorio che facciamo sempre, da che presupposti si parte con dati alla mano: che allergie o intolleranze ci sono, che terapie sono state prescritte, quali patologie sono state diagnosticate. Ora è importante andare avanti in fretta”.

Anche perché il fascicolo sanitario elettronico consentirà una maggiore appropriatezza delle cure,  riducendo il rischio di duplicazioni di esami e prescrizioni non necessarie, migliorando la tempestività e l’efficacia dell’intervento. Ad accedervi non saranno solo i medici di famiglia e ospedalieri, ma anche i pazienti, che tramite internet potrenno consultare in qualsiasi momento i propri dati medici, le prescrizioni e i referti. Al Fascicolo sanitario elettronico si accede attraverso credenziali Spid, Cns o Cie. 

I tempi

Entro dicembre 2024 sarà accessibile a tutti i cittadini di tutte le Regioni italiane la possibilità di pagamento dei ticket sanitari, la prenotazione di visite ed esami, la scelta o revoca del medico e la consultazione dei referti, ovvero di esami e diagnostica per immagini.

In un prossimo futuro si potrà contare sull’interoperabilità del fascicolo sanitario elettronico 2.0: lo scambio transfrontaliero dei dati sanitari tra Paesi Ue. In questo modo, una ricetta per ottenere un farmaco generata in Italia sarà spendibile in tutta Europa. Questo è un esempio degli obiettivi di un grande investimento digitale, che si rafforza e completa con l’Ecosistema dei Dati Sanitari, il cui completamento è previsto per il 2025.

Sono stati realizzati due strumenti, ovvero un cruscotto per condividere i dati con le Regioni e uno  per condividere i dati con tutta la cittadinanza sull’avanzamento dei lavori e sui servizi del fascicolo sanitario elettronico.

A che punto siamo

“I dati forniti dal cruscotto di monitoraggio del Dipartimento per la Trasformazione Digitale ci dicono che la cultura della sanità digitale sta facendo grandi progressi – ha puntualizzato di recente il ministro della Salute, Orazio Schillaci – Nella maggioranza delle regioni sono già attivi i servizi di base. Nell’81% delle Regioni si può scegliere/revocare il medico di famiglia, nell’81% si possono richiedere o rinnovare le esenzioni, nel 71% si prenotano prestazioni nel Sistema Sanitario Nazionale, nel 67% si possono anche pagare ticket e prestazioni”.

Le sfide

Tutto bene, allora? “Siamo consapevoli del fatto che ci saranno delle problematiche: almeno il 54% delle aziende sanitarie e degli opsedali – dice Di Silverio – non hanno infrastrutture tecnologiche adeguate, e in questo momento ci sono sistemi diversi a livello della stessa regione che non dialogano fra loro. Poi – aggiunge il medico – c’è il tema della privacy: si parla molto di compravendita illegale di dati, ma bisogna far capire al cittadino che in questo caso è importante dare accesso ai propri dati sanitari, perchè altrimenti il fascicolo sanitario elettronico non darà gli effetti desiderati”, conclude il responsabile Anaao Assomed. Il ricordo dell’App Immuni è ancora fresco.

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