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I cinque pilastri fondamentali della comunità: istruzione, lavoro, previdenza, salute e finanza

Quello che segue è un sunto della ricerca realizzata dagli studenti della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, con il supporto di Intesa Sanpaolo, che analizza gli articoli 3, 32, 37, 38 e 47 della Costituzione italiana nell’ottica delle pari opportunità e dell’uguaglianza nell’accesso ai servizi. Obiettivo: la creazione di una società più equa, inclusiva e resiliente.

L’attuale scenario economico e geopolitico è caratterizzato da una complessa intersezione di crisi globali, che hanno scosso le fondamenta socioeconomiche di molte realtà nazionali. Nello specifico, l’Italia si è trovata ad affrontare sfide straordinarie, le cui conseguenze continuano a impattare in modo significativo sulla produttività economica e sulle dinamiche sociali del Paese.

In un contesto di tal fatta, in continua e rapida evoluzione, la tutela dei diritti fondamentali assume un ruolo cruciale per garantire la coesione sociale e il benessere dei cittadini. Istruzione, lavoro, previdenza, salute e risparmio rappresentano i pilastri su cui costruire una società più equa e giusta, dove ogni individuo abbia la possibilità di realizzarsi pienamente e contribuire al progresso collettivo.

Istruzione: la chiave dell’inclusione

Strumento cardine per una società più equa è senza dubbio l’istruzione, ingrediente fondamentale per livellare condizioni di partenza disomogenee, incidendo positivamente sulla mobilità sociale. L’offerta di istruzione pubblica di qualità, dagli asili nido fino agli studi post-universitari, si qualifica come conditio sine qua non per contrastare le disparità e consentire l’integrazione sociale. Risulta allora indispensabile intervenire sulle principali criticità che affliggono il sistema di istruzione italiano: l’alto tasso di abbandono anticipato dello studio e il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Per contrastare tali fenomeni, occorrono misure di lungo periodo, che vadano ad incidere, come proposto dal PNRR, sull’offerta di posti negli asili nido, sull’accesso all’università e il rafforzamento degli strumenti per il trasferimento tecnologico.

 Salute: una maggiore sinergia fra pubblico e privato

Un cambio di paradigma è necessario anche nel settore sanitario: bisogna, infatti, rifuggire da una logica che vede una distinzione netta tra il Sistema Sanitario Nazionale e l’assistenza sanitaria integrativa e puntare, invece, su una maggiore sinergia fra settore pubblico e privato.

A bene vedere, la collaborazione tra organizzazioni sanitarie private e il sistema pubblico può portare ad un utilizzo più efficiente delle risorse e ad un miglioramento complessivo dell’assistenza sanitaria. Tutto questo richiede, però, che le parti in causa riconoscano reciprocamente gli interessi di cui sono portatrici, convergendo su obiettivi di salute per territori omogenei, condividendo linee guida e procedure cliniche e garantendo la continuità assistenziale.

 Lavoro: la sfida della parità di genere

Una sfida ancora aperta in Italia e all’estero è rappresentata dalla disparità tra uomini e donne in termini di opportunità, diritti e retribuzioni nel mondo del lavoro. Non si tratta solo di una questione di giustizia sociale, ma di un fattore cruciale per la crescita economica: le aziende con una forza lavoro diversificata e inclusiva sono più innovative e performanti. L’urgenza del tema emerge anche dal PNRR, che qualifica la parità di genere quale priorità trasversale in termini di inclusione sociale. L’obiettivo della riduzione del gap fra uomini e donne richiede, tuttavia, un impegno pluriennale e il coinvolgimento di tutti gli attori sociali nella promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro e nella riduzione del numero delle inoccupate e inattive.

Previdenza: il rilancio del modello complementare

La situazione attuale richiede, poi, un dibattito sul sistema pensionistico, che vive da anni una situazione di disequilibrio tra le giovani generazioni (lavoratori attivi contribuenti) e quelle anziane (pensionati percettori).

Le prospettive per i giovani lavoratori sono incerte: se non verranno adottate misure correttive, restituendo sostenibilità a un sistema previdenziale basato sullo scambio generazionale, molti giovani saranno condannati ad un assegno pensionistico di sussistenza e ad un ingresso nella vita pensionistica ritardato. In tale prospettiva, occorrerebbe promuovere la stabilità del lavoro, incoraggiare l’integrazione previdenziale, favorendo la sottoscrizione di piani di previdenza complementare privata e, in definitiva, riformare il sistema previdenziale nel suo complesso, rendendolo più equo e sostenibile.

Il risparmio: il valore aggiunto dell’educazione finanziaria

Le recenti crisi globali, infine, hanno rivoluzionato non solo il nostro modo di vivere e lavorare, ma anche le nostre scelte di consumo e di risparmio. Tale cambiamento ha reso evidenti l’irreversibilità di certe trasformazioni e, soprattutto, l’importanza di una buona educazione finanziaria.

La spinta verso una maggiore consapevolezza del valore della finanza, però, ha radici più profonde, innestandosi su una carenza storica della società italiana, che da lungo tempo è arretrata rispetto ai principali Paesi europei in termini di educazione finanziaria. Ciò è tanto più preoccupante se si consideri che l’Italia è ai primi posti al mondo per risparmio privato, secondo i dati riportati dalla Banca d’Italia.

Conclusioni

Come visto, per migliorare il livello di benessere è necessario uno sforzo sinergico da parte di tutti gli attori sociali: il Governo e le istituzioni pubbliche dovrebbero investire per creare un sistema di welfare più efficiente e inclusivo; le aziende dovrebbero offrire condizioni di lavoro dignitose e promuovere la parità sul lavoro; i singoli individui dovrebbero assumere maggiore consapevolezza dell’importanza del proprio benessere, responsabilizzarsi nella gestione delle proprie finanze e partecipare attivamente alla vita sociale e politica.

La ricerca è stata coordinata da: Ida Giordano e Anna Paiano.

Hanno partecipato alla stesura: Cristiano Abbagnano, Caterina Clarke Manfredi, Pasquale Colonna, Gennaro Esposito, Giusy Esposito, Fabrizio Iannoni, Benedetta La Corte, Daniele Marandola, Stefano Martino Ventura, Carla Maria Milisenna, Alfonso Montagnese, Stefano Pierini, Manfredi Pinelli, Fabiana Rigirozzo, Federico Ruggiero, Benedetta Samoncini, Beatrice Staiano, Giovanni Maria Tosi.

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