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Farmaceutica, perchè il sorpasso della Cina deve preoccuparci

Cina Europa farmaceutica

Cambia la classifica della farmaceutica a livello globale. Per la prima volta la Cina ha superato l’Europa nello sviluppo di nuovi farmaci e ora tallona gli Stati Uniti. Uno scatto in avanti letto come  un “segnale davvero preoccupante” dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, che sul ‘Sole 24 Ore’ analizza le prospettive per il pharma.

Che sta succedendo? Sul fronte dello sviluppo di nuovi farmaci la Cina ha surclassato il Vecchio Continente: delle 90 nuove molecole arrivate sul mercato l’anno scorso, 28 sono made in Usa, 25 arrivano dalla Cina e solo 17 dall’Europa.

Un terremoto, se pensiamo che fino al 2000 l’Europa era prima in questa speciale classifica dell’innovazione. “È un segnale davvero preoccupante: significa che l’Europa non riesce a essere più attrattiva e a difendere le proprie competenze e la capacità di fare ricerca e sviluppo. Purtroppo, ancora troppo spesso non si capisce fino in fondo il valore della farmaceutica, non solo per la salute dei cittadini, ma anche per l’economia europea”, nota Cattani.

L’Italia del farmaco

E l’Italia? Il nostro Paese ha archiviato una performance solida nell’ultimo anno, a partire dall’incremento dell’export, che secondo l’Istat ha superato i 49 miliardi di euro nel 2023, “con una produzione di oltre 50 miliardi. È il dato più alto di sempre, con una crescita di quasi il 3% rispetto al 2022 e di quasi il 90% negli ultimi 5 anni”, aveva rilevato nei mesi scorsi Cattani. Ma anche in questo caso la parola d’ordine è crescere. E per farlo occorre attrarre investimenti.

La competizione e i nuovi attori

Insomma, il mercato è globale e la competizione si fa sempre più agguerrita per un settore, quello degli innovativi, che vale “duemila miliardi di dollari di investimenti da qui al 2027“, come precisa Cattani.

Non certo è la prima volta ma, alla vigilia della prossima Assemblea pubblica in programma il 4 luglio a Roma, dalle pagine del quotidiano economico il presidente di Farmindustria torna a criticare la proposta di legislazione farmaceutica europea. “L’auspicio è che questa riforma sia completamente riformulata: bisogna ripartire da zero, andando nella direzione opposta a quella che si è deciso di imboccare e cioè allungando il periodo di tutela della proprietà intellettuale, invece che riducendola come chiede il pacchetto di norme Ue che taglia di due anni la data protection”.

Altrimenti, ragiona il numero uno degli industriali del farmaco, “rischiamo di essere ancora meno competitivi rispetto agli Usa e ad aree come quelle dell’Oriente o dei Paesi arabi che stanno crescendo a vista d’occhio. Ricordiamoci che l’Europa già sconta condizioni difficili sull’approvvigionamento di energia e materie prime. Su queste minacce – conclude – il nostro Governo ha compreso l’importanza della partita che si sta giocando e si è speso per fermare questa riforma”.

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