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Mappe dei tessuti in 3D per cure di precisione

riceca farmaci
Adyen Articolo
Velasco25

La tecnologia è sempre più spesso protagonista in medicina. Lo dimostra uno studio internazionale, coordinato dai ricercatori della Sapienza, che mostra come creare mappe accurate dei tessuti in 3D per identificare le interazioni molecolari e fare passi avanti a supporto della medicina di precisione. 

Il metodo, battezzato Open Spatial Transcriptomics (Open-ST), permette di generare una mappa tridimensionale delle cellule dei vari tessuti con l’obiettivo, come si legge su ‘Cell’, di migliorare la comprensione della fisiologia e sviluppare nuovi approcci di medicina di precisione.

Il lavoro, firmato da ricercatori di Sapienza, Institute for Medical Systems Biology di Berlino e Università degli Studi di Milano-Istituto Fondazione Oncologia Molecolare, è stato finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Centro Nazionale “Sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna”. Un lavoro che, sottolinea Elisabetta Ferretti del Dipartimento di Medicina Sperimentale della Sapienza, pone le basi per la conoscenza di “nuove molecole di Rna, utili per lo sviluppo della terapia genica e la definizione di biomarcatori per la diagnosi e gestione del paziente nell’ambito della medicina di precisione”.

Il sistema permette lo studio tridimensionale dei componenti cellulari attraverso una precisa sequenza di passaggi sperimentali. Per mostrare la bontà e l’efficienza del loro metodo, gli scienziati hanno testato il sistema su vari tipi di tessuti, anche tumorali. Al centro dello studio ci sono i trascritti di Rna, delle molecole che trasmettono all’interno della cellula delle informazioni contenute nei geni. Come spiega Elena Splendiani della Sapienza, prima autrice dello studio, queste “sono molecole fondamentali per la trasmissione delle informazioni contenute in ciascun gene. Misurare la loro quantità con la nuova tecnologia Open-ST permette non solo di definirli in modo accurato ma anche di conoscere la loro distribuzione nello spazio 3D fino a livello intracellulare in ogni singola cellula permettendo di ricavare nuove informazioni su posizionamento e comunicazione tra cellule”.

Lo studio “ha evidenziato che in un solo tumore ci sono 10 tipi diversi di cellule tumorali, definendo dettagli della eterogeneità dei tumori mai descritti in precedenza” ha aggiunto Giuseppe Macino, emerito della Sapienza e presidente della Fondazione Forge di Udine. Conoscere a fondo la realtà è la chiave per sviluppare terapie innovative e sempre più mirate.

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