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Il monito di Panetta a Helsinki e la bocciatura di Bulgaria e Romania: per loro niente eurozona

Nel giorno in cui il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta mette in guardia dal rischio di una nuova “ondata di shock” legati all’ “aumento dell’incertezza politica all’interno dei Paesi”, la Bce pubblica il rapporto biennale sui progressi verso l’adozione dell’euro realizzati in Bulgaria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Ungheria e Svezia. Ora, al di là del dettaglio che Budapest e Stoccolma si tengono stretta la propria moneta nazionale (neanche la Polonia, governata dall’europeista Donald Tusk, ha in programma di abbandonare lo zloty), il rapporto sbarra la strada, almeno per ora, all’ingresso di Bulgaria e Romania, loro sì interessate ad entrare nell’area della “single currency”.

Bce e Commissione europea, infatti, hanno rilevato che i due Paesi affacciati sul Mar Nero – tra i più poveri dell’Ue – hanno un livello di inflazione troppo elevato rispetto al resto del blocco e hanno espresso dubbi sugli impegni dei rispettivi governi nel contrasto dei reati di corruzione e riciclaggio. In altre parole, i sogni di Sofia e Bucarest di seguire le orme della Croazia, divenuta agli inizi dello scorso anno il ventesimo Paese membro dell’eurozona, subiscono una battuta d’arresto. Interessante quanto riporta il Financial Times: a dispetto dell’orientamento del governo, i cittadini bulgari sono spaccati sul tema: nei sondaggi il 49 percento sarebbe favorevole all’ingresso nell’euro e una percentuale analoga sarebbe invece contraria.

In occasione della terza Conferenza di International Monetary Policy, tenutasi oggi a Helsinki sotto l’egida della Bank of Finland, il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha evidenziato come, dopo anni di bassa inflazione, l’area euro abbia affrontato un “aumento eccezionale dei prezzi tra il 2021 e il 2023”. Panetta ha esortato le banche centrali a usare prudenza, “festina lente” è l’espressione che ha adoperato: bisogna agire presto ma con prudenza. All’indomani del primo taglio dei tassi annunciato, lo scorso 6 giugno, dalla Bce di Christine Lagarde, per il numero uno di Bankitalia la cautela è d’obbligo. “Il mio messaggio principale – ha proseguito – è che il processo di disinflazione richiede due ingredienti. Dobbiamo continuare ad apportare aggiustamenti ai tassi per completare il processo e raggiungere in modo fluido il nostro target di inflazione del 2 percento, in uno scenario in cui le nostre stime si stanno rivelando ampiamente corrette”.

L’inflazione, la più iniqua delle tasse perché colpisce tutti indistintamente, resta in Europa un tasto dolente e delicatissimo per governi e banche centrali. Pensate che a Sofia i prezzi stanno aumentando del 5,1 percento all’anno, 1,8 punti percentuali in più rispetto al limite consentito per entrare a far parte dell’Ue. L’inflazione è un tallone d’Achille, in primo luogo, perché è enormemente impopolare, dal momento che riduce il potere d’acquisto delle persone con effetti regressivi (chi ha di meno è colpito in misura maggiore). L’inflazione, dunque, può creare e distruggere il consenso.

In secondo luogo, l’eurozona nasce, venticinque anni fa, tra polemiche ancora insuperate, nel nome della futuribile convergenza economica tra Paesi con caratteristiche e squilibri macroeconomici differenti. La propaganda no-euro, per anni, ha gridato contro la moneta unica come la causa di tutti i mali; gli europeisti duri e puri invece hanno difeso l’euro come il Sacro Graal, facendo prevalere il dogmatismo sul pragmatismo. Oggi, per fortuna, nessuno si sogna di dire pubblicamente che si dovrebbe uscire dall’euro (forse qualcuno lo sogna a notte fonda, ma i sogni non si possono proibire). Eppure è evidente a tutti che qualcosa, nel futuribile processo di convergenza, non ha funzionato: la moneta unica, così congegnata, ha acuito le distanze tra stati anziché accorciarle, e le nuove norme del Patto di stabilità sono una camicia di forza per taluni Paesi e una passeggiata di salute per altri. Anche di questo dovrà ragionare l’Europa di domani.

 

 

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