GILEAD
Leadership Heade
Poste Italiane

Malattie infiammatorie dell’intestino, in cerca di una dieta che ‘cura’

malattie croniche intestino

Non solo microbiota. Più la scienza avanza, più si aprono spiragli importanti per l’alimentazione “su misura” per chi soffre di malattie infiammatorie intestinali croniche, le cosiddette Mici, come il Crohn e la colite ulcerosa. E allora? Allora per le oltre 250.000 persone che fanno i conti con patologie di questo tipo, oltre ai farmaci che lo specialista può scegliere caso per caso, ecco che nutrirsi correttamente può diventare basilare non solo in chiave di controllo della malattia, ma anche di prevenzione.

Con spiragli che fanno pensare addirittura a possibile terapie nutrizionali specifiche. Per andare avanti, ora, ci vuole una condivisione di conoscenze e competenze, anche per non cadere in quelle che gli esperti definiscono diete “fai da te” che non hanno magari senso. E bisogna ricordare quanto e come contino gli aspetti legati alla scienza dell’alimentazione e alla capacità di counselling, in un modello interdisciplinare destinato a diventare sempre più significativo.

Un primo, importante passo su questa strada di alleanze che vedano uniti pazienti, sanitari, Istituzioni e mondo dell’industria arriva su questo fronte dall’Aula Magna del Campus Santa Monica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Cremona, dove sono stati presentati, sulla scorta di evidenze scientifiche disponibili, i primi abbozzi di Raccomandazioni sull’alimentazione nella gestione di queste patologie. Sono state infatti presentate le prime Raccomandazioni sulla nutrizione nelle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali nell’adulto e nel bambino che risultano di fondamentale importanza, anche perché fino ad ora mai stilate.

L’iniziativa è stata patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità, dalla Società scientifica IG-IBD, dalla SINPE (Società italiana di Nutrizione artificiale e Metabolismo), AIGO (Associazione italiana Gastroenterologi & Endoscopisti digestivi ospedalieri), e ASAND (Associazione scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica) ed è promossa ed organizzata dall’Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, AMICI Italia in collaborazione con la SIGENP (Società di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica) e con l’EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. AMICI Italia riunisce sul territorio nazionale le persone affette da Colite Ulcerosa e Malattia di Crohn, i loro familiari e tutti coloro che condividono il valore della salute e il vincolo di solidarietà sociale.

I pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino hanno un estremo bisogno di avere accesso a informazioni chiare e puntuali sul regime alimentare da seguire. Da un’indagine condotta da AMICI Italia è emerso che solo il 24,96% degli intervistati (su un campione di 1118 pazienti in tutta Italia) ha ricevuto un consulto nutrizionale al momento della diagnosi o nelle fasi acute della malattia. Ma non basta. Da due questionari sulla consapevolezza dei pazienti e dei medici, il primo sulla comprensione delle informazioni sulla dieta nelle MICI basato sulla Food Literacy (si riferisce alla capacità di comprendere e utilizzare le informazioni riguardanti il cibo per fare scelte alimentari sane e sostenibili), è emerso che i pazienti vogliono prevalentemente trovare informazioni sugli alimenti da assumere durante uno stato di malessere o di malattia, come preparare gli alimenti da assumere durante uno stato di malessere o di malattia, quale dieta sia più idonea in caso di malessere o durante una malattia, l’affidabilità delle informazioni raccolte sulle proprietà nutrizionali degli alimenti che intendono acquistare.

Da un secondo questionario (“Crohn- viviamo: alimentazione e nutrizione dal punto di vista dei pazienti e dei loro clinici”) è emerso che il 50% dei pazienti ha consapevolezza della malattia, ma potenzialmente scarsa autonomia nel navigare sul sistema sanitario. Quasi due pazienti su tre (il 63%) affermano di seguire, attualmente, uno specifico regime alimentare. La percentuale è significativamente più alta tra quanti hanno una sintomatologia grave (74%), ma non varia tra le due diagnosi principali.

La maggioranza dei partecipanti ha riportato che il regime alimentare non gli è stato, di fatto, consigliato da nessuno: è infatti la somma di un lungo processo per prove ed errori, fatto di esperienza, autoregolazione e di ‘ascoltare il proprio corpo’.

La maggioranza dei pazienti è abbastanza soddisfatta dei consigli sull’alimentazione forniti dal proprio gastroenterologo (70%): poco meno del 40% riporta di esserne molto soddisfatta. In generale, la maggior parte dei medici intervistati riporta di consigliare ai propri pazienti con Mici un regime alimentare specifico solo ad alcuni pazienti (64%). Il 21% invece lo consiglia alla maggior parte o a tutti. Il rimanente 15%, invece, non consiglia un regime alimentare a nessun paziente.

Per questo questa “prima pietra” condivisa, attraverso raccomandazioni generali che ora andranno ampliate, espanse e soprattutto portate a tutti i livelli, diventa una risposta ai bisogni. Perché bisogna fare in modo che, come diceva Ippocrate, il cibo “diventi la medicina. E che la medicina sia il cibo”.

Gileadpro
Leadership Forum
Poste Italiane

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.