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Le strategie di Epoch per il consolidamento internazionale nel mercato dei giocattoli

Storico produttore di giocattoli con sede in Giappone, Epoch è noto in tutto il mondo per le serie Sylvanian Families e Aquabeads. Dal 2019 il brand è presente anche in Italia e prosegue, anno dopo anno, il suo consolidamento internazionale. Con Matteo Dalla Villa, Country Manager di Epoch per l’Italia, abbiamo approfondito strategie e piani di sviluppo di Epoch Group, analizzando lo stato dell’arte del mercato italiano e le trasformazioni che lo stanno attraversando, fra l’avanzamento inarrestabile del digitale e il ritrovato entusiasmo per il gioco da parte degli adulti.

Dalla Villa, quanto vale il mercato dei giochi in Italia?

Il mercato dei giochi in Italia vale circa 1 miliardo di euro. Si tratta di un mercato tendenzialmente stabile, che non subisce grandi stravolgimenti. Negli ultimi anni, però, ha avuto un’evoluzione, dovuta perlopiù a due fattori. La prima è il decremento della natalità, che ha avuto un’impennata dopo Covid-19. D’altro canto, con la pandemia, anche gli adulti hanno ripreso a giocare. Questi due fenomeni hanno fatto sì che il mercato rimanesse nel complesso stabile. Oggi il 70% dei giochi sono per bambini e il 30% per adulti: giochi in scatola, da tavolo, ma anche gadget da collezione e anime.

Crede che la digitalizzazione massiva della società abbia ridotto la fascinazione per il gioco fisico? 

Gioco fisico e gioco digitale si combinano insieme. Spesso il gioco fisico prevede una versione digitale e viceversa. All’interno delle figure Panini, per esempio, c’è una card che consente di scaricare il pacchetto elettronico. Oggi però il tempo dedicato al gioco fisico è diminuito rispetto al passato, a vantaggio di tv e gioco digitale. 

In che modo la digitalizzazione ha rivoluzionato il marketing?

Quando sono entrato in questo mercato nel 2005, la pubblicità veniva veicolata soltanto per mezzo della televisione, soprattutto su Italia 1 e in maniera residuale su Rai 2, i canali che trasmettevano i cartoni animati. Poi è arrivato il digitale terrestre, con un numero maggiore di canali fra cui dividere la pubblicità. Negli ultimi anni, infine, è aumentato il peso di Youtube e delle piattaforme di streaming. Oggi ormai gli investimenti in comunicazione riguardano più il digitale che la televisione lineare, che ha perso appeal sui più giovani. 

Quali sono i piani di sviluppo di Epoch? 

Epoch fattura circa 350 milioni di dollari nel mondo e ha piani di sviluppo per mezzo miliardo nei prossimi 4-5 anni. Anzitutto prevede di incrementare il numero di Paesi in cui è presente direttamente; la filiale italiana è stata aperta nel 2019, l’anno scorso è stato il turno di Grecia e Cipro e quest’anno toccherà ai Balcani. Ci manca, al momento, il mercato africano. Epoch è famosa nel mondo per Sylvanian Families, ma da qualche anno a questa parte si sta specializzando anche nei giochi da tavolo, puzzle e carte da gioco e quindi siamo impegnati nel consolidamento di questi prodotti. E poi c’è la volontà di entrare in nuove categorie merceologiche del giocattolo. 

Qual è stata per lei la sfida più impegnativa che ha affrontato come Ceo per l’Italia di Epoch?

Sicuramente la prima è legata all’apertura nel 2019, seguita a stretto giro dalla pandemia. Tenere i nervi saldi e far sì che l’headquarter mantenesse fermi i propositi di investimento in Italia, è stata la prima grande sfida. L’altra grande prova che sento di aver superato è stata quando l’anno scorso, dopo aver aperto la filiale greca, il responsabile si è ammalato e poi è morto. Appena aperta la filiale abbiamo avuto questa grande perdita e l’abbiamo dovuta gestire dall’Italia. La persona che è venuta a mancare era anche un mio amico, per me è stato ancora più doloroso, una tragedia umana e una vicenda professionale molto complicata. 

Quali sono invece i piani per l’Italia? 

Siamo ben distribuiti nel canale specializzato, come i Toys Center. Ma puntiamo anche a entrare in canali alternativi come le edicole o le fumetterie, con prodotti legati al mondo Anime Giapponesi. O anche la grande distribuzione: ipermercati e supermercati. Il nostro brand, con Sylvanian Families, è comunque leader nel segmento delle small doll.

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