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Massimiliano Fedriga: con noi il Friuli Venezia Giulia è al centro di sostenibilità e innovazione

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Innovazione, ricerca, logistica con una posizione strategica nel cuore dell’Europa, il Friuli Venezia Giulia e molto altro in questa intervista esclusiva al presidente di Regione, Massimiliano Fedriga.

L’intervista

Presidente Massimiliano Fedriga, se dici Friuli Venezia Giulia pensi alle bellezze paesaggistiche, alle città d’arte, alle porte con l’Oriente, al Castello di Miramare dove soggiornava la principessa Sissi…Lei intende cambiare questo paradigma per dare priorità all’innovazione tecnologica?

Il paradigma è già cambiato. Il Fvg è certamente un territorio straordinario grazie al proprio patrimonio culturale, paesaggistico, naturalistico ed enogastronomico. Negli ultimi anni però è diventato anche un importante polo di attrazione per la ricerca e l’innovazione, anche grazie ai contributi introdotti dall’Amministrazione regionale per sostenere progetti di validazione di idee e tecnologie innovative da parte di imprese e startup. La nostra è stata la prima regione italiana ad essere classificata, già nel 2020, come “strong innovator” dal Regional scoreboard della Commissione europea, collocandola allo stesso livello delle aree più avanzate dell’Ue. Abbiamo inoltre la più alta incidenza di start-up sul totale delle nuove società di capitali. Senza dimenticare che Trieste è la città europea che vanta il più alto numero di ricercatori per mille abitanti in virtù della concentrazione di numerosi istituti scientifici e tecnologici di livello internazionale.

Il Friuli Venezia Giulia può essere il motore di un ecosistema innovativo di dimensione europea?

Innovazione, ricerca, logistica, posizione strategica nel cuore dell’Europa, incentivi e strumenti efficaci fanno della nostra regione un contesto in grado di attrarre investimenti stranieri e il luogo ideale per l’insediamento di nuove attività produttive, incentivato tramite i contributi dedicati a chi apre una nuova attività nelle aree dei Consorzi industriali del territorio. E proprio in quest’ottica va letto il rafforzamento delle relazioni con gli Usa e la progettazione, nel riqualificato Porto vecchio di Trieste, di un Hub dedicato alle imprese a forte vocazione innovativa in settori fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio come, per esempio, le scienze della vita e la navalmeccanica.

Che cos’è mancato in questi anni per rendere l’Italia un Paese a elevato tasso di innovazione?

Per imprimere una forte accelerazione in questo ambito in continua evoluzione bisogna intervenire su alcuni ostacoli che storicamente frenano la crescita del nostro Paese, attraverso un’azione maggiormente coordinata tra stato centrale e istituzioni presenti sul territorio. Bisogna incidere a tutti i livelli, accelerando i processi di ammodernamento digitale, abbattendo il peso della burocrazia e presentando le opportunità offerte dall’Italia in maniera coerente e incisiva. Una proposta, come abbiamo fatto in Friuli Venezia Giulia con l’avvio dell’Agenzia Select Fvg, è quella di creare strutture dedicate proprio all’attrazione di investimenti. Il lavoro della nostra agenzia ha contribuito a triplicare gli investimenti esteri nella nostra regione. E poi dobbiamo puntare sui giovani. Oggi è decisivo costruire un sistema formativo in grado di valorizzare il talento dei giovani che – a studi completati – devono essere messi nelle condizioni di rimanere nel nostro Paese e di avere le competenze adeguate per affrontare i cambiamenti che irrompono nella quotidianità.

British American Tobacco ha inaugurato il suo Innovation Hub a Trieste, con un investimento da 500 mln di euro in cinque anni. Presidente Fedriga, com’è riuscito a convincere un big player a puntare sul Fvg?

Intanto il nostro è un gioco di squadra. Siamo riusciti a convincere i vertici della multinazionale per le condizioni privilegiate del nostro sistema che può fare affidamento su una piattaforma logistica di respiro internazionale con porti e interporti interconnessi tra loro, su una ricerca scientifica che risponde a elevati standard di qualità e su una rete di istituzioni che opera in modo pragmatico e lungimirante, cercando di raggiungere la migliore sintesi possibile fra le esigenze di chi fa industria e il benessere dei cittadini. Verificate queste buone condizioni di partenza, British American Tobacco ha deciso di scommettere su Trieste e sul Friuli Venezia Giulia.
L’ Innovation Hub di BAT a Bagnoli della Rosandra, costruito in tempi record, è una realtà strategica certamente per la nostra regione ma anche per l’intero Paese.

Quanto è importante la sinergia pubblico-privato?

La sinergia è imprescindibile. Se non si rema tutti nella stessa direzione il rischio è di perdere le sfide di un mondo sempre più globale, estremamente competitivo e – purtroppo – caratterizzato da forti tensioni geopolitiche. Fare squadra significa, per esempio, migliorare il quadro normativo nazionale che deve risultare più chiaro per garantire maggiori certezze a chi è interessato a fare investimenti nel nostro Paese. La stratificazione delle leggi italiane ancora oggi continua infatti a scoraggiare chi fa impresa. Insieme dobbiamo operare per definire un quadro stabile e semplificato che metta le aziende nelle condizioni di ipotizzare serenamente un programma pluriennale di investimenti.

A Trieste BAT realizza prodotti di ultima generazione che non prevedono la combustione e sono perciò “a potenziale rischio ridotto”. Lei che rapporto ha con sigarette tradizionali, dispositivi per “svapare” e bustine di nicotina? 

BAT si è presentata a Trieste con un progetto fondato sul principio della sostenibilità della salute, prevedendo la realizzazione di prodotti che vanno verso la riduzione del rischio per i fumatori. Come amministratore pubblico è mio dovere sottolineare che la sostenibilità deve essere declinata in chiave ambientale ma anche dal punto di vista sociale ed economico proprio come sta facendo BAT. In caso contrario la tanto citata sostenibilità resta solo sulla carta o, addirittura, può essere causa di recessione. Quanto alle mie abitudini, è noto che amo praticare sport quasi ogni giorno e utilizzo le sigarette elettroniche. Di certo ho a cuore la mia salute come quella dei miei concittadini. Su tematiche come il salutismo o lo stesso ambientalismo che oggi va tanto di moda bisogna evitare facili banalizzazioni e superati ideologismi. L’obiettivo è far sì che il minor numero possibile di persone fumi, ma poi bisogna confrontarsi con la realtà. Ritengo che la nostra politica di riduzione del rischio stia dando riscontri positivi.

L’Innovation Hub di Trieste è un centro all’avanguardia per gli elevati standard di sostenibilità. Quanto conta oggi produrre in modo “green”?

La sostenibilità è fondamentale quando l’utilizzo di nuovi sistemi di produzione meno impattanti e l’approccio all’economia circolare diventano convenienti per le nostre filiere industriali. Questo approccio può garantire un significativo vantaggio competitivo e servizi migliori a tutte le fasce della popolazione. Un progetto virtuoso che abbiamo concretizzato in Friuli Venezia Giulia riguarda i contributi – quasi 175 milioni di euro – stanziati per l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici. A questi si aggiungono i contributi, sempre per lo stesso fine, destinati alle imprese del comparto agricolo. Ok quindi alle politiche green quando producono evidenti benefici alle persone e possono essere sostenute da un punto di vista economico.

A livello europeo, lei prevede un cambiamento nelle politiche del Green Deal?

Un tema così complesso e strategico va affrontato sempre con responsabilità e senza utilizzare facili slogan. Le politiche green non devono alimentare ideologie: ad esempio, misure sulle case e sulle auto come quelle previste a livello europeo rischiano di mettere in ginocchio famiglie e imprese del nostro continente, senza risolvere il problema dell’impatto ambientale e consegnando pezzi delle nostre produzioni strategiche al di fuori della stessa Europa. Per vincere sfide epocali come questa dobbiamo avere la consapevolezza che la strada è lunga e piena di ostacoli. Il Green Deal è un obiettivo di grande respiro che l’Ue ha stabilito nel 2019, ma nel frattempo si sono verificati eventi drammatici che stanno condizionando la stabilità dei nostri sistemi. Oggi più che mai l’Europa ha bisogno di una guida forte e coesa in grado di prendere decisioni senza ricorrere costantemente a mediazioni al ribasso. In questi anni, il Friuli Venezia Giulia si è mosso con decisione sulla decarbonizzazione e sullo sviluppo di tecnologie pulite con la Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico insieme a Slovenia e Croazia. Non dobbiamo accontentarci.

Nel 2028 si chiuderà il suo secondo e, salvo modifiche normative, ultimo mandato in Regione. Come vorrebbe che venisse ricordata la sua parabola alla guida del Fvg?

Il Friuli Venezia Giulia ha segnato uno sviluppo impetuoso in questi anni. Il tasso di crescita, l’occupazione, l’attrattività, il turismo, il benessere diffuso stanno registrando valori molto positivi, nonostante siano stati anni caratterizzati da crisi pesantissime per le nostre comunità. Credo che sia stata una mossa vincente quella di rinegoziare i patti finanziari con lo stato, garantendo così maggiore autonomia finanziaria e tributaria alla regione, a favore di chi vive e fa impresa sul nostro territorio. Così come ritengo sia stata fondamentale la capacità di fare squadra tra istituzioni, mondo produttivo e cittadini. Penso che i dati dimostrino che abbiamo lavorato bene e in modo responsabile. L’augurio è che chi prenderà il timone del Friuli Venezia Giulia nel prossimo futuro possa fare tesoro di tutto questo per sviluppare ancora di più la nostra regione. Dopodiché per il terzo mandato si vedrà…

Massimiliano Fedrgia, veronese di nascita è cresciuto a Trieste, classe 1980. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione e un Master in Analisi e Gestione della Comunicazione ha lavorato come responsabile marketing per diverse aziende del Nordest.Sposato con due figli, ha coltivato la passione per la politica sin da giovanissimo arrivando, nel 2003, a ricoprire l’incarico di segretario provinciale della Lega. Eletto alla Camera dei Deputati nel 2008, a soli 28 anni, è stato confermato sia nel 2013 che nel 2018: dieci anni, quattro dei quali alla Presidenza del Gruppo parlamentare Lega e
Autonomie. Il 29 aprile 2018 è stato eletto alla guida della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Rieletto nel 2023, dal 9 aprile 2021 è presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

 

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