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Cambiamento climatico: come cambiano le malattie tropicali

zanzare

Malattie un tempo esotiche si stanno diffondendo anche alle nostre latitudini. Non si tratta solo di una conseguenza della globalizzazione, come spiegano i ricercatori italiani in un lavoro sottoposto alla rivista ‘Viruses’. Il caso di dengue, virus del Nilo occidentale e Chikungunya è paradigmatico dell’impatto del cambiamento climatico sulla sopravvivenza e sulla diffusione delle zanzare.

Gli autori del lavoro – Grazia Pavia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Francesco Branda e Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme 
Fabio Scarpa dell’Università di Sassari – esplorano la relazione tra il cambiamento climatico e la diffusione delle malattie tropicali, concentrandosi su patologie come malaria e dengue.

Questione zanzare

Ce lo hanno detto già diversi esperti: l’aumento delle temperature e le variazioni nelle precipitazioni, collegate al cambiamento climatico, favoriscono lo sviluppo e la sopravvivenza delle zanzare, vettori di diverse malattie. In questo modo gli insetti non solo migrano in nuove regioni del globo, ma prolungando la stagione della loro attività e, dunque, della trasmissione di queste patologie.

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Proprio le modifiche nei modelli di precipitazione influenzano i siti di riproduzione e la densità delle zanzare: l’umidità è cruciale per la loro sopravvivenza. L’aumento delle precipitazioni può anche espandere la portata geografica dei vettori, diffondendo le malattie in nuove aree.

Lo studio sottolinea come il cambiamento climatico abbia portato alla ricomparsa di malattie in aree che fino a qualche anno fa non erano colpite. Ma un aiuto arriva dalle tecnologie: l’integrazione di dati genomici, tracciamento dei telefoni cellulari e immagini satellitari sta migliorando il monitoraggio e la risposta alle malattie un tempo tropicali.

La collaborazione internazionale e iniziative come la Global Health Security Agenda evidenziano l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale nella lotta contro le malattie infettive emergenti. Insomma, l’approccio One Health.

Ormai anche a livello politico “i governi riconoscono la necessità di approcci interdisciplinari che integrino salute pubblica, scienza ambientale e analisi dei dati per mitigare i cambiamenti climatici e ridurre l’impatto delle malattie tropicali”, scrivono gli autori.

Anche il monitoraggio genomico e l’analisi predittiva “sono essenziali per migliorare la risposta immediata e promuovere una preparazione a lungo termine per la sicurezza sanitaria globale. Strategie di mitigazione e adattamento sono fondamentali per affrontare l’evoluzione delle malattie tropicali influenzate dai cambiamenti climatici”.

Insomma, le sfide non sono poche, ma è l’approccio ad essere fondamentale. A partire da una vigilanza continua e dalla cooperazione mirata a garantire strategie di salute pubblica resilienti. Con l’obiettivo di mettere in campo le soluzioni migliori per contrastare le malattie tropicali emergenti.

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