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La mossa di Apple sull’AI: integrare ChatGPT per vendere più iPhone

Quando Apple ha rivelato al mondo la sua grande mossa sull’intelligenza artificiale, la reazione di Wall Street è sembrata a dir poco tiepida. Il prezzo delle azioni è sceso di quasi il 2%, ma stamattina ha fatto invece registrare un rialzo di oltre il 5%. È facile farsi prendere dalla corsa all’intelligenza artificiale, ma Apple continua a essere soprattutto una ‘device company’: l’iPhone rappresenta ancora la parte più consistente del suo fatturato (58% nel primo trimestre del 2024). 

Ciò significa che l’obiettivo principale dell’annuncio sull’AI è la possibilità che questo stimoli le vendite, un fatto che – a detta degli analisi, dovrebbe verificarsi con numeri importanti. “Quello che abbiamo visto oggi è stata la cosa più convincente dal 2020, quando fu annunciata la connettività 5G”, ha dichiarato a Reuters Gil Luria, analista di D.A. Davidson.

A questo punto, permettetemi di dire che mi ritengo abbastanza soddisfatto, perché l’anno scorso ho comprato un iPhone 15 Pro, e la mia decisione di optare per il modello più costoso è stata in gran parte motivata dal fatto che: a) la grande spinta di Apple verso l’intelligenza artificiale sarebbe arrivata quest’anno; e b) Apple di solito usa la linea Pro per introdurre le novità che poi riverserà sugli iPhone di massa l’anno successivo. E così è stato: se siete utenti di iPhone che vogliono la massima potenza di calcolo e non avete già il 15 Pro o il Pro Max, dovrete fare l’upgrade quest’anno.

Come ha scritto la collega Sharon Goldman, le nuove funzioni AI di Apple mostrano che l’azienda sta giocando sui suoi punti di forza. E cioè l’intelligenza artificiale per i “non addetti ai lavori”, come ha detto Goldman, “che vogliono semplicemente un’intelligenza artificiale facile, utile, rispettosa della privacy e che funzioni”. Siri sta finalmente diventando più utile, con una capacità molto maggiore di comprendere ciò che gli si chiede di fare. Sta acquisendo la capacità di fare cose per conto dell’utente all’interno delle app (anche se non prima dell’anno prossimo), oltre alla creazione e al perfezionamento di immagini e testi. 

Riguardo l’accordo con ChatGPT, Apple sta cercando di integrare il gioiello di OpenAI, tenendolo al contempo a distanza, in modo da evidenziare la posizione di Apple, che da tempo si propone come il player di smartphone che agisce principalmente nell’interesse dei propri clienti. (Per simboleggiare palesemente questa posizione, Apple ha invitato il Ceo di OpenAI Sam Altman all’evento, ma non sul palco).

 

Certo, è un po’ strano che Apple offra ai suoi utenti la funzionalità ChatGPT assicurandosi ogni volta che vogliano davvero usarla e avvertendoli di controllare che non ci siano errori nelle informazioni importanti generate da ChatGPT. Ma non sono sicuro che esista un modo migliore per offrire la tecnologia AI più all’avanguardia a livello di sistema operativo e allo stesso tempo per essere franchi sui suoi limiti e per mettere un po’ di distanza tra Apple e le “allucinazioni” che sono endemiche degli attuali strumenti di AI generativa.

Naturalmente, Elon Musk ha tentato di rubare un po’ di attenzione al pubblico di Apple dichiarando che non permetterà ai dipendenti delle sue aziende di utilizzare iPhone dotati di AI al lavoro, perché l’integrazione di OpenAI costituisce “una violazione inaccettabile della sicurezza”.

Le sue parole hanno un senso, perché le aziende dovrebbero stare molto attente a non lasciare che informazioni proprietarie si avvicinino ai provider di AI che potrebbero inserirle nei loro modelli. Ma, come ha scritto oggi Eleanor Pringle, sia Apple che OpenAI si sono impegnate a fondo per quanto riguarda la protezione della privacy. Al momento il contributo di Musk mi sembra soprattutto un’altra frecciatina a OpenAI, di cui è stato cofondatore prima che questa respingesse il suo tentativo di prendere le redini.

In sintesi, l’evento di ieri è stato in pieno stile Apple, e probabilmente farà bene a rendere gli iPhone di quest’anno ancora più competitivi. Non vedo l’ora di toccare con mano iOS 18.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com

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