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Fascicolo sanitario elettronico 2.0, il Governo gioca d’anticipo

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Il termine ultimo, dettato dal Pnrr, è quello del 2026. Ma il Governo gioca d’anticipo, e per la fine del 2024 prevede l’implementazione delle prime funzioni su scala nazionale del Fse, il fascicolo sanitario elettronico presentato alle Corsie Sistine di Roma il 12 e 13 giugno, e che verrà raccontato in altre date anche a Cernobbio e a Bari.

Una conferenza stampa con il sottosegretario all’innovazione di Palazzo Chigi Alessio Butti e quello della Salute Marcello  Gemmato – precedente ai workshop delle Corsie Sistine – è servita per presentare il nuovo logo dell’Fse 2.0, ma anche per fornire qualche dettaglio sugli step previsti entro la fine dell’anno per un progetto che rappresenta la costruzione di un sistema informativo al quale il Pnrr dedica cifre importanti e che porterà a conservare i dati di 60 milioni di cittadini in un unico ecosistema di dati sanitari. Un elemento chiave, in attesa dell’anagrafe italiana degli assistiti, il passaggio in cloud delle aziende sanitarie e la piattaforma nazionale di telemedicina.

Data l’importanza del fascicolo, secondo Butti si è resa necessaria quella che chiama “operazione trasparenza”. Facendo riferimento al “fallimento” dell’App Immuni in epoca pandemica, Butti sottolinea l’importanza di lavorare con il territorio per fare in modo che l’Fse 2.0 abbia successo.

Fascicolo sanitario elettronico, cosa succederà quest’anno

In sintesi, entro dicembre il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) potrà essere utilizzato per ottenere varie prestazioni. Entro fine anno sul Fascicolo saranno consultabili esami, referti e prescrizioni, ma verranno incluse anche prenotazioni e ticket, mentre un ruolo lo avrà anche l’intelligenza artificiale, sottolinea Butti, ricordando che gli strumenti che portano ‘in remoto’ il rapporto tra pazienti e medici (attori chiave per la riuscita del progetto) servono in realtà ad avvicinare la sanità ai cittadini.

Per le Regioni, allo stesso tempo, si apre il percorso verso l’utilizzo di un’unica piattaforma nazionale che renda omogeneo uno scenario frammentato, con una ventina di fascicoli diversi. Anche per loro la parola d’ordine diventa interoperabilità. Intanto, spiega Butti, per ora non è prevista una connessione tra tessera sanitaria e fascicolo sanitario elettronico.

Ecco quali servizi verranno attivati:

  • la possibilità di pagamento dei ticket sanitari tramite PagoPa o app Io
  • la prenotazione di visite ed esami
  • la scelta o revoca del medico in tutte le Regioni
  • la consultazione dei referti.

Butti ricorda poi che anche l’intelligenza artificiale sarà “fondamentale”, e il suo utilizzo farà parte di una “nuova cultura del dato”. Se “riusciamo a coniugare esigenze sanitarie con l’AI faremo una cosa straordinaria. Sarà possibile intervenire “customizzando la terapia sul singolo paziente” e abilitando la medicina predittiva, ricorda Butti.

Fascicolo sanitario elettronico, i ‘cruscotti’

Sono stati realizzati due strumenti, ovvero un cruscotto per condividere i dati con le regioni e un cruscotto pubblico per condividere i dati con la cittadinanza sull’avanzamento dei lavori e sui servizi. Il cruscotto di monitoraggio per le regioni è già attivo a partire da maggio, accessibile a tutti a partire dal 12 giugno. Con il fascicolo, i pazienti che si spostano sul territorio nazionale possono mantenere la continuità delle cure, poiché le loro informazioni sanitarie sono facilmente accessibili ovunque tramite il FSE.

Obiettivo 2026: i decreti che mancano

Per arrivare ai target finali manca ancora qualche elemento, come il decreto sull’ecosistema di dati sanitari su cui il Dipartimento di Butti sta lavorando con il Garante per la privacy (“quando si dialoga una soluzione si trova”). A settembre 2023 è arrivato il testo relativo all’adeguamento delle regioni. L’ecosistema previsto dal decreto metterà insieme tutti i dati raccolti dalle regioni. Il completamento di questo ‘Eds’ è previsto per il 2025. Previsto poi un altro decreto sulla Piattaforma dati digitali che fa capo ad Agenas.

L’impatto sul sistema sanitario nazionale

In attesa degli elementi mancanti, le prime funzioni del Fse potranno essere utilizzate entro la fine dell’anno.

La funzione del fascicolo è quella di consentire la razionalizzazione delle cure, spiega Gemmato: si riduce il rischio di duplicazioni di esami e di prescrizioni non necessarie. Mentre nella gestione delle emergenze i medici possono accedere rapidamente alle informazioni cruciali del paziente (come allergie, farmaci in uso, anamnesi), migliorando la tempestività e l’efficacia dell’intervento. I pazienti possono accedere facilmente al proprio fascicolo sanitario tramite internet, consultando in qualsiasi momento i propri dati medici, le prescrizioni e i referti.

Alessio Butti sottolinea il lavoro che si sta facendo su dati e interoperabilità, che passa dall’Ini, l’Infrastruttura nazionale per l’interoperabilità a cura dell’Agid. L’agenzia per l’Italia digitale guidata da Mario Nobile, proprio la settimana scorsa, ha pubblicato l’avviso per la ricerca di quattro esperti ‘super senior’ per lavorare sul fascicolo sanitario elettronico.

Il sottosegretario ha ricordato che oggi la realizzazione del fascicolo sarebbe stata molto più vicina senza lo stop del 2022 da parte del Garante per la privacy, con cui ora si sta collaborando.

Il lavoro di Dipartimento e ministero ha infatti riguardato anche la privacy. È stata prevista la possibilità di opporsi (entro il 30 giugno) all’inserimento di dati e documenti antecedenti il 19 maggio 2020, come previsto dal Garante.

Prevista anche l’anonimizzazione dei dati stessi, con la possibilità da parte dei pazienti di fornire diversi livelli di accesso ai dati da parte degli operatori. Intanto, spiega Butti, per realizzare un progetto che vale 1,3 miliardi le Regioni italiane – quelle più indietro, considerato che le inhouse di alcune regioni sono “molto avanti” – sono state “prese per mano” e accompagnate, con 300 mln dedicati al potenziamento delle loro infrastrutture, ricorda Butti, mentre altri  300 verranno dedicati alla formazione degli operatori.

La parola chiave, interoperabilità, arriverà alla sua realizzazione completa quando sarà in grado di dialogare anche con altri Stati, ad esempio semplificando la vita dei cittadini alla ricerca del loro farmaco anche quando sono in viaggio in un altro Stato Ue, ha spiegato Gemmato.

Il workshop di Roma

I temi dei workshop delle Corsie Sistine che aprono l’operazione “trasparenza” del Governo, vertono sulla cooperazione fra Stato, Regioni, Aziende sanitarie e industria informatica e il ruolo di fascicolo e telemedicina. Nell’ambito della trasformazione informatica per la riduzione delle liste d’attesa e per una nuova efficienza del Servizio Sanitario Nazionale, il progetto del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 è centrale e insieme alla telemedicina, alla sanità iper connessa, all’anagrafe sanitaria, al passaggio in cloud delle aziende sanitarie, alle cartelle cliniche elettroniche dei medici di famiglia e dei medici specialisti, ai sistemi informativi ospedalieri, costituisce un grande investimento digitale, sottolineano i promotori dell’incontro.

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