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iGenius potrebbe essere il primo unicorno italiano nella Gen AI (e il terzo in Europa)

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L’Italia potrebbe avere un nuovo unicorno con una valutazione (molto) superiore al miliardo di dollari: si tratta di iGenius, la deep-tech che quest’anno ha presentato il suo Large language model italiano (‘Italia’, appunto) recentemente arrivato alla public release. La scaleup guidata da Uljan Sharka, fondata nel 2016, ha annunciato che sta raccogliendo 650 mln di euro in nuovi fondi, raggiungendo lo status di unicorno.

Uno status rarissimo nel nostro Paese, ma anche nella Gen AI del continente, considerando il ritardo accumulato dall’Europa rispetto agli Usa in un settore dominato da OpenAI e Google, ma non solo.

Nonostante l’interesse degli investitori per la tecnologia sia ai massimi, in Europa sono altre due scaleup dell’intelligenza artificiale generativa hanno guadagnato il tesserino da unicorno: la Mistral francese, che ha raccolto mezzo miliardo in meno di un anno di vita ed è entrata nell’orbita Microsoft, e la Aleph Alpha tedesca, che a novembre ha raccolto 500 mln. Mistral, secondo quanto riportato da Sifted, avrebbe appena chiuso un altro round da 600 mln, con una valutazione da 5,8 mld di euro.

I numeri del round e chi investe

In realtà la valutazione post-money di iGenius sarebbe molto superiore al miliardo, arrivando a 1,7 mld di euro (da 1,05 pre-money), secondo quanto rivelato dal Ceo.

Per ora sono stati resi noti due investitori: la Angel Capital Management di Angelo Moratti ed Eurizon Asset Management (parte di Eurizon Capital, società di gestione del risparmio di Intesa Sanpaolo) sono tra i primi a partecipare a un round che è ancora in corso, e con un target di raccolta da 650 mln.

L’obiettivo del round è continuare a lavorare sull’intelligenza artificiale (su cui l’azienda vuole spendere “centinaia” di milioni) e sullo sviluppo internazionale: l’azienda ha già puntato da tempo su Nord America ed Europa.

“Grazie a questo aumento di capitale, oggi facciamo un grande passo in avanti per guidare i nostri progressi nell’AI per i settori regolamentati. Il nostro obiettivo è rendere i dati umani, ridefinire il futuro del lavoro e colmare il divario di competenze, permettendo a individui e imprese di raggiungere nuove vette”, ha dichiarato il Ceo.

Già oggi iGenius opera in Nord America e in Europa, con uffici a New York, oltre alla sede principale a Milano. L’azienda “sta investendo centinaia di milioni di euro per costruire modelli di intelligenza artificiale di cui le organizzazioni possano fidarsi e che possano adottare su larga scala”, si legge in una nota di iGenius.

Da 10 a 650 mln

Nel 2022 iGenius aveva raccolto un round di Serie A+ da 10 mln di euro, un round guidato da NovaCapital e con la partecipazione di Blacksheep MadTech Fund. Ora ne raccoglie 640 in più.

Intanto nell’ultimo anno mesi sono arrivati accordi importanti, con Fincantieri, Microsoft (con il tool Crystal per l’analisi dei dati), e Intesa Sanpaolo.

Cosa sta facendo iGenius sull’intelligenza artificiale

L’azienda lavora da tempo a modelli di intelligenza artificiale per settori altamente regolamentati, ma quest’nno è diventata ancora più famosa lanciando “Italia”, una famiglia di Large Language Model (LLM) open-source sviluppato grazie al supercomputer Leonardo ospitato a Bologna dal Cineca. Il modello è progettato per aziende nei settori della Finanza e della pubblica amministrazione. Italia, distribuito con licenza MIT, consente alle aziende di creare il proprio cervello virtuale privato, aiutandole a trasformare gli investimenti in AI in risorse strategiche.

“L’impegno dell’azienda a fornire soluzioni di AI affidabili e scalabili ha attratto clienti Fortune 500 e ha ottenuto il riconoscimento di Gartner come Cool Vendor in AI Core Technologies”, sottolineano da iGenius. L’azienda è convinta che i “modelli centralizzati e chiusi non sono adatti per settori regolamentati, perché codificano i dati in modo irreversibile, rendendo impossibile garantire l’integrità e la riservatezza dei dati una volta fuori dal controllo dell’organizzazione. Settori come la finanza e la Pa necessitano di un rigoroso controllo dei dati per rispettare le normative vigenti e proteggersi da violazioni”.

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