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Meta, da Antitrust multa da 3,5 mln. “Informazioni poco chiare” sull’uso dei dati personali

mark zuckerberg

La cifra per un gigante come Meta forse non è significativa, ma si tratta dell’ennesimo campanello d’allarme europeo sull’utilizzo dei dati personali da parte delle Big Tech. L’Antitrust italiana ha multato la casa madre di Facebook, Instagram e Whatsapp, per 3,5 mln di euro. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel processo di registrazione ad Instagram gli utenti non hanno ricevuto informazioni chiare sulla raccolta e sull’uso dei propri dati per fini commerciali.

Inoltre, in caso di sospensione degli account di Facebook e di Instagram, secondo l’autorità “non sono state fornite comunicazioni utili per eventuali contestazioni”.

Nel dettaglio, secondo il procedimento avviato dall’autorità più di un anno fa per pratiche che intanto sono cessate tra agosto 2023 e marzo 2024, Meta avrebbe violato gli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo, non informando con immediatezza gli utenti iscritti ad Instagram via web dell’utilizzo dei loro dati personali per finalità commerciali.

La seconda violazione riportata dalle 37 pagine del documento dell’Agcm – che riporta anche gli screenshot delle schermate Instagram oggetto del procedimento – è quella dell’articolo 20 dello stesso codice: Meta “non ha gestito con precisione la sospensione degli account Facebook e Instagram dei propri utenti”, dice l’Antitrust. “In particolare, Meta non ha indicato come decida di sospendere gli account Facebook (se a seguito di un controllo automatizzato o ‘umano’) e non ha fornito agli utenti di Facebook e Instagram informazioni sulla possibilità di contestare la sospensione dei loro account (si possono rivolgere a un organo di risoluzione stragiudiziale delle controversie o a un giudice). Infine, ha previsto un termine breve (30 giorni) per la contestazione della sospensione da parte del consumatore”.

La decisione, ha sottolineato anche Meta, è per pratiche che sono terminate nel corso del procedimento. Nel testo del provvedimento si legge che dal 25 marzo 2024 Meta ha inserito nella prima schermata della pagina di iscrizione via web a IG l’indicazione aggiuntiva “noi finanziamo i nostri servizi usando i tuoi dati personali per mostrarti le inserzioni”. Già ad agosto 2023 il set informativo relativo alle misure restrittive sugli account (anche la sospensione) di FB che di IG era stato aggiornato.

La posizione di Meta

La decisione è stata contestata dal gigante di Mark Zuckerberg, che è in “disaccordo”, ha detto un portavoce della holding in una nota, e sta valutando “le possibili azioni da intraprendere”. Quindi arriverà, probabilmente, un ricorso. Meta ha ricordato che già dallo scorso agosto ha “apportato delle modifiche per gli utenti italiani che indirizzano i temi sollevati dall’Agcm. Abbiamo reso ancora più chiaro il modo in cui utilizziamo i dati per mostrare annunci personalizzati su Instagram e fornito agli utenti informazioni e opzioni aggiuntive per fare ricorso in caso di sospensione dell’account. Accogliamo con favore, invece, il riconoscimento da parte dell’AGCM dell’efficacia delle nostre soluzioni per aiutare le persone a tornare in possesso del proprio account”.

Nel testo del provvedimento l’Antitrust ha ricordato l’importanza della pubblicità e della visualizzazione di prodotti pubblicitari per i conti delle piattaforme di Meta. Conti che per quanto riguarda Meta Platforms Ireland (la società di Meta operativa a livello europeo) recitano 58,06 mld di euro al 2022 e un margine operativo lordo di 1,3 mld.

A maggio dello scorso anno dall’Irlanda era arrivata una multa record per la holding da 1,2 mld di euro, per violazione delle regole sulla privacy. Una cifra record per il Gdpr europeo.

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