GILEAD
Leadership Heade
Cerca
Close this search box.

La Scuola per Imprenditori è alla sua seconda edizione. Promossa da Confindustria, 4.Manager, Sistemi Formativi Confindustria e la Luiss Business School (nell’immagine in evidenza), riprende la visione lungimirante che spinse Guido Carli a fondare la Luiss nel lontano 1974. La Scuola si fonda su un obiettivo: alimentare e sviluppare la capacità di fare impresa nel nostro Paese attraverso la nascita di nuovi giovani imprenditori e la valorizzazione dell’autoimprenditorialità di manager già affermati.

C’è qualcosa che ostacola la capacità di fare impresa in Italia e che rappresenta il limite della competitività del sistema. Il familismo, una patologia manageriale che attraversa la Penisola da Nord a Sud. Parliamo della cultura imprenditoriale che viene spesso trasmessa di famiglia in famiglia, rimanendo però tra le mura domestiche, causando spesso un mancato sviluppo di alcuni Gruppi industriali medio-grandi. Familismo che bisogna tuttavia distinguere da quelle storie di successo familiari che hanno reso grande l’Italia. Da Ferrero a Luxottica, da Barilla a Lavazza, tanti sono i sistemi familiari virtuosi che hanno prodotto risultati molto importanti per l’economia e il territorio. Multinazionali diventate vitali per l’economia del Paese. Anche nelle crisi più profonde, quelle vissute in pandemia ad esempio, hanno dimostrato resilienza e adattabilità alle nuove catene del valore.

Dall’altra parte, a pesare è soprattutto un limite culturale che si respira, esemplificato dall’incapacità delle imprese di lavorare in sinergia, consentendo loro di fare sistema e crescere insieme. La cultura dell’imprenditoria nel Belpaese è forse bloccata, però, anche da un sentimento di risk-averse che si respira tra i giovani che si avvicinano a questo mondo. Insomma, una cultura ben diversa da quella che risiede negli Stati Uniti e che va trasmessa e diffusa.

Luigi Abete, già presidente di Confindustria, ci ha spiegato che “il successo ottenuto dalla prima edizione della Scuola testimonia l’importanza di investire nella formazione volta ad alimentare la vocazione imprenditoriale, trasferendo non solo competenze sul come ‘fare impresa’ ma anche creare la ‘cultura d’impresa’, elementi fondamentali ed inscindibili per favorire la nascita di nuove imprese ed avviarle verso un solido percorso di crescita”.

A tal proposito, la Scuola per Imprenditori non si limita ai giovani laureati ma è stata pensata per manager, dipendenti, giovani professionisti e dirigenti non occupati con un approccio didattico innovativo, multidisciplinare e flessibile. Giovani studenti che si avvicinano ora al mondo dell’impresa dunque, ma anche manager affermati che desiderano raggiungere posizioni aziendali apicali.

Più nello specifico, “il corso punta a far acquisire gli strumenti, le conoscenze e le competenze per poter gestire un’azienda attraverso un percorso che integri formazione in aula e attività didattiche integrative come esercitazioni, studio di casi, simulazioni e laboratori”, spiega Enzo Peruffo, professore della Luiss Business School. “Le conoscenze acquisite lungo il percorso vengono poi applicate a progetti reali sviluppati attraverso una sequenza di workshop, project work, feedback”, avvalendosi dello standing accademico di altissimo livello proprio della Luiss Business School che garantisce ai partecipanti una contaminazione attiva tra mondo del business e quello accademico.

In questo, la Luiss Business School rappresenta da sempre una garanzia registrando, secondo i dati rilevati, un job placement dei suoi studenti oltre il 98% nei cinque anni successivi al termine dei Master. Il corso verrà erogato in modalità ibrida con un focus sulle attività laboratoriali, da realizzare però in presenza. I partecipanti avranno infatti la possibilità di presentare al termine il loro progetto individuale e ricevere un feedback costruttivo dagli esperti. Già i risultati ottenuti alla prima edizione non lasciano nulla all’immaginazione. Sono stati “più di cinquanta gli studenti che hanno preso parte al corso, otto i progetti d’impresa sviluppati di cui sei hanno iniziato il processo di incubazione”, riporta il presidente del Gruppo tecnico cultura di Confindustria, Antonio Alunni.

Dati alla mano, inserendosi in una congiuntura storica favorevole all’attività d’impresa italiana, “la Scuola per Imprenditori nasce anche in risposta al positivo trend di crescita delle startup in Italia”, dichiara Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager. “A fine 2023 il loro numero era di 14.587, registrando un aumento del 14,7% rispetto al 2022. Secondo le elaborazioni del nostro Osservatorio, c’è stato un trend di crescita annuale tra il 2020 e il 2023 del 25,5%. Accettare la sfida di fare impresa oggi non è semplice, ma bisogna avere coraggio di scommettere su sé stessi”.

Insomma, l’ampia partecipazione e i risultati della prima edizione dimostrano una cosa soltanto: la forte presenza di vocazione imprenditoriale in Italia che, tuttavia, rimane, sovente, largamente inespressa. Forse è ora di sviluppare al meglio il ‘genio’ italiano, lavorando sinergicamente e portando avanti un approccio basato sull’open innovation. Ecco, la Scuola per Imprenditori si inserisce perfettamente in questa strategia.

 

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.