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Dengue, in Italia casi sestuplicati. Che succede

zanzara dengue

I numeri parlano chiaro: sono stati 197 in Italia i casi confermati di infezione da virus dengue segnalati nei primi quattro mesi e mezzo del 2024. Ad aggiornare il bilancio (al 13 maggio) è l’Istituto superiore di sanità, che segnala come nel primo trimestre dell’anno il numero di segnalazioni sia aumentato di circa 6 volte rispetto allo stesso periodo del 2023, di pari passo con la crescita della trasmissione del virus dengue a livello globale. Ma cosa sta succedendo?

Fortune Italia lo ha chiesto all’epidemiologo del Massimo Ciccozzi, che insieme ai colleghi Francesco Branda dell’Universita Campus Bio-Medico di Roma e Fabio Scarpa dell’Università di Sassari firma uno studio su ‘dengue’ accettato per la pubblicazione da ‘Scientific Data’ (gruppo Nature). “Finora abbiamo avuto quasi 200 casi ma, come avevamo previsto – sottolinea Ciccozzi – al momento sono tutti di importazione”.

Dengue e Zika, cresce l’allarme in Brasile. L’analisi di Massimo Ciccozzi

I viaggi all’estero

Facciamo un passo indietro: i pazienti ‘registrati’ in Italia nel 2024 sono stati infettati durante viaggi all’estero, e non ci sono stati decessi. Non a caso, la maggior parte delle infezioni risultano contratte in Brasile – uno dei Paesi più colpiti dalla epidemia di dengue che si sta diffondendo in Centro e Sud America da inizio anno – e, come avrete letto, alle Maldive.

Anna Teresa Palamara, responsabile del dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, sottolinea come “la trasmissione locale della Dengue in Italia, così come in altri Paesi europei, sia un evento raro. La maggioranza dei casi è contratta all’estero. Tuttavia le condizioni climatiche e la presenza di una zanzara in grado di trasmettere il virus rendono possibile la trasmissione in alcuni mesi dell’anno, nel contesto di una elevata circolazione in molti Paesi del mondo”.

Lo studio

Informazioni interessanti sulla dengue nel nostro Paese arrivano dal lavoro dei ricercatori italiani che esamina in dettaglio i recenti focolai e le catene di trasmissione locale del 2023, “un anno record – rileva Branda – con oltre 300 casi e 80 contagi locali, concentrati principalmente in Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna. Il lavoro è particolarmente rilevante perché ha creato un dataset open access senza precedenti, che integra dati epidemiologici, genomici, climatici e geografici sulle segnalazioni di Dengue in Italia dal 2015 ad oggi. Questo archivio digitale è facilmente consultabile e a disposizione della comunità scientifica internazionale”.

Utilizzando questo dataset, gli autori hanno potuto analizzare la recente impennata dei contagi. “Le analisi mostrano che i ceppi virali circolanti nel 2023 appartengono ai genotipi V del DENV-1 e III del DENV-3, probabilmente introdotti da viaggiatori di ritorno dal Sud America”, sottolineano, con due introduzioni distinte per il DENV-1 e una per il DENV-3, quest’ultima probabilmente di origine caraibica. Lo studio evidenzia poi le aree a maggior rischio di trasmissione locale, con due cluster nell’Italia nord-occidentale e nel Lazio che, da soli, coprono oltre 25 milioni di abitanti. Particolarmente preoccupante, secondo gli studiosi, è l’aumento delle temperature medie nelle regioni settentrionali, segnale di un’idoneità ambientale in rapida evoluzione per la proliferazione dei vettori del virus Dengue.

Cosa succederà

“Stiamo vedendo una tipica malattia dei viaggi – dice Ciccozzi – non ci sono casi autoctoni, mentre ci sono stati anche 4 casi di Zika e altrettanti di Chicungunya, dovuti all’Aedes albopictus. Mentre da noi l’Aedes egypti ancora non circola. Certo, potremmo avere casi in più adesso che la temperatura si sta alzando e avremo un’estate molto calda. Allora dov’è che abbiamo sbagliato? Non abbiamo seguito la circolare del ministero della Salute – sottolinea l’epidemiologoi – Non vedo disinfestazioni di parchi e giardini, almeno a Roma. Quindi, se non si fa questo tipo di prevenzione, non possiamo che attenderci più casi. Non vorrei poi che la nostra zanzara tigre si abituasse al virus della dengue, diventando un vettore ‘funzionante’. La disinfestazione è essenziale, anche perchè con l’aumento delle temperature globali e i cambiamenti nei pattern di precipitazioni, le condizioni potrebbero diventare sempre più favorevoli alla diffusione della Dengue”.

Cosa fare se si viaggia

E cosa fare se si viaggia nei Paesi più colpiti? “Consigliamo a chi intraprende viaggi internazionali – raccomanda Palamara – di verificare se è nota la trasmissione di questo virus nelle aree visitate e di adottare tutte le misure di prevenzione raccomandate. Al rientro in Italia, in caso si manifestino sintomi, consigliamo di rivolgersi rapidamente al proprio medico di riferimento”.

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