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AI e supercomputer, il futuro di Leonardo secondo Alessandra Poggiani (Cineca)

La direttrice del maggiore centro di supercalcolo per la ricerca in Italia, casa del sesto supercomputer più potente al mondo, ha studiato da antropologa. Alessandra Poggiani, Dg di Cineca da quasi un anno, si definisce “autodidatta” del digitale: a uno dei ruoli più importanti del panorama tecnologico è arrivata dopo una carriera nata nella semiotica. Oggi guida il consorzio interuniversitario che ospita Leonardo, supercomputer fondamentale per lo sviluppo dell’AI italiana ed europea e di un Llm in grado di rispondere ai signori incontrastati della Gen AI, come ChatGpt. I large language model italiani potrebbero essere di più, dice la Dg. “Stiamo mettendo l’infrastruttura a disposizione di società che stanno progettando modelli italiani”. Uno dei progetti è Modello Italia, sviluppato con iGenius, che promette di arrivare a un’AI generativa sicura (adatta a Pa e industrie strategiche) immune dalle famose ‘allucinazioni’ dell’AI. Ma “sono in corso anche altre due sperimentazioni”, dice la Dg. “Una con Istella, basata in Sardegna e una con Almawave, basata a Roma”. Anche la francese Mistral, il player europeo più avanzato, ha addestrato il suo Llm proprio a Bologna.

L’intervista

La storia del Cineca è molto lunga.

Il consorzio dal 1969 è nelle classifiche mondiali per capacità di calcolo. Nel 2017 la Commissione europea ha deciso di finanziare un nuovo programma congiunto per il supercalcolo, EuroHpc: in questo momento noi, Finlandia e Spagna ospitiamo i supercomputer di questa rete. Leonardo è il sesto al mondo per capacità di calcolo e il terzo nel caso di quella adatta all’addestramento di AI. Un’infrastruttura pubblica (con anche altri supercalcolatori) e gratuita. Fino a poco tempo fa il supercalcolo era appannaggio della ricerca ‘tradizionale’, come quella dei fisici (al Cineca e ad Enea è stato assegnato anche il progetto Eurofusion per l’energia da fusione nucleare, ndr). Ma negli ultimi anni si è sviluppata molto la ricerca sull’AI. Per l’intelligenza artificiale il supercalcolo è fondamentale. Senza capacità di calcolo non si possono addestrare i modelli di linguaggio, i dizionari di base con cui le applicazioni, come ChatGpt, dialogano.

A cosa serve un Llm italiano?

Oggi una delle sfide che ci troviamo di fronte è lo sviluppo di Llm in lingua italiana e con dati almeno europei: dizionari che indirizzino le applicazioni con una prospettiva più adatta alla nostra cultura. Wittgenstein diceva che il linguaggio determina i confini del nostro mondo. Soprattutto in campi specifici, come la medicina, avere un assistente virtuale addestrato sul nostro patrimonio culturale determina il tipo di risposta che può darci.

Quali devono essere gli obiettivi italiani?

Leonardo è nato alla fine del 2022 e ha già raggiunto la saturazione di richieste. Inoltre, si può guardare quello che fanno gli altri. Quando è stato inaugurato, Leonardo era il quarto supercomputer più potente al mondo. Dopo neanche otto mesi è diventato il sesto. I supercalcolatori stanno raggiungendo una dimensione exascale, dove si è in grado di elaborare un miliardo di miliardi di operazioni al secondo, mentre noi siamo a circa 250 milioni di miliardi.

Uno dei rischi per la tecnologia e l’industria europea è, da sempre, quello della frammentazione. Nel caso degli Llm sviluppati grazie a Leonardo ci sarà uno standard unico?

Gli Llm hanno standard comuni perché devono essere utilizzati in maniera pubblica. Non siamo noi gli scienziati e gli sviluppatori che scrivono il codice, ma posso confermarle che i codici sono aperti e quindi assolutamente potranno essere riutilizzati e combinati.

Qual è il post-Leonardo?

Il primo computer quantistico in Cineca verrà installato entro la fine del 2024. Sul post-Leonardo la direzione generale Connect dell’Ue sta predisponendo la call AI Factories, che finanzierà un upgrade dei nodi di supercalcolo. Intanto, già quest’anno aumenterà la nostra capacità di calcolo attraverso un’altra macchina, Lisa, che aggiungeremo a Leonardo in modo che resti tra i primi dieci supercomputer del mondo fino al 2027. Contestualmente lavoreremo con la Commissione europea e gli altri nodi di EuroHpc per capire quali saranno le risorse per il dopo Leonardo, sperando di continuare ad essere una delle hosting entity. Questo dipenderà dalla disponibilità  di co-investimento del governo e dalla nostra capacità di fare una buona proposta tecnica. Su questo ci sentiamo abbastanza confidenti. A oggi l’Italia è il Paese Ue che utilizza il supercalcolo più di tutti, proprio grazie a Leonardo.

Un’ultima domanda: cosa pensa di selezioni al femminile come questa?

Testimoniano che quelli scientifici e tecnologici non sono percorsi professionali esclusivamente maschili. Ancora oggi si entra in riunioni in cui sei l’unica donna, e questo non è utile neanche alla ricaduta economica e sociale dell’innovazione tecnologica. Oggi in Cineca siamo 1.200: serviranno 300 persone in più in due anni, e non è facile trovarle perché le competenze specifiche sono poche. Ma siamo anche in una fase in cui c’è una maggiore congiunzione tra competenze Stem e umanistiche, forse le differenze saranno eliminate anche dal contesto produttivo. Soprattutto nel caso dell’AI, dove ci sarà molto bisogno di scienze meno dure.

Le donne dell’AI

Un futuro equo per l’intelligenza artificiale passa dalle persone che lo stanno costruendo. Ecco alcuni profili da segnalare

Emanuela Girardi
Divulgazione

Fondatrice e presidente di Pop AI che cerca di spiegare l’impatto della tecnologia sulla nostra vita. Fa parte dell’advisory board di Claire, la Confederazione europea dei laboratori per la ricerca in AI. È presidente di Adra, l’Associazione europea su AI, Data e Robotics che lavora con l’Ue al piano di investimenti miliardario di Horizon Europe 2021-2027.

Valeria Sandei
Pmi

Ceo di Almawave dal 2007, è stata appena riconfermata alla guida di una società quotata con un giro d’affari da 57,5 mln di euro cresciuto del 20% in un anno in cui sono arrivate acquisizioni importanti e accordi sull’intelligenza artificiale come quello con Microsoft. Il modello italiano e multilingua in sviluppo con Cineca si chiama Velvet.

Lucilla Sioli
Regole

È la direttrice AI e industria digitale della direzione generale Connect della Commissione europea. Sull’AI Act approvato dal Parlamento il 13 marzo, dopo 6 anni di lavoro, c’è anche la sua firma. Ora Sioli (tra i papabili per la guida del neonato AI Office) dovrà supervisionare l’implementazione (lunga anni) delle regole europee.

Mariarosaria Taddeo
AI ethics

Docente di etica digitale e tecnologie della difesa presso l’Oxford Internet Institute, l’Università di Oxford e il Dslt (laboratorio di scienza e tecnologia della Difesa) l’ex presidente di Noovle è anche Ethics Fellow presso l’Alan Turing Institute di Londra e advisor del ministero della Difesa britannico proprio sul tema AI.

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