GILEAD
Leadership Heade
Poste Italiane

Obesità, le 9 cose che non ti hanno detto

obesità

Tra body posivity, stigma e messaggi fuorvianti non è sempre semplice parlare di obesità. Ma è importante farlo, non solo perchè questa malattia – che colpisce 800 milioni di persone nel mondo, con un impatto economico stimato in 4,32 trilioni di dollari (incluso il sovrappeso) – rappresenta una sfida per i sistemi sanitari. Ma anche perchè, forse, le informazioni che circolano non sono sempre corrette. E, soprattutto, non aiutano le persone con obesità.

Allora, anche in vista del 31° Congresso Europeo sull’Obesità, organizzato da Easo – European Association for the Study of Obesity, ecco 9 informazioni su questa patologia che è importante conoscere.

Una malattia cronica progressiva e recidivante

Diciamolo ancora una volta e chiaramente: non si tratta di un vizio, “una forma di malnutrizione per eccesso, una conseguenza di scelte personali errate e risolvibili con il consiglio di mangiare meno e muoversi di più. L’obesità, che già nel 2013 era stata riconosciuta dall’American Medical Association come una malattia dai molteplici aspetti fisiopatologici, nel 2017 che finalmente ottiene dalla World Obesity Federation la definizione più completa di malattia cronica, progressiva e recidivante”, spiega Valeria Guglielmi, associato di Medicina Interna a Tor Vergata e presidente della sezione laziale della Società Italiana di Obesità, nel corso di un recente incontro a Roma organizzato da Lilly. “Parliamo dunque di una malattia neurocomportamentale, caratterizzata da una fame neurologica e alterazioni dei meccanismi che controllano l’assunzione di cibo”.

Il trend nei bambini

L’obesità si manifesta a tutte le età. Nel caso dei bambini, i dati più interessanti arrivano dall’Istituto superiore di sanità: dal 2008 a oggi il sovrappeso nel nostor Paese mostra un andamento significativo in diminuzione, mentre l’obesità, dopo una prima fase di iniziale decremento, è risultata tendenzialmente stabile per qualche anno, con un leggero aumento nel 2023. Per la precisione i bambini di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e quelli con obesità il 9,8% (per il 2,6% parliamo di obesità grave). Secondo OKkio alla Salute, inoltre, quasi 2 bambini su 5 non fanno una colazione adeguata al mattino, più della metà consuma una merenda abbondante a metà mattina, 1 su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate/gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno.

Il 37% delle bambine e dei bambini consuma i legumi meno di una volta a settimana e più della metà di loro mangia snack dolci più di 3 giorni a settimana. Quanto all’attività fisica, più del 70% dei piccoli italiani non si reca a scuola a piedi o in bicicletta e quasi la metà trascorre più di 2 ore al giorno davanti alla Tv, al tablet o al cellulare. Si mantiene inoltre stabile un gradiente geografico Nord-Sud, con prevalenze di eccesso ponderale più elevato nei bambini residenti nell’Italia meridionale.

L’impatto della pandemia

Ancora l’Iss ci spiega che durante il periodo pandemico, i bambini hanno aumentato il consumo di snack salati (24%) e cibi dolci (25%) e hanno leggermente diminuito quello di frutta (8%) e verdura (9%). Nonostante sia emersa una maggiore irregolarità quotidiana nel consumo dei pasti, sono stati rilevati però anche cambiamenti positivi come un maggiore consumo di pasti in famiglia (39%).

Esiste l’obesità sana?

Nel caso di persone con analisi a posto o senza evidenza di altre patologie si può davvero parlare di obesità sana? “A mio parere no: vuol dire che in quel momento la persona non ha ancora sviluppato ipertensione, osteoartrosi o altre patologie – puntualizza ancora Valeria Guglielmi – L’obesità infatti costituisce un fattore di rischio cardiovascolare in grado di indurre una maggiore incidenza di eventi cardio e cerebrovascolari, aumentando la frequenza e la gravità di altri importanti fattori di rischio quali la dislipidemia, l’ipertensione arteriosa e il diabete di tipo 2, ma anche molte altre complicanze, come le apnee ostruttive durante il sonno. Una delle complicanze emergenti dell’obesità è rappresentata dall’aumento del rischio di cancro: infatti il 55% dei tumori maligni diagnosticati nelle donne e il 24% di quelli diagnosticati negli uomini sono ritenuti obesità-relati”.

L’impatto sulla fertilità

Inoltre “l’obesità può inoltre determinare una riduzione della fertilità – ricorda Valeria Guglielmi – tanto che le donne con obesità presentano frequentemente disturbi del ciclo mestruale associati a una condizione di anovularietà con ridotto potenziale di concepimento e, in caso di gravidanza, rischio aumentato di complicanze ostetriche materno-fetali. Infine, non possono non essere ricordate le principali conseguenze psicologiche che l’obesità comporta, quali depressione o disturbi di ansia”.

I costi

Secondo un’indagine Ocse del 2019 in Italia obesità e sovrappeso rappresentano il 9% della spesa sanitaria e riducono il Pil del 2,8%. Inoltre in media l’eccesso ponderale è responsabile del 71% di tutti i costi delle cure del diabete, del 23% dei costi per le cure cardiovascolari e del 9% dei costi per le cure dei tumori. “Abbiamo inoltre i costi indiretti dovuti alle morti premature e alla riduzione della produttività lavorativa, che sembrano essere addirittura doppi rispetto ai costi diretti – aggiunge Gugliemi – Ma ogni dollaro speso per prevenire l’obesità produca un ritorno economico 6 volte superiore”.

I geni e l’ambiente

Non è la prima volta che lo scriviamo: sono numerosi i geni collegati all’obesità. Questa patologia “si caratterizza per una forte predisposizione genetica, dimostrata da studi effettuati in coppie di gemelli monozigoti. L’indice di massa corporea all’interno di queste coppie di gemelli non è solo molto simile ma, soprattutto, indipendente dal fatto che siano cresciuti insieme o separati alla nascita – risponde la specialista di Tor Vergata – Tuttavia, questa suscettibilità genetica,  molto rilevante, diventa manifesta solo in condizioni ambientali che favoriscono la vita sedentaria, la illimitata disponibilità di cibo e alimenti ad alta densità calorica“.

La prevenzione è possibile?

Se il trattamento dell’obesità è impegnativo, quanto appena detto evidenzia ancora una volta l’importanza della prevenzione: pensiamo agli stili di vita, in particolare fra i più giovani. In caso di sospetti o dubbi, è sempre bene parlare con il proprio medico. E farlo per tempo, ovvero prima che si manifestino problemi di salute.

Le opzioni

“Si profila all’orizzonte una rivoluzione nel paradigma del trattamento farmacologico dell’obesità che affiancherà in maniera sempre più decisa l’approccio nutrizionale, comportamentale e la chirurgia bariatrica. Ci riferiamo sia a farmaci già approvati per il trattamento dell’obesità e che saranno presto disponibili, ma anche a molecole che negli studi di Fase 3 hanno mostrato risultati particolarmente promettenti e incoraggianti. Questo a fronte di profili di sicurezza e tollerabilità buoni. Infatti, la maggior parte degli eventi avversi, per lo più di natura gastrointestinale, è risultata di entità lieve-moderata e transitoria, in quanto legata soprattutto all’incremento graduale della dose e che abbiamo in questi anni già in buona parte imparato a gestire”, conclude Guglielmi.

Leadership Forum
Paideia

Leggi anche

Ultima ora

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.