Il 9 febbraio gli Stati membri avrebbero dovuto ratificare l’accordo sulla ‘Corporate Sustainability Due Diligence Directive’ (CSDDD), approvata da Bruxelles il 14 dicembre 2023. La CSDDD (o CS3D) riguarda “il dovere di diligenza delle imprese in materia di diritti umani e ambiente”. Ovvero, la prevenzione degli impatti negativi in questi due ambiti nelle operazioni aziendali.
Una direttiva che parla di sostenibilità a 360 gradi. Tuttavia, il voto è stato rimandato a causa dell’astensione della Germania e delle preoccupazioni dell’Italia. E adesso le organizzazioni di ‘Impresa 2030 – Diamoci una regolata’ (ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair – Campagna Abiti Puliti, Fairtrade Italia, FOCSIV, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner, Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children Italia, WeWorld) chiedono ai ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso di non perdere “un’opportunità storica”.

Di fatto è così. “Sarebbe paradossale – spiega Impresa 2030 – se il Partito Liberale Tedesco influenzasse le posizioni di Berlino e Roma su una direttiva cruciale per il Green Deal europeo e lo sviluppo delle imprese del continente”.
Contro la concorrenza sleale e in protezione delle Pmi
La CSDDD farebbe contenti anche gli agricoltori, che in questo momento in sella ai loro trattori lamentano, tra le altre cose, la mancanza di una norma che contrasti la concorrenza sleale. I produttori stranieri sarebbero infatti costretti a conformarsi agli standard imposti.
Le piccole e medie imprese inoltre, si trovano spesso a subìre contratti predatori e pratiche commerciali dannose per i diritti umani, i diritti del lavoro e l’ambiente. La direttiva, a tal proposito, chiede alle aziende di rivedere clausole contrattuali oppressive.