Il 4 novembre del 1966 un evento meteorologico estremo ed inaspettato causò disastri a Venezia, dove la marea toccò i 194 cm sul livello medio del mare e rimase per 22 ore sopra quota 110 cm. Il Parlamento italiano promulga il 16/4/1973 la legge n. 171, prima Legge Speciale per Venezia, che dichiara la salvaguardia di Venezia e della sua laguna di “primario interesse nazionale”.
Il CNR costituisce a Venezia nel 1969 un nuovo Centro, che gestisce nel 1970 un “concorso internazionale di idee” per la regolazione delle maree. Ad esso segue nel 1975 un appalto concorso, che si conclude senza la scelta di un progetto da realizzare. Il Ministero dei Lavori Pubblici acquisisce i progetti nel 1980, ed affida uno studio ad un gruppo di esperti, che presenta nel 1981 il progetto di massima. Nel 1982 viene firmata la prima convenzione con il Consorzio Venezia Nuova (CVN), cui viene affidata la gestione del progetto attraverso una seconda legge speciale, n. 798 del 29/11/1984.
Dal 1988 al 1992 vengono eseguite sperimentazioni sul prototipo di una paratoia in un’area posta a ridosso della bocca di Lido. Un grande cassone metallico subacqueo (20 m per 17,5 m) montato su uno scafo (32 m per 25 m), sormontato da quattro colonne alte 20 m e una gru: è il prototipo in scala reale della paratoia, detto MOSE (Modulo sperimentale elettromeccanico), che viene inaugurato il 3/11/1988, alla presenza delle autorità, tra cui il veneziano vicepresidente del Consiglio Gianni De Michelis. Il nome di quel prototipo rimane ad indicare l’intera struttura di difesa. La continuità di risorse viene assicurata da altre leggi (n.360 del 1991, n.139 del 1992).
Il progetto preliminare di massima delle opere mobili, ultimato nel 1992, viene approvato nel 1994. Ma sulla strada verso i cantieri appaiono numerose difficoltà, tra cui il “giudizio di compatibilità ambientale negativa” espresso il 24/12/1998 dai ministeri dell’Ambiente e per i Beni e le Attività culturali, poi annullato dal TAR il 14/7/2000 per vizi formali e sostanziali. A febbraio 1999 il Comune di Venezia (sindaco Cacciari) si dice contrario, mentre quello di Chioggia (sindaco Guarnieri) lo approva. Una serie di revisioni e di approfondimenti portano il progetto in Consiglio dei ministri, che decide il 15/3/2001 il passaggio alla definitiva progettazione esecutiva.
Il 30/9/2002 il CVN consegna il progetto definitivo, con l’introduzione delle opere complementari e della conca di navigazione alla bocca di Malamocco. I primi finanziamenti arrivano il 29/12/2002, quando il CIPE assegna 450 milioni di Euro, a valere sui limiti di impegno resi disponibili dalla legge 1/8/2002 n. 166, finanziando così la prima tranche di lavori. Il 3/4/2003, il Comitato Interministeriale di Indirizzo e Controllo (Comitatone) decide all’unanimità il passaggio alla realizzazione del sistema MOSE, recependo anche le richieste del Comune di Venezia (sindaco Costa). Il 14/5/2003, a Venezia, il Presidente del Consiglio Berlusconi dà simbolicamente il via ai lavori, che iniziano con la costruzione della scogliera all’esterno della bocca di Malamocco.
Le proteste non diminuiscono, cercando di fermare i cantieri. Il 20/7/2006 il Comune di Venezia (sindaco Cacciari) chiede ed ottiene dal Governo (presidente Prodi) che vengano valutate, su un tavolo tecnico, alternative al progetto del MOSE. Si raccolgono 7 “proposte”, di varia natura, approfondimento e sostanza. Il “tavolo tecnico“ convocato nel novembre 2006 a Palazzo Chigi discute tali alternative, che appaiono inefficaci dal punto di vista della difesa e con effetti negativi rispetto alle problematiche ambientali. Il Governo Prodi decide di far continuare i lavori.
Il 14/04/2009 la Commissione Europea procede all’archiviazione della procedura di messa in mora, a suo tempo avviata in ordine alla presunta infrazione alle normative ambientali nell’ambito dei cantieri del MOSE. All’archiviazione della procedura di infrazione, la CE arriva dopo l’esame del Piano delle misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale e del Piano di monitoraggio degli effetti ambientali dei cantieri, stabilito nel 2004 e protrattosi sino al 2018. Il monitoraggio è condotto da CORILA, coinvolgendo 12 Istituzioni ed Enti di ricerca, e riguarda tutte le matrici ambientali potenzialmente impattate. L’agenzia del Ministero dell’Ambiente ISPRA convalida tutti i report. L’impatto ambientale dei cantieri, tanto temuto e sbandierato, semplicemente non c’è stato.
A seguito di indagini penali, che coinvolgono il CVN e diversi amministratori pubblici, il Prefetto di Roma il 1/12/2014 decreta di provvedere alla straordinaria gestione del CVN, procedendo alla nomina di amministratori straordinari. Dopo gli eventi alluvionali del novembre 2019, il Presidente del Consiglio, con DPCM del 27/11/2019, nomina un Commissario Straordinario “con il compito di sovrintendere alla prosecuzione dei lavori”. ll mandato degli amministratori straordinari del CVN si è chiuso con il DL 14/8/2020 n.108, che istituisce la figura del commissario liquidatore, nominato il 19/11/2020. Il 3/10/2020, per la prima volta, l’azionamento del MOSE salva la città di Venezia dall’ennesimo allagamento.
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*Pierpaolo Campostrini, Direttore Generale di CORILA, l’ente scientifico che coordina le ricerche inerenti la laguna di Venezia, è anche coordinatore di diversi progetti europei riguardanti il mare e le coste e le azioni di adattamento al cambiamento climatico.