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Un modello di armonia tra uomo e ambiente

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Velasco25 Articolo

In pochi luoghi al mondo il lavoro dell’uomo si sposa armonicamente con l’elemento ambientale come nella Laguna Veneta. La Regione del Veneto, nella realizzazione delle opere per la difesa di Venezia, ha rivolto particolare attenzione alla compensazione e riqualificazione ambientale. Numerosi i riferimenti legislativi, normativi. Ma anche le sinergie fra istituzioni ed enti, che nella realizzazione del MOSE hanno saputo costruire una progettualità comune, un dialogo fattivo, con l’obiettivo di realizzare un’opera unica nelle sue peculiarità, letteralmente ‘immergendola’ in uno degli ambienti naturali e storici più delicati e complessi.

L’operazione, una volta avviate le paratie, appare di successo: un modello sul quale è importante lo sguardo vigile della scienza, dei rappresentanti delle istituzioni, ma anche dei ricercatori che potranno proseguire l’attività di studio e analisi di sistema. La Regione, nell’attuazione dei monitoraggi, a partire dal 2008 si è attivata attraverso la sottoscrizione di un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Magistrato alle Acque. All’accordo è seguita la sottoscrizione di strumenti attuativi in cui il Ministero dell’Ambiente si è avvalso di ISPRA per lo screening.

Il 17 giugno 2013, l’accordo di programma sottoscritto tra il Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione stessa ha assegnato a quest’ultima la funzione di garante, regolando l’attività di verifica delle misure di compensazione nel rispetto delle direttive comunitarie. Nello svolgimento delle nuove funzioni, la Regione si è avvalsa dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto – ARPAV. L’entrata in funzione del MOSE ha certamente comportato alcuni cambiamenti sull’ecosistema lagunare (tanto che oggi si comincia a parlare di “laguna regolata”) e sulla sua gestione.

Le attività sono numerose, impegnative, abbisognano di risorse. Il 16 aprile di quest’anno si è celebrato il cinquantesimo anniversario della promulgazione della legge 171/1973, la prima Legge Speciale per Venezia: la lungimiranza dell’epoca rimane un esempio per proseguire nel delicato compito affidato alla Regione, cui sono demandate le funzioni relative al disinquinamento delle acque, al risanamento e alla gestione ambientale della laguna di Venezia e del suo bacino scolante, che comprende un territorio di circa 2.000 kmq, 108 comuni e 4 province. Per quanto attiene alle competenze regio- nali, la L.R. n. 17 del 27/02/1990 ha disciplinato gli interventi, prevedendo, all’art. 3, che la Giunta adotti il “Piano per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella laguna di Venezia”, approvato dal Consiglio Regionale il 1° marzo 2000.

Il Piano, recependo quanto stabilito dalla normativa nazionale, costituisce lo strumento di pianificazione nell’ambito della programmazione degli interventi regionali. I progetti finanziati dalla Regione Veneto con i fondi della Legge Speciale per Venezia appartengono a opere riconducibili agli ambiti “Fognatura e Depurazione”, “Territorio” (inteso come interventi finalizzati alla riqualificazione del reticolo idrografico del bacino scolante), “Bonifica dei Siti Inquinati”, “Agricoltura e Zootecnia” e “Monitoraggi Ambientali”. Evidenzio che la Regione del Veneto, in collaborazione con ARPAV, ha realizzato un sistema di monitoraggio e di controllo della rete idrica del bacino scolante che, sin dal 1998, garantisce l’acquisizione, senza soluzione di continuità, delle informazioni sullo stato di qualità delle acque del bacino scolante.

A partire dal 2010, le abituali attività di monitoraggio sono state integrate con specifiche campagne di screening dei corpi idrici del bacino scolante e della Laguna di Venezia. L’azione consente di acquisire gli elementi essenziali per la classificazione dello stato chimico ed ecologico dei corpi idrici, ai sensi della Direttiva 2000/60/CE e dalla normativa nazionale. L’attività prevede il dialogo con altri enti istituzionali, quali il Provveditorato Interregionale alle OO.PP. per il Veneto – Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e l’Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali.

Considero importante segnalare il permanere di una criticità finanziaria determinatasi a seguito della mancanza di stanziamenti a favore della Regione del Veneto a valere sui fondi della Legge Speciale per Venezia disposti dal “Comitato Interministeriale”. L’ultima assegnazione di risorse economiche risale a più di un decennio fa; specificatamente, alla seduta del 21 luglio 2011. Da allora, la Regione del Veneto non ha più beneficiato di fondi. In assenza di nuovi finanziamenti, più volte sollecitati, la sfida diventa ardua, in un momento storico in cui è necessario definire con largo anticipo le strategie per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici che rappresentano una minaccia concreta non solo per l’intero territorio, ma anche per il fragile equilibrio della Laguna di Venezia. Diventa urgente dare impulso a un nuovo sistema di governance forte e coeso, favorendo l’operatività degli organi dell’Autorità per la laguna di Venezia. Come vado spesso rammentando, solo il lavoro di squadra può consentire il raggiungimento ed il mantenimento di obiettivi ambiziosi, dei quali il MOSE è sicuramente un esempio concreto. Confido, tuttavia, in un dato certo e avvalorato dalle precedenti righe: la Regione garantirà, anche in futuro, il proprio sostegno e la propria peculiare attività.

Per leggere integralmente lo speciale Mose, Ingegno Italiano clicca QUI

*Luca Zaia è il Presidente della Regione Veneto. È stato Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del quarto Governo Berlusconi dal 2008 al 2010.

 

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