Tecnologia e AI alleate contro l’obesità. Questa volta parliamo di un nuovo algoritmo basato sull’intelligenza artificiale sviluppato a partire da 7 fattori, in grado secondo gli ideatori di prevedere la perdita di peso di un paziente che deve sottoporsi a un intervento di chirurgia bariatrica.
A mettere a punto l’agoritmo – descritto su The Lancet Digital Health e sostenuto dal progetto Sophia dell’Unione Europea- è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Lille (Francia) e dell’University College of Dublin (Irlanda): il tool aiuta a capire se è il caso di sottoporsi all’intervento di bypass gastrico o di sleeve gastrectomy per dimagrire.
“La perdita di peso a seguito di un intervento di chirurgia bariatrica può variare molto e questo rende più difficile per i pazienti e i medici valutare l’opportunità o meno di ricorrere al bisturi”, spiega Carel W. Le Roux, scienziato dell’University College of Dublin e tra gli autori dello studio, illustrato al Congresso mondiale dell’International Federation for the Surgery of Obesity and Metabolic Disorders (IFSO), che si apre oggi a Napoli. “Utilizzando l’Intelligenza artificiale, abbiamo sviluppato un nuovo strumento di previsione pre-intervento, creato con i dati di otto Paesi tra Europa, America e Asia”.
Come funziona
“Il principio di questo progetto è molto interessante e i metodi utilizzati sono estremamente nuovi – sottolinea Luigi Angrisani, professore associato in Chirurgia Generale all’Università Federico II Napoli e presidente del Congresso – I risultati saranno molto utili nella pratica clinica, ma sappiamo anche che nella vita reale non sempre i pazienti sono propensi a seguire i suggerimenti del chirurgo e la comunità chirurgica potrebbe richiedere altri studi per confermare il beneficio e l’accuratezza di questi fattori predittivi”.
Per realizzare il nuovo strumento di previsione i ricercatori hanno utilizzato i dati di 9.861 pazienti, dai quali sono stati poi selezionati sette fattori chiave, che sembrano avere una maggiore influenza sugli esiti dell’intervento di chirurgia bariatrica. In particolare, il modello di previsione si basa su età, peso, altezza, storia di fumo, stato e durata del diabete di tipo 2 e tipo. “Il nuovo modello – assicura Le Roux – è di facile utilizzo sia per gli operatori sanitari che per i pazienti”.
Il fattore chiave
Secondo gli autori l’elemento che più di tutti influenza la perdita di peso è il tipo di intervento chirurgico. “Gli esiti dello sleeve e del bypass gastrico sono praticamente indistinguibili solo fino a 1 anno dopo l’operazione – commenta Angrisani – In sostanza, dopo 12 mesi hanno prodotto la stessa perdita di peso. Tuttavia lo studio ha dimostrato la superiorità del bypass gastrico rispetto alla sleeve gastrectomy su un periodo lungo 5 anni”.
Un altro dei fattori selezionati risultato tra i più influenti è il diabete di tipo 2. “Diversi studi hanno già suggerito che la perdita di peso è inferiore nei pazienti con diabete di tipo 2 rispetto a quelli senza diabete, in particolare in quelli con diabete non controllato – sottolinea Angrisani – Inoltre è interessante che il nuovo algoritmo di previsione non includa il sesso tra i fattori predittivi più significativi per la perdita di peso dopo l’intervento di chirurgia bariatrica. Significa che non è dunque molto importante essere donna o uomo ai fini dell’intervento di chirurgia bariatrica”.
Le prospettive
Il nuovo algoritmo permetterà di ridurre “in modo sostanziale l’incertezza – conclude Le Roux – I pazienti e i medici saranno dunque in grado di prendere decisioni più informate su quale opzione chirurgica scegliere”. Un elemento che può fare la differenza per un gran numero di persone: come è stato detto in questi giorni a Napoli, la chirurgia dell’obesità è un’opzione per quella parte di pazienti obesi con Bmi (body mass index) superiore a 30. Gli interventi in Italia sono circa 30mila all’anno, ma coloro che potrebbero trarne beneficio si stima superino quota 3 milioni.