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Farmaci, nel 2022 la spesa nazionale sale a quota 34,1 mld

farmaci generici
Adyen Articolo
Velasco25

Il panorama farmaceutico italiano è ‘in salute’. A rivelarlo è il ventitreesimo Rapporto Nazionale “L’uso dei Farmaci in Italia”, curato dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Nel 2022, la spesa farmaceutica nazionale totale, pubblica e privata, ha raggiunto la cifra notevole di 34,1 mld di euro. È un aumento del 6,0% rispetto all’anno precedente.

È interessante notare che la spesa pubblica ha rappresentato il 68,9% della spesa totale, ammontando a 23,5 mld di euro, con un incremento del 5,5% rispetto al 2021. Una tendenza che riflette il costante impegno verso il miglioramento delle cure sanitarie e dell’accesso ai farmaci.

In particolare, la spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche ha raggiunto cifra 15,0 mld di euro (+8,6% sul 2021). L’incremento è stato parallelo all’aumento dei consumi, cresciuti del 5,7%.

Più del 60% dei cittadini ha ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica: si tratta di oltre 6 persone su 10. E la spesa pro capite e i consumi sono aumentati in base all’età. La fascia di popolazione over 64 ha rappresentato il 60% della spesa totale e delle dosi di farmaci.

Nella popolazione anziana la spesa media per utilizzatore è stata di 556 euro (601,5 euro negli uomini e 520,8 euro nelle donne). Quasi l’intera popolazione (98,4%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica.

Riguardo all’analisi del consumo di farmaci nella popolazione pediatrica invece, il rapporto ha rivelato un aumento delle prescrizioni, in particolare nei bambini tra i 6 e gli 11 anni. Gli antimicrobici per uso sistemico e i farmaci per l’apparato respiratorio sono risultati essere i farmaci più comunemente prescritti.

Farmaci cardiovascolari, categoria a maggior consumo

Il rapporto ha esaminato la spesa pro capite per farmaci, che nel 2022 è stata di 419,37 euro, con un aumento del 5,7% rispetto all’anno precedente. I consumi hanno raggiunto 1325,21 DDD (Dosi Definite Giornaliere) per 1000 abitanti, con un incremento dell’1,6% rispetto al 2021. Questi dati riflettono principalmente l’impatto dell’assistenza convenzionata.

Nel dettaglio, i farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (50,29 euro pro capite) e consumo (487,4 DDD) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (113,04 euro pro capite) e consumo (53,0 DDD) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.

I farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 71,6% della spesa e l’86,2% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, ad esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 21,9% della spesa e il 30,3% dei consumi.

La variabilità regionale e il confronto internazionale

Le Regioni del Nord Italia presentano una prevalenza inferiore di utilizzo dei farmaci (63,1%) rispetto alle Regioni del Centro (68,4%) e del Sud (69,5%). Questa eterogeneità può essere attribuita a diversi fattori, tra cui le differenze socioeconomiche e demografiche, e sottolinea la necessità di un approccio personalizzato nell’implementazione delle politiche sanitarie.

Altro panorama quello internazionale. Nel confronto, si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, sebbene l’Italia sia al 1° posto nell’incidenza della spesa e del consumo di farmaci biosimilari.

Considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, il nostro Paese ha prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia. E con 48,2 euro pro capite, risulta al 5° posto per la spesa dei farmaci orfani, dopo Austria (62,3 euro), Francia (62,0 euro), Belgio (50,3 euro) e Germania (49,3 euro).

 

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