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Da consulente a top manager, Joanne Jervis (Daiichi Sankyo) si racconta | VIDEO

Adyen Articolo
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Dai primi passi nel settore della salute, fino alla scelta della farmaceutica. Tra grandi sfide e ancor più grandi opportunità la nuova Managing Director di Daiichi Sankyo Italia si racconta

Tenacia, passione e integrità. Sono le ‘parole chiave’ per Joanne Jervis, Managing Director & Head of Specialty Business Division Daiichi Sankyo Italia, azienda farmaceutica nipponica presente in 25 Paesi, con oltre 120 anni di storia e 17mila dipendenti. Scozzese, Jervis ha una carriera particolare: ha studiato medicina podiatrica e ha lavorato per alcuni anni come podologo clinico prima di passare al pharma. In oltre 25 anni ha ricoperto una varietà di ruoli nel Regno Unito, in Irlanda e in numerosi Paesi europei, e da pochi mesi è arrivata nel nostro Paese.

​Lei è appena arrivata in Daiichi Sankyo Italia, quali sono le sue priorità?

In Italia ho trovato un business di successo, e questo ha facilitato il mio compito: ho cominciato a costruire proprio da lì. La mia intenzione è quella di continuare a lavorare con la comunità medica, le associazioni dei pazienti, le società scientifiche, proprio perché si stabilisca un rapporto di partenariato profondo basato sulla fiducia. Perché la fiducia è assolutamente importante. Come azienda farmaceutica abbiamo una grande responsabilità, quella di far sì che ai pazienti sia assicurata la miglior salute possibile.

Da donna leader in un settore dove la presenza femminile è significativa, quali sfide ha dovuto affrontare?

Le sfide sono state numerose lungo il mio percorso. Negli anni però sono cambiate. All’inizio, forse, la principale consisteva proprio nel farmi prendere sul serio. C’era una sorta di sessismo, di discriminazione contro le donne, soprattutto se giovani. E devo dire che questo a vent’anni mi intimoriva. Negli anni, fortunatamente, le cose sono migliorate. Ma c’è ancora qualcuno che mette in dubbio il tuo impegno, la tua professionalità, le tue capacità.

Restando in tema, quali sono i numeri di Daiichi Sankyo Italia in termini di diversità e presenza femminile?

Siamo 285 dipendenti di cui il 51% donne.
In Daiichi Sankyo Italia le donne sono presenti a tutti i livelli, da quello manageriale alle altre funzioni aziendali.​

La sua è una storia particolare: lei è entrata in Daiichi Sankyo come consulente per supportare l’azienda, poi ha deciso di rimanere, perché?

Quando sono arrivata nell’organizzazione mi ha particolarmente colpita la fiducia che mi è stata data, l’empowerment. Ho sentito che mi si dava carta bianca, responsabilità ma anche la possibilità concreta di intraprendere iniziative che implicavano l’assunzione di rischi. Mi sono trovata in un’azienda che guarda al futuro con occhi nuovi, e non ho voluto più andarmene.

Ha studiato Medicina Podiatrica e lavorato come podologo clinico, come è nato l’interesse per la farmaceutica?

Un po’ per caso. Due mie care amiche e colleghe dell’università, dopo la laurea sono state assunte in una casa farmaceutica. Io invece ho fatto esperienza nella pratica clinica e lì ho avuto la possibilità di incontrare persone che mi hanno fatto conoscere questo mondo. Un mondo che ho trovato affascinante. Quando poi un’azienda mi ha fatto una proposta, mi ha dato l’opportunità di entrare nel settore, ho deciso di cogliere l’occasione, ed eccomi qui.

Ha parlato di un’azienda con uno sguardo particolare sul futuro. Solo in Europa il fatturato di entrambe le divisioni (Specialty e Oncology) nell’anno fiscale 2022 è stato pari a oltre 1 mld  di euro. Può anticiparci qualcosa sulla pipeline Daiichi Sankyo e sui prodotti più interessanti?

Questo è un anno molto importante per l’azienda. Abbiamo due prodotti importanti per il settore cardiovascolare e quello oncologico. L’oncologia per noi è un settore chiave, e nella Specialty Division continuiamo a focalizzarci sullo sviluppo di farmaci innovativi in aree con elevati bisogni clinici non soddisfatti. Quello che veramente ci preme è concentrare la nostra attenzione, i nostri sforzi, per rispondere ai principali bisogni di salute della comunità.

L’Italia è uno dei leader farmaceutici in Europa, quali sono gli obiettivi del gruppo nel nostro Paese?

La nostra intenzione è quella di sviluppare una rete globale, mantenendo la nostra base italiana che ci permette di essere presenti non solo nel Paese, ma anche in Europa e all’estero a livello mondiale. Quindi sì: l’Italia sicuramente è un mercato centrale, destinato a svilupparsi e a crescere.

Da manager e donna medico, qual è il suo messaggio alle giovani donne che aspirano a una carriera in questo settore?

Si tratta sicuramente di un settore estremamente competitivo. Ma allo stesso tempo ci sono tantissime opportunità da cogliere e occasioni di crescita professionale. Alle giovani che vogliono entrare in questo settore consiglio di fare esperienza imparando quanto più possibile e accettando anche di cominciare da una funzione diversa rispetto a quello che avevano in mente. Perché una volta dentro, si aprono molte strade. Nella mia esperienza professionale e personale sono state tre le parole che mi hanno ispirata nell’intraprendere questo percorso: tenacia, passione e, più importante di tutte, integrità. Non dimentico mai che, con il nostro lavoro, diamo salute alle persone.

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