La Banca Centrale Europea (BCE) si prepara a continuare la sua politica di rialzi dei tassi anche nella prossima riunione di luglio, nel tentativo di contenere l’inflazione che sta prendendo una forma diversa alimentata dalle aziende e dalle richieste salariali dei lavoratori. Tuttavia, questa rotta da “falco” della BCE non è ben vista dal governo italiano e dai leader dei partiti della maggioranza, tra cui Salvini, Tajani ed Urso, che temono per la crescita del paese e hanno adottato un tono duro nei confronti di Francoforte.
L’ultimo indicatore di fiducia registra un calo in Italia, sia nel settore manifatturiero che nel commercio al dettaglio. Durante il forum organizzato a Sintra, la presidente Christine Lagarde ha accentuato il suo discorso vanificando le speranze di una possibile pausa autunnale dopo che i tassi sono saliti al 4%. Ha dichiarato che è “improbabile che nel prossimo futuro la banca centrale sia in grado di dichiarare con assoluta certezza che il livello massimo dei tassi sia stato raggiunto”. Inoltre, ha sottolineato che “il nostro lavoro non è ancora finito” e che “l’impatto complessivo degli incrementi dei tassi decisi a partire dallo scorso luglio, pari a 400 punti base, non si è ancora esplicato appieno”.
La BCE osserva un aumento persistente dei prezzi che non è più dovuto alla liquidità delle banche centrali o allo shock energetico. Inoltre, l’effetto dei rialzi dei prezzi da parte delle imprese si sta esaurendo. Ora ciò che preoccupa la BCE sono le richieste salariali dei lavoratori che cercano di compensare le perdite subite. Tuttavia, queste richieste si scontrano con una minore crescita della produttività, determinando un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto.
La BCE si interroga sul ritmo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria alle imprese e alle famiglie. La presidente Lagarde afferma che dinanzi a un processo inflazionistico più persistente, è necessaria una politica monetaria più persistente. Tuttavia, le forze della maggioranza italiana hanno duramente criticato la BCE, sottolineando gli effetti negativi sull’economia, come il calo della produzione industriale, dei finanziamenti bancari, il rallentamento della Germania (importante partner commerciale) e il calo della fiducia delle imprese.
I dati più recenti dell’Istat mostrano un calo dell’indice di fiducia nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio. Il vicepremier Antonio Tajani ha paventato il rischio di recessione, mentre il ministro Adolfo Urso ha definito le scelte della BCE poco comprensibili e inefficaci. Il vicepremier Matteo Salvini ha criticato la decisione di Lagarde, sottolineando che l’inflazione è stata causata dai prezzi dell’energia e ha annunciato l’intenzione di richiedere un incontro con il rappresentante italiano nel consiglio direttivo della BCE per discutere il problema e analizzare possibili soluzioni.
Il clima di tensione tra il governo italiano e la BCE si acuisce, mentre le preoccupazioni per la crescita economica e l’impatto dell’aumento dei tassi si fanno sempre più evidenti. Sarà necessario trovare un punto di incontro per bilanciare la lotta all’inflazione con la sostenibilità dell’economia italiana.