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Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo, Michele Coppola: come si intersecano arte e finanza | VIDEO

Michele Coppola Gallerie d'Italia Intesa Sanpaolo

Un miliardo di euro. È circa questo il valore complessivo dei beni artistici e della quota parte dei palazzi storici di Intesa Sanpaolo diventati luoghi espositivi – le Gallerie d’Italia – che la banca valorizza attraverso il proprio Progetto Cultura. Incontriamo Michele Coppola (nella foto in evidenza), Executive Director Arte Cultura e Beni Storici della Banca e Direttore di Gallerie d’Italia, all’interno delle Gallerie di Piazza San Carlo a Torino, ad un anno dalla loro apertura. Diecimila metri quadri di percorso espositivo su cinque piani, di cui tre ipogei, dedicati alla fotografia e al Barocco, negli spazi di Palazzo Turinetti, sede legale e storica di Intesa Sanpaolo.

Sono quattro in tutto le Gallerie, da nord a sud: oltre a Torino, Milano, Napoli e Vicenza. In queste città è presente una selezione tra le oltre 35mila opere appartenenti al patrimonio d’arte del Gruppo, dall’archeologia al contemporaneo. Solo poche banche nel mondo possono vantare un patrimonio artistico di questa consistenza. È un valore economico, sì, ma anche e soprattutto patrimonio identitario, entrato a far parte delle attività strutturali della banca. Una descrizione semplice ed efficace delle Gallerie d’Italia “penso possa essere ricondotta – dice a Fortune Italia Michele Coppola – alla volontà della più importante banca d’Italia, diventata azione concreta, di trasformare alcuni palazzi storici nel centro di alcune città importanti nel nostro Paese, da luoghi di lavoro a luoghi che valorizzano l’arte e la cultura. Un grande progetto culturale che non poteva che nascere in Italia”.

Da secoli ormai arte e finanza camminano fianco a fianco. Ci sono istituti di credito che organizzano mostre, chi finanzia restauri, chi conserva nei caveaux le opere o chi le mostra in pubblico. Il patrimonio artistico rappresenta per le banche da un lato una forma di investimento alternativo, dall’altro anche un modo per comunicare valori all’esterno. Cos’è precisamente per Intesa Sanpaolo?

D’impulso la risposta potrebbe essere che facciamo tutto: trasformiamo palazzi, valorizziamo collezioni di proprietà, acquisizioni, donazioni, realizziamo mostre temporanee, corsi di formazione, attività con le scuole, laboratori. Il lavoro intorno all’arte e la cultura è a 360 gradi, ma credo che, al di là della risposta immediata, sia importante fare un ragionamento più profondo. Bisogna evidenziare come il ruolo della finanza sia stato storicamente centrale nel far nascere le collezioni, nel sostenere gli artisti, fino ai giorni nostri. Se poi guardiamo alla storia del nostro Paese con 100 anni di anticipo rispetto al mercato mondiale, grazie a quella rete di istituti finanziari, di banche territoriali, di banche locali poi diventate fondazioni, ecco che le collezioni che chiamiamo oggi ‘corporate’ fanno parte della storia del nostro Paese, delle nostre comunità. E intorno a queste collezioni abbiamo dato vita a musei trasformando palazzi storici e nascono mostre temporanee. Credo che l’aspetto più importante da raccontare sia come il rapporto pubblico-privato faccia parte dell’impegno costante quotidiano della promozione della cultura, elemento centrale del nostro Paese. Non soltanto perché è doveroso farlo nei confronti dei patrimoni, non solo perché ha una leva di carattere turistico irrinunciabile, ma credo che abbia a che fare anche con l’identità professionale del nostro Paese.

Gallerie d’Italia di Torino - Intesa Sanpaolo
La Sala dell’Archivio Publifoto delle Gallerie d’Italia di Torino. Foto: Andrea Cappello. Courtesy: Intesa Sanpaolo

A proposito del rapporto pubblico-privato, le Gallerie d’Italia, con i suoi musei in quattro città, i 480.000 visitatori solo nel 2022, sono forse il progetto più importante in Italia di cultura pubblica interamente sostenuta da capitale privato.

Il dialogo col sistema privato è un asset straordinario che il nostro Paese può mettere a fattor comune. Penso che questa sia una chiave di lettura necessaria ormai per i nostri tempi. Il dialogo con altri musei funziona, così come il dialogo con altre fondazioni. Il mondo delle iniziative culturali in Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, mette in fila soggetti pubblici e privati che co-partecipano. E credo che sia davvero un elemento al quale guardare con sempre maggiore attenzione nei prossimi anni.

Gallerie d’Italia di Torino - Intesa Sanpaolo
La Sala Turinetti delle Gallerie d’Italia di Torino. Foto: Andrea Cappello. Courtesy: Intesa Sanpaolo

E poi ci sono i giovani. Gallerie d’Italia Academy, dedica ai ragazzi e alle ragazze iniziative di specializzazione, in considerazione anche del valore occupazionale-economico delle professioni legate al mondo dell’arte e della cultura. È un modo per avvicinare i giovani alla cultura?

Sì, abbiamo il corso di Alta Formazione in “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate”. Nelle nostre quattro sedi museali lavorano circa 150 giovani storici dell’arte che accolgono scuole e visitatori. Il corso di formazione nasce in seguito ad una riflessione fatta con due importantissime fondazioni di origine bancaria, Compagnia di San Paolo e Cariplo. È evidente che formare le competenze serve, perché siamo consapevoli che nell’arte e nella cultura ci sono spazi seri di crescita e di affermazione professionale. è un impegno che riguarda non solo la scuola, l’università e i musei pubblici, ma un impegno generale che mette insieme l’arte, la cultura, la musica, il cinema, i teatri di prosa, i teatri lirici, per una crescita del Paese che non è soltanto economica, ma che è culturale, civile e che ha a che fare con l’identità dell’Italia.

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