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Un fiore contro i tumori delle donne, le azalee Airc per la Festa della mamma

tumori

Per affrontare un tumore è importante poter contare su famigliari e amici. Lo racconta Francesca, volto di quest’anno della campagna dell’Azalea della ricerca, insieme alla mamma Antonella. Non è un caso: la campagna di Fondazione Airc fiorisce nel giorno della Festa della mamma per dare forza ai ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e trattamenti più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.

Ventimila volontari dei 17 comitati regionali saranno presenti in oltre 3.600 piazze domenica 14 maggio a distribuire l’Azalea della ricerca (a fronte di una donazione di 18 euro) per sostenere il lavoro dei ricercatori contro i tumori femminili. Insieme alla pianta verrà consegnata la speciale Guida con informazioni sulla prevenzione ‘età per età’.

La storia

Quello dell’azalea della ricerca è un appuntamento che si rinnova dal 1984 e che in 39 anni ha permesso di raccogliere oltre 290 milioni di euro. “Si dice che ‘la mamma è sempre la mamma’ – racconta la testimonial Francesca – e non potrei essere più d’accordo. È stata con me ogni minuto, da quando mi hanno detto che avevo un linfoma di Hodgkin, mi ha accompagnata a ogni visita, a ogni seduta di chemioterapia, a ogni ricovero; è stata la mia forza. Dico sempre che senza i miei affetti non ce l’avrei fatta: la mia famiglia, il mio compagno, gli amici, quelli veri, mi hanno sostenuto ogni giorno durante la battaglia contro il cancro. Sono sincera quando dico che da sola non so se ce l’avrei fatta!”.

In aumento i tumori delle donne

Nel 2022 in Italia sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019. I più frequenti sono stati quelli di: seno (55.700), colon-retto (20.100), polmone (14.600), utero (10.200), tiroide (8.700), pancreas (7.900), linfoma non-Hodgkin (6.300), stomaco (5.900), vescica (5.900), melanoma (5.700).

Non dimenticare la prevenzione

Gli screening, proposti gratuitamente per alcune patologie e ad alcune fasce della popolazione, consentono di individuare lesioni precancerose oppure la presenza di un tumore quando è ancora allo stadio iniziale. L’adesione ai programmi di screening in Italia però è ancora troppo bassa e si è ridotta negli anni di Covid.

La ricerca

Negli ultimi anni la sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi di cancro ha raggiunto il 65% grazie agli importanti risultati ottenuti dagli scienziati. “Come i bombardieri di notte, i tumori spesso si nascondono e non si fanno riconoscere dal nostro sistema immunitario – racconta Alberto Bardelli, direttore Scientifico di Ifom, l’istituto di oncologia molecolare di Fondazione Airc e ordinario all’Università di Torino, con il suo gruppo di ricerca ha recentemente individuato attraverso studi preclinici una strategia terapeutica che potrebbe rendere sensibili all’immunoterapia i tumori del colon in fase metastatica – vogliamo accendere le loro ‘luci di posizione’, in modo che diventino visibili. Il nostro prossimo obiettivo è portare i risultati di questo studio di laboratorio in una sperimentazione clinica a beneficio dei pazienti”.

Ma la ricerca ha bisogno di ‘benzina’: pensiamoci nel giorno della Festa della mamma.

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