L’immersività è qualcosa che se non la provi non puoi capire (e quindi spiegare) fino in fondo. Fabio Valeri, Chief delivery officer di Noema Digital, la società di servizi per la trasformazione digitale presente al II Forum Innovazione di Fortune Italia, lo dice subito, in premessa. Lo abbiamo incontrato al secondo piano delle Ogr di Torino, la sede che ospita l’evento. Con un piccolo particolare: lui era davvero nel capoluogo piemontese, noi eravamo altrove. In redazione a Roma.
È bastato lo schermo di un computer. E un avatar. Il metaverso, come recitano alcuni post su Instagram, “è un concetto di cui sappiamo spaventosamente poco”. Quel che è certo è che sì: un’intervista nella realtà virtuale non è facile da raccontare. Come direbbero gli inglesi, è una ‘full experience’. Ma come per molte altre cose, forse presto dovremmo farci l’abitudine. Perché società come Noema Digital che offrono ad aziende – e non solo – progetti di trasformazione digitale diventano sempre di più.
“In questo momento stiamo trasmettendo l’evento di Fortune Italia in diretta nel metaverso. Le aziende hanno capito di dover cambiare mentalità, strategie e cultura e la nostra mission è accompagnarle in questo percorso”, spiega Valeri.

Noema Digital è una spin-off di Noema Hr, una società di consulenza che si occupa di risorse umane. “Il lato ‘umano’ ci è rimasto”, ironizza Valeri. Nonostante in molti pensino che la realtà virtuale distruggerà le relazioni nel mondo naturale, Valeri è infatti convinto che il metaverso sia una tecnologia ‘potenziante’ per l’essere umano: grazie alla sua capacità di portare interazione e quindi socialità anche attraverso i canali digitali.
Pensiamoci un momento. Quando accediamo ad un qualunque sito web (e su una piattaforma social) non ci sentiamo ‘soli’. Proviamo invece ad entrare in un canale del metaverso. Sapendo di poter incontrare altre persone o trovandole già lì, dice Valeri, “la situazione cambia”.
“Percepiamo la solitudine perché percepiamo gli altri. Questo, è in realtà uno dei punti di forza del metaverso, perché vuol dire che la nostra presenza è così forte che immediatamente si attivano delle dinamiche sociali. È esattamente ciò che avviene se entriamo in un luogo tridimensionale”.
Valeri ha raccontato come gli ambiti su cui si concentri principalmente Noema Digital siano nello sport, negli eventi, per il marketing e per il benessere. “Lo scopo è consentire alle aziende di attirare un pubblico diverso indipendentemente dal posto in cui si trovano. Ed è possibile farlo con un visore ma anche semplicemente con un computer”.
Poter trasportare le persone in ambienti diversi (non solo andando da un punto A a uno B) ha un forte impatto sotto tanti punti di vista. Valeri, mentre sul palco di Ogr si alternavano i partecipanti del forum, ci ha portati a vedere la sala riunioni di Noema Digital. “È una formalità, preferiamo riunirci in ambienti più innovativi. Si può tenere una lezione sulla creatività in ufficio o in riva al mare. È una scelta, non è lo stesso. Quello che ci circonda predispone la nostra mente in una determinata maniera. Del metaverso dovremmo capire soprattutto questo: che rappresenta un plus facile da ottenere”.
Un’azienda che ha bisogno di realizzare un oggetto, ad esempio, nel metaverso può vedere tutte le fasi della progettazione nello spazio. “La simulazione è fondamentale. Fa risparmiare tempo e permette di costruire ciò che si è immaginato o qualcosa di migliore, perché nel mondo virtuale guardando il risultato finale è sopraggiunta un’altra idea”, continua Valeri.
Ci sono dei rischi, è ovvio. Come in tutto. Questi rischi includono il furto di dati e le violazioni di privacy. E non solo. “Ci vuole anzitutto una moderazione per le persone che possono importunare gli altri. Ma sono problemi che riguardano il digitale in generale”, sottolinea il Cdo.

Il metaverso, comunque, che sia in ambito aziendale o meno, non si limita a connettere le persone alla rete e basta. E non è una vita parallela, non sostituisce la vita reale. “Connette le persone alle persone nella rete, ci aiuta a fare cose che altrimenti non potremmo fare, come questa intervista. Noi crediamo molto nell’interazione umana, non bisogna pensare che la realtà virtuale annulli quella fisica, anzi. Deve arrivare laddove non è possibile incontrarsi di persona”.
Noema Digital ha ricreato Italia-Germania dell’82, in esposizione al Museo del calcio di Coverciano. E Italia-Brasile al Museo della Fifa. Si tratta di esperienze immersive che permettono di rivivere un momento storico a chi in quel momento non c’era. “Al centro del metaverso” conclude l’avatar di Valeri, “c’è la persona“.