MDM Team è una Pmi specializzata in robotica sottomarina. I suoi droni all’avanguardia sono impiegati con successo per il monitoraggio dei fondali
“Molte persone non si immergono con la maschera e si perdono lo spettacolo impagabile della natura. Sott’acqua c’è un mondo meraviglioso e perlopiù inesplorato: non abbiamo visto ancora niente”.
Quando parla del mare e dei segreti insondabili che si annidano là sotto, Vincenzo Calabrò è pervaso da un entusiasmo contagioso. Ingegnere siciliano trapiantato in Toscana, dal 2019 è il direttore tecnico di MDM Team, una Pmi nata a Firenze nel 2012 che ha fatto della robotica sottomarina il suo core business.
Zeno è il prodotto di punta dell’azienda fiorentina, un drone sottomarino autonomo ibrido. “I veicoli sottomarini – spiega Calabrò – si dividono in due categorie: gli Auv, Autonomous Underwater Vehicle, che portano a termine la missione in autonomia, senza dover essere collegati via cavo a un pilota umano. E i Rov, Remotely Operated Vehicle, che sono invece comandati da remoto. Zeno può operare in entrambe le modalità”.
Presentato a Expo Dubai, Zeno è il frutto di intensi anni di lavoro e ricerca. “Operare sott’acqua – spiega il Cto – è complicato. Le comunicazioni radio non funzionano: l’acqua si comporta come un muro invalicabile. Realizzare le tecnologie in grado di superare questi ostacoli può essere molto dispendioso. Cerchiamo di portare avanti delle soluzioni tecnologicamente avanzate contenendo i costi”.
Zeno arriva fino a cento metri di profondità. Progettato in principio per le missioni archeologiche, può essere impiegato per il pattugliamento delle coste, la scansione dei fondali, oppure in supporto alle operazioni di sorveglianza delle autorità portuali. Zeno scansiona il fondale marino con il sonar; i dati raccolti sono poi elaborati da una control station che ricostruisce in tempo reale le immagini acustiche. Da questa mappa georeferenziata, l’operatore può selezionare un punto di interesse da ispezionare successivamente con le telecamere.
I prodotti MDM risultano particolarmente efficaci nelle operazioni di monitoraggio ambientale. “Con il progetto europeo Romero – racconta Calabrò – abbiamo messo a punto un sistema integrato di monitoraggio per ambienti ostili. Scegliemmo come caso studio l’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie. In quel periodo l’attività vulcanica si intensificò e l’isola venne evacuata. Le boe residenti, ancorate al fondale, tracciavano le condizioni biochimiche dell’acqua: pH, temperatura, conduttività. A terra, la stazione di controllo raccoglieva i dati. Quando i valori superavano una certa soglia, avvisavamo per tempo la Protezione civile, che poteva così attivare un drone aereo per effettuare una scansione del cratere. Comunicando le situazioni anomale, aiutavamo le istituzioni a prendere decisioni più consapevoli”.
Per il progetto ‘Marta’ della Regione Toscana, MDM ha invece fatto ricorso ai drifter oceanografici. “Sono delle boe che vengono lasciate alla deriva, trasportate dalle correnti – chiarisce – rilevano la presenza delle microplastiche e consentono la mappatura in tempo reale degli sversamenti. Con il progetto europeo RHE-Mediation, stiamo studiando un sistema di monitoraggio, sia fisso che mobile, delle aree del Mediterraneo in cui potrebbero verificarsi sversamenti di inquinanti”.
Il mercato dei veicoli autonomi subacquei è destinato a crescere in modo vertiginoso nei prossimi anni. “L’accelerazione delle tecnologie e l’abbassamento dei costi porteranno all’apertura del mercato consumer. Noi stiamo provando a giocare d’anticipo. È importante – conclude Calabrò – disporre oggi della tecnologia necessaria per essere competitivi nel presente e nell’immediato futuro: chi sa farsi trovare pronto ha maggiori possibilità di imporsi sul mercato”.