Il futuro che Sam Altman e OpenAI vogliono costruire è tanto fantastico quanto terrificante
Un paio di volte ogni decina d’anni arriva un prodotto che prende una tecnologia adatta all’oscurità degli scantinati dei dipartimenti di ingegneria e la trasforma in qualcosa che anche la vostra vecchia zia sa come usare. C’erano browser web già nel 1990. Ma solo quando è arrivato Netscape Navigator nel 1994 la maggior parte delle persone ha scoperto Internet. Il 30 novembre 2022, l’intelligenza artificiale ha avuto quella che potrebbe rivelarsi la sua svolta alla ‘Netscape Navigator’. Un avvenimento firmato Sam Altman, Ad di OpenAI, una società di intelligenza artificiale con sede a San Francisco fondata nel 2015 con il sostegno finanziario di un gruppo di nomi pesanti della Silicon Valley, tra cui Elon Musk, Peter Thiel e il collega di PayPal, e cofondatore di LinkedIn, Reid Hoffman.
Il 30 novembre, circa sette anni dopo il lancio dell’azienda, Altman ha twittato: “Oggi abbiamo lanciato ChatGpt. Provate a parlagli qui”, con un link che avrebbe consentito a chiunque di registrarsi gratuitamente per iniziare a conversare con il nuovo chatbot di OpenAI. Non solo per fare una chiacchierata sul meteo. Amjad Masad, un ingegnere e Ceo del settore software, ha chiesto di eseguire il debug del suo codice, e ChatGpt lo ha fatto. Gina Homolka, food blogger e influencer, gli ha fatto scrivere una ricetta per biscotti con gocce di cioccolato. Riley Goodside, un ingegnere di Scale AI, ha chiesto di scrivere la sceneggiatura per un episodio di Seinfeld. Guy Parsons, un marketer che gestisce anche una galleria d’arte online dedicata all’intelligenza artificiale, gli ha fatto scrivere suggerimenti da usare in un altro sistema di intelligenza artificiale, Midjourney, che crea immagini da descrizioni testuali. Roxana Daneshjou, dermatologa della Stanford University School of Medicine che studia anche le applicazioni dell’AI in medicina, ha posto domande mediche. Molti studenti lo hanno usato per fare i compiti. Tutto questo, solo nelle prime 24 ore dopo il rilascio.
Ci sono stati altri chatbot prima. Ma non come questo. ChatGpt può sostenere dialoghi lunghi e fluidi, rispondere alle domande e comporre quasi ogni tipo di materiale richiesto, inclusi piani aziendali, campagne pubblicitarie, poesie, barzellette, codice informatico e sceneggiature di film.
È tutt’altro che perfetto: i risultati non sono sempre accurati; non può citare le fonti delle sue informazioni; non ha quasi alcuna conoscenza di nulla di ciò che è accaduto dopo il 2021. E i risultati che offre, sebbene spesso abbastanza validi per una classe di scuola superiore o un corso universitario, sono raramente lucidi come quelli che un esperto umano potrebbe produrre.
D’altra parte, ChatGpt produce questi contenuti in un secondo, con poca o nessuna conoscenza specifica da parte dell’utente, e molto di ciò che produce non è affatto male. Entro cinque giorni dalla sua uscita, più di 1 milione di persone avevano giocato con ChatGpt: un traguardo che Facebook ha impiegato 10 mesi per raggiungere.
La tecnologia dell’intelligenza artificiale, negli ultimi dieci anni, ha fatto costanti incursioni nel business e ha migliorato gran parte del software che usiamo ogni giorno senza generare molto entusiasmo tra i non tecnologi. ChatGpt ha cambiato la situazione. Improvvisamente tutti parlano di come l’AI potrebbe sconvolgere i loro posti di lavoro, aziende, scuole.
ChatGpt fa parte di un’ondata di tecnologie di intelligenza artificiale note come ‘AI generativa’: tra queste anche i generatori di contenuti artistici come Midjourney e Lensa. La storia di OpenAI, in prima linea nella prossima grande corsa del settore tecnologico, ha tutte le caratteristiche di una nuova epopea del settore startup, con un cast di personaggi stellari e un successo tra gli investitori cha la sta portando a una valutazione da 29 mld di dollari.
La recente ascesa di ChatGpt provoca invidia, meraviglia e paura: è stato riportato che Google, il cui redditizio impero di ricerca potrebbe essere in pericolo, ha diramato un ‘codice rosso’ interno, in risposta al lancio. Ma OpenAI è un membro improbabile del club delle superpotenze tecnologiche. Fino a pochi anni fa, non era affatto un’azienda ma un piccolo ente senza scopo di lucro dedicato alla ricerca accademica. I principi etici iniziali, come proteggere l’umanità dai pericoli di un’AI senza freni, rimangono.
Allo stesso tempo, OpenAI ha attraversato una trasformazione interna che ha diviso il suo staff originale e ha portato una maggiore attenzione ai progetti commerciali rispetto alla tecnologia pura.
Alcuni critici sostengono che rilasciare ChatGpt è pericoloso e un segno di quanto profondamente l’approccio di OpenAI sia cambiato. Una partnership con Microsoft che include fino a 10 mld di dollari di nuovo capitale potrebbe portare il gigante del software ad assicurarsi la maggior parte dei profitti di OpenAI per gli anni a venire. È probabile che quell’accordo rafforzi la percezione che i loro sforzi, un tempo idealistici, ora siano tesi a fare soldi.
Detto questo, i documenti visti da Fortune rivelano quanto sia stato poco redditizio il debutto del business di OpenAI. Altman, il 37enne cofondatore e Ceo, incarna la natura stessa di OpenAI. Un imprenditore tecnologico seriale noto più per il talento nel business che per quello ingegneristico, Altman è sia l’architetto della crescente valutazione di OpenAI che il suo primo ‘detrattore’: parla pubblicamente di quanto ChatGpt sia lontano dall’essere veramente affidabile. Allo stesso tempo, vede la tecnologia come un passo avanti nella sua più ampia e donchisciottesca missione aziendale di sviluppare una superintelligenza informatica nota come intelligenza generale artificiale o AGI.
“L’AGI è probabilmente necessaria per la sopravvivenza dell’umanità”, ha twittato Altman a luglio. “I nostri problemi sembrano troppo grandi per essere risolti senza strumenti migliori”. È una filosofia insolita per un’impresa redditizia, soprattutto considerando che alcuni scienziati informatici respingono l’ossessione di Altman come una fantasia. “L’AGI è semplicemente una sciocchezza”, dice Ben Recht, uno scienziato informatico presso l’Università della California a Berkeley. “Voglio dire, non è niente di concreto”.
Eppure, con ChatGpt, Altman ha trasformato OpenAI – e la più ampia mission sull’intelligenza artificiale – nella cosa che affascina di più il mondo della tecnologia. La domanda è se la partnership che ha forgiato con Microsoft possa correggere i difetti di ChatGpt e capitalizzare il vantaggio iniziale, trasformando l’industria tecnologica.

Google e altri titani sono al lavoro sulle proprie piattaforme di intelligenza artificiale; e in futuro, un software più raffinato potrebbe far sembrare ChatGpt un gioco da ragazzi. OpenAI potrebbe un giorno scoprire che, proprio come il breve regno di Netscape nel mondo dei browser, la sua svolta ha aperto la porta a un futuro di cui non fa parte.
Un giovedì sera di metà gennaio a San Francisco, Altman appare in pubblico: cosa rara. Vestito con un maglione grigio, jeans blu e un paio di scarpe da ginnastica, il Ceo entra in una stanza piena di investitori, tecnici e giornalisti, tutti riuniti per raccogliere qualsiasi notizia su ChatGpt o sull’imminente round di finanziamento. Quando il suo intervistatore, Connie Loizos, fondatrice di StrictlyVC, una società di media focalizzata sul capitale di rischio, gli chiede del grande interesse dei media, Altman risponde: “Non leggo i giornali”.
L’evento, al 46° piano della Salesforce Tower, è con soli posti in piedi. Uno dei relatori durante un panel fintech che si svolge prima dell’intervista dice alla folla che è consapevole che stanno “tutti aspettando Sam Altman”.
Ma nonostante il brusio e le voci circolanti sull’investimento di Microsoft, Altman sembra fare di tutto per smorzare l’eccitazione. “Una delle cose strane di queste tecnologie è che sono affascinanti ma non solide”, dice alla folla. “Le usi nella prima demo e dici, ‘wow, è incredibile’. Ma poi lo riusi cento volte, e vedi tutti i difetti”. Questo tipo di cautela sembra essere la filosofia ufficiale del quartier generale di OpenAI, situato in una vecchia fabbrica di bagagli nel Mission District di San Francisco. Se ChatGpt è davvero la svolta epocale dell’AI, va detto che stava per non verificarsi: OpenAI ha quasi ucciso il progetto, mesi fa.
L’interfaccia di chat che consente agli utenti di conversare con l’AI è stata inizialmente concepita da OpenAI come un modo per migliorare i suoi ‘modelli linguistici di grandi dimensioni’ o LLM (large language models). La maggior parte dei sistemi di intelligenza artificiale generativa ha un LLM. Sono creati prendendo reti neurali molto grandi – un’intelligenza artificiale basata sulle connessioni nel cervello umano – e applicandole a grandi quantità di testo creato dall’uomo.
Da questa libreria, il modello apprende una mappa complessa della probabilità statistica che qualsiasi gruppo di parole appaia una accanto all’altra in un dato contesto. Ciò consente agli LLM di eseguire una vasta gamma di attività di elaborazione del linguaggio naturale, dalla traduzione al riepilogo, fino alla scrittura.
OpenAI aveva già creato uno degli LLM più potenti al mondo. Chiamato Gpt-3, prende in considerazione più di 175 miliardi di connessioni statistiche ed è addestrato su circa due terzi di Internet, tutta Wikipedia e due grandi dataset di libri. Ma OpenAI ha scoperto che può essere difficile usare Gpt-3 per produrre esattamente ciò che un utente vuole. Un team ha avuto l’idea di utilizzare il reinforcement learning, in cui un sistema di intelligenza artificiale impara da tentativi ed errori per ‘massimizzare una ricompensa’, e quindi perfezionare il modello. Il team ha pensato che un chatbot potesse essere un ottimo candidato per questo metodo poiché il feedback costante, sotto forma di dialogo umano, avrebbe reso facile per il software di intelligenza artificiale sapere quando aveva fatto un buon lavoro e dove invece doveva migliorare. Quindi, all’inizio del 2022, il team ha iniziato a costruire quello che sarebbe diventato ChatGpt.
Quando è stato pronto, OpenAI ha permesso ai beta tester di giocare con ChatGpt. Ma non l’hanno accolto nel modo in cui OpenAI aveva sperato, secondo Greg Brockman, cofondatore di OpenAI e suo attuale presidente. Non era chiaro alle persone di cosa avrebbero dovuto parlare con il chatbot. Per un po’, OpenAI ha cambiato strategia e ha cercato di costruire chatbot esperti che potessero aiutare i professionisti in settori specifici. Ma anche questo sforzo ha incontrato problemi, in parte perché OpenAI mancava dei dati giusti per addestrare dei bot esperti. Allora, dice Brockman, OpenAI ha deciso di prendere ChatGpt e lasciarlo al pubblico. “Ammetto che non ero convinto”, dice Brockman. La viralità istantanea del chatbot ha colto OpenAI alla sprovvista, insistono i suoi dirigenti. “È stato decisamente sorprendente”, afferma Mira Murati, Chief technology officer di OpenAI. All’evento VC di San Francisco, Altman ha detto che “si sarebbe aspettato forse un ordine di grandezza in meno di tutto”, hype compreso.
ChatGpt non è l’unica creatura di OpenAI. Il suo staff relativamente piccolo di 300 persone ha spinto i confini di ciò che l’AI può fare quando si tratta di creare, e non semplicemente analizzare, i dati. DALL-E 2, un’altra creazione di OpenAI, consente agli utenti di creare immagini fotorealistiche digitando solo poche parole. Il sistema è stato ora emulato da altri, tra cui Midjourney e un concorrente open source chiamato Stability AI. Tutti questi generatori di immagini hanno degli svantaggi, in particolare la loro tendenza ad amplificare i pregiudizi nei dati su cui sono stati addestrati, producendo immagini che possono essere razziste e sessiste. Focalizzando il suo LLM su codice informatico, OpenAI ha anche creato Codex, un sistema in grado di scrivere codici per i programmatori, che devono solo specificare in linguaggio semplice cosa vogliono che il codice faccia. Ma ci sono altre innovazioni. OpenAI ha un LLM ancora più potente chiamato Gpt-4 (il modello è stato rilasciato a marzo, ndr). Altman ha anche detto che la società sta lavorando su un sistema in grado di generare video da descrizioni testuali. Nel frattempo, è arrivata una versione commerciale di ChatGpt.
Un cinico potrebbe suggerire che il fatto che OpenAI fosse nel bel mezzo della raccolta di un grande round di capitale potrebbe avere qualcosa a che fare con i tempi del rilascio di ChatGpt. OpenAI dice che la tempistica è casuale. Quello che è certo è che ChatGpt ha agitato delle acque piene di squali. Ha scatenato il panico tra le società di investimenti che sperano di accaparrarsi azioni nella vendita dell’equity attualmente in mano a dirigenti, dipendenti e fondatori di OpenAI. Questa tender offer è stata ipotizzata insieme a un investimento di 10 mld di dollari da Microsoft, che ha iniziato a lavorare con OpenAI nel 2016. Ha formato una partnership strategica con la startup e ha annunciato un investimento di un miliardo nella società tre anni fa. Secondo fonti che hanno familiarità con la vicenda, per l’ipotetica tender offer si sarebbe registrato un’eccesso di domanda, nonostante una struttura insolita che darebbe a Microsoft un grande vantaggio finanziario.
Secondo i documenti visti da Fortune, al completamento del suo nuovo investimento e dopo che i primi investitori di OpenAI avranno recuperato il loro capitale iniziale, Microsoft avrà diritto al 75% dei profitti di OpenAI fino a quando non recupererà i 13 mld che ha investito, una cifra che include un precedente investimento di 2 mld in OpenAI che non era stato divulgato fino a quando Fortune non lo ha riportato, a gennaio. La quota di Microsoft scenderà quindi al 49%, fino a quando il gigante del software non guadagnerà 92 mld. Nel frattempo, anche gli altri investitori di venture capital e i dipendenti di OpenAI avranno diritto al 49% dei profitti di OpenAI fino a quando non guadagneranno circa 150 mld. Se questi limiti vengono raggiunti, le azioni di Microsoft e degli investitori torneranno alla fondazione senza scopo di lucro di OpenAI.
In sostanza, OpenAI ‘presta’ l’azienda a Microsoft. Per quanto tempo? Dipende da quanto impiegherà OpenAI a fare soldi. Ma riguadagnare il suo investimento, per non parlare di raggiungere quegli obiettivi, potrebbe richiedere un po’ di tempo. I documenti visti da Fortune rivelano che OpenAI ha avuto ricavi relativamente modesti fino a pochi mesi fa ed era pesantemente in perdita. L’anno scorso, si prevedeva che la società avrebbe registrato poco meno di 30 mln di dollari di entrate, secondo i documenti. Ma prevedeva spese di 416,45 mln di dollari per l’elaborazione e i dati, 89,31 mln di dollari per il personale e 38,75 mln di dollari in altre spese operative non specificate. In totale, la sua perdita netta nel 2022, escluse le stock option dei dipendenti, è stata proiettata a 544,5 mln di dollari. E con ChatGpt, quelle perdite potrebbero essere alle stelle: Altman ha detto su Twitter, in risposta a una domanda di Elon Musk, che OpenAI spendeva “centesimi” di dollaro per ogni interazione che gli utenti avevano con ChatGpt. Il totale ha probabilmente raggiunto molti milioni di dollari, quando il bot è diventato popolare.
OpenAI prevede che, con ChatGpt come canto della sirena in grado di attirare i clienti, le sue entrate aumenteranno rapidamente. Prevede 200 mln di entrate per il 2023 e si aspetta che i ricavi superino 1 mld di dollari nel 2024, secondo i documenti. Non si prevede come le spese di OpenAI potrebbero crescere e quando potrebbe registrare un profitto. Le aziende hanno rifiutato di commentare queste cifre, ma indicano una realtà ovvia: sia OpenAI che Microsoft pensano che l’ex laboratorio senza scopo di lucro ora abbia qualcosa che si può vendere.
Microsoft sta già raccogliendo i frutti della partnership. Ha lanciato una suite di strumenti e servizi con marchio OpenAI nel suo cloud Azure che consentirà ai clienti di Azure di accedere alla tecnologia di OpenAI, inclusi gli strumenti GPT e DALL-E. Il marketplace automobilistico CarMax e il gigante finanziario Morgan Stanley hanno già lanciato nuovi servizi che vengono eseguiti su questi strumenti di Azure. Eric Boyd, Corporate Vice President of AI Platform di Microsoft, afferma che soddisfare le esigenze di formazione per usare gli LLM di OpenAI ha portato innovazioni a vantaggio di tutti i clienti Azure. Ad esempio, Microsoft ha creato dei cluster di supercalcolo per l’AI che ritiene siano i più potenti al mondo e ha creato diverse innovazioni software per semplificare l’addestramento e l’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni su queste macchine. Microsoft sta gradualmente infondendo la tecnologia di OpenAI in gran parte del suo software. Già a inizio anno aveva rilasciato un creatore di immagini all’interno di Bing, il suo motore di ricerca (l’AI è stata poi implementata anche nella ricerca testuale, ndr) e un nuovo strumento di progettazione grafica Designer, entrambi basati su DALL-E; uno strumento abilitato per GPT-3 all’interno del software Power Apps e uno strumento di ‘suggerimento’ di codice informatico, GitHub Copilot, basato sul modello Codex di OpenAI.
Anche se non sposta una quota enorme delle entrate di Azure, la relazione con OpenAI dà un buon posizionamento al marchio, afferma Dan Romanoff, analista senior di ricerca dei mercati che si occupa dei titoli tecnologici per Morningstar. “È di alto profilo”, dice. “La possibilità di prendere una soluzione di intelligenza artificiale sviluppata da OpenAI, metterla su Azure, chiamarla Azure AI: così restano competitivi”. I rivali cloud di Microsoft – Google, AWS, IBM, Oracle, Salesforce e altri – hanno tutti i loro servizi ‘cognitivi’, ma essere associati alle persone che hanno creato ChatGpt non può far male.
Il premio più grande per Microsoft potrebbe essere nella ricerca. L’integrazione con Bing consente al motore di ricerca di restituire risposte semplici e concise alle query e consente alle persone di approfondire il dialogo con quel chatbot, piuttosto che un elenco di collegamenti. Google attualmente domina il mercato della ricerca internet, con una quota di mercato superiore al 90% in tutto il mondo. Bing si colloca al secondo posto, così distante che potrebbe anche essere in una galassia diversa, con circa il 3% di quota. Nei primi nove mesi del 2022, la ricerca Internet ha avuto un valore di 120 mld di dollari di entrate per Google; nel complesso, rappresenta circa il 60% del denaro generato da Google.
ChatGpt potrebbe offrire a Microsoft l’unica vera possibilità che abbia mai avuto di buttare giù Google da quel piedistallo. E per gli standard di Microsoft, questi aspetti positivi sono economici. Il suo investimento totale di 13 mld di dollari è una somma considerevole, ma è solo il 15% degli 85 mld di profitti ante imposte che ha registrato negli ultimi 12 mesi: un ‘affare’, quindi, per il controllo a breve termine di una tecnologia rivoluzionaria. Da parte loro, OpenAI e Altman rischiano di pagare un prezzo diverso: la possibilità che le priorità di Microsoft escludano le loro, mettendo a rischio la loro mission più ampia e alienandosi gli scienziati che hanno alimentato i loro successi.
Una sera di luglio del 2015, Altman, che era allora a capo del prestigioso incubatore di startup Y Combinator, ha ospitato una cena privata al Rosewood Sand Hill, un lussuoso hotel in stile ranch situato nel cuore dell’industria del venture capital della Valley a Menlo Park. Elon Musk era lì. Così anche Brockman, allora un 26enne che aveva abbandonato il MIT e che aveva ricoperto il ruolo di chief technology officer presso la startup dei pagamenti Stripe. Alcuni dei partecipanti erano esperti ricercatori di intelligenza artificiale. Alcuni non avevano nessuna nozione di apprendimento automatico. Ma tutti erano convinti che l’AGI fosse possibile. Ed erano preoccupati. Google aveva appena acquisito quelli che ad Altman, Musk e altri addetti ai lavori della tecnologia sembravano i favoriti per sviluppare l’AGI per prima: la startup di reti neurali con sede a Londra DeepMind.
Se DeepMind avesse avuto successo, Google avrebbe potuto monopolizzare la tecnologia. Lo scopo della cena di Rosewood era quello di discutere la formazione di un laboratorio rivale per garantire che ciò non accadesse. Il nuovo laboratorio mirava ad essere tutto ciò che DeepMind e Google non erano. Sarebbe stato gestito come un’organizzazione senza scopo di lucro, esplicitamente dedicata alla democratizzazione dei benefici dell’AI avanzata. Ha promesso di pubblicare la sua ricerca e rendere open source tutta la sua tecnologia, un impegno per la trasparenza sancito dal suo stesso nome: OpenAI.
Il laboratorio ha raccolto un impressionante elenco di donatori: non solo Musk, ma i suoi colleghi di PayPal, Thiel e Hoffman; Altman e Brockman; Jessica Livingston, cofondatrice di Y Combinator; YC Research, una fondazione che Altman aveva istituito; la società indiana di outsourcing IT Infosys; e Amazon Web Services. Insieme, i donatori e fondatori si sono impegnati a dare 1 mld di dollari alla nuova impresa idealistica (anche se secondo i registri fiscali, l’organizzazione no-profit ha ricevuto solo una frazione della cifra promessa).
Ma addestrare le gigantesche reti neurali si è rivelato dispendioso, con costi di calcolo che hanno raggiunto decine di milioni di dollari. Anche i ricercatori dell’AI non costano poco: Ilya Sutskever, uno scienziato di origine russa entrato in OpenAI dopo aver lavorato a Google, è stato pagato con uno stipendio annuale di 1,9 mln di dollari nei suoi primi anni al laboratorio, secondo i registri fiscali. Dopo alcuni anni, Altman e altri di OpenAI hanno concluso che per competere con Google, Meta e altri giganti della tecnologia, il laboratorio non poteva continuare come organizzazione non profit. “La quantità di denaro di cui avevamo bisogno per avere successo nella missione era molto più gigantesca di quanto pensassi inizialmente”, ha detto Altman a Wired nel 2019.
La creazione di un braccio a scopo di lucro ha permesso a OpenAI di raccogliere capitale di rischio. Ma OpenAI ha creato una struttura insolita che ha limitato i rendimenti degli investitori a un multiplo del loro investimento iniziale. E il consiglio di amministrazione senza scopo di lucro di OpenAI, che è pieno di All-star della Silicon Valley, avrebbe mantenuto il controllo della proprietà intellettuale di OpenAI. Un All-.star che non è rimasto nel giro è stato Musk: nel 2018 ha lasciato il consiglio, citando le esigenze di gestire SpaceX e, cosa più importante, Tesla.
In quel periodo, il Ceo di Microsoft Satya Nadella era alla disperata ricerca di dimostrare che la sua azienda, percepita come in ritardo rispetto ai suoi rivali nell’intelligenza artificiale, poteva appartenere all’avanguardia della tecnologia. La società aveva provato e fallito ad assumere un grande scienziato dell’intelligenza artificiale. Stava anche costruendo un enorme e costoso cluster di chip specializzati per far avanzare i propri sforzi sui modelli linguistici. Era proprio il tipo di potenza di supercalcolo di cui OpenAI aveva bisogno; all’epoca stava spendendo grandi somme per acquistarla. Da parte sua, OpenAI eccelleva nel tirare fuori il tipo di demo di intelligenza artificiale che Nadella desiderava per mostrare l’acume dell’AI di Microsoft. Altman si avvicinò a Nadella per un accordo, volando a Seattle diverse volte per mostrargli i modelli di intelligenza artificiale di OpenAI. Nadella alla fine ha firmato un patto, annunciato a luglio 2019, per rendere Microsoft il ‘partner preferito’ di OpenAI per la commercializzazione della sua tecnologia, insieme a un investimento iniziale di 1 mld di dollari nella startup.

Mentre Altman è stato coinvolto in OpenAI sin dall’inizio, non è diventato Ceo fino a maggio 2019, poco dopo la conversione in impresa a scopo di lucro. Ma la sua traiettoria da laboratorio di ricerca a fenomeno multimiliardario riflette l’abilità unica di Altman nella raccolta fondi, nonché la tensione tra quegli istinti commerciali e il suo impegno per le grandi idee guidate dalla scienza. Il leader di OpenAI è in qualche modo una caricatura della Silicon Valley: giovane, maschio e pallido; intenso e nerd; ossessionato dalla massimizzazione dell’efficienza e della produttività; un maniaco del lavoro dedicato a “cambiare il mondo”.
In un profilo del New Yorker del 2016, ha detto di non avere la sindrome di Asperger, ma poteva capire perché qualcuno avrebbe pensato che l’avesse. Altman ha abbandonato un corso di laurea in informatica alla Stanford University per cofondare Loopt, una società di social media la cui app ti diceva dove erano i tuoi amici. La società è entrata nel primo gruppo di startup di Y Combinator nel 2005; Loopt non riuscì a decollare, ma i soldi guadagnati da Altman quando fu venduta lo aiutarono a lanciarsi nell’universo VC. Ha avviato la sua piccola società di venture capital chiamata Hydrazine Capital che ha raccolto circa 21 mln di dollari, compresi i soldi di Thiel. Poi Paul Graham e Livingston, i cofondatori di Y Combinator, lo hanno portato come successore di Graham alla guida di YC stessa.
Altman è un imprenditore, non uno scienziato o un ricercatore di intelligenza artificiale, ed è noto per essere insolitamente abile nel raccogliere capitale. Convinto che grandi cose derivino dall’unione di un’ambizione smisurata e di un’incrollabile fiducia in se stessi, ha detto che aspira a creare trilioni di dollari di valore economico attraverso il deep-tech, in campi come la fusione nucleare e l’informatica quantistica, dove le attese sono lunghe ma i profitti potenzialmente enormi.
“Sam credeva di essere il migliore in tutto ciò che faceva”, afferma Mark Jacobstein, un investitore tecnologico veterano e consulente di startup che ha lavorato con Altman a Loopt. “Sono abbastanza sicuro che credesse di essere il miglior giocatore di ping-pong in ufficio fino a quando non è stato smentito”.
Secondo diversi insider attuali ed ex di OpenAI, le priorità della startup hanno iniziato a cambiare quando Altman ha preso le redini. Il programma di ricerca, una volta ampio, si è ridotto a concentrarsi principalmente sull’elaborazione del linguaggio naturale. Sutskever e Altman hanno difeso questo cambiamento come massimizzazione dello sforzo sulle aree di ricerca che sembrano offrire il percorso più promettente verso l’AGI. Ma alcuni ex dipendenti affermano che la pressione interna per concentrarsi sui LLM è cresciuta sostanzialmente dopo l’investimento iniziale di Microsoft, in parte perché quei modelli avevano applicazioni commerciali immediate. Essendo stata fondata per essere libera dall’influenza aziendale, hanno detto alcuni, OpenAI stava rapidamente diventando uno strumento per una gigantesca azienda tecnologica. “L’attenzione era più su come possiamo creare prodotti, invece di cercare di rispondere alle domande più interessanti”, ha detto un ex dipendente. Come molti intervistati per questa storia, il dipendente ha chiesto l’anonimato a causa di accordi di non divulgazione e per evitare di inimicarsi figure potenti associate a OpenAI.
Anche OpenAI stava diventando molto meno aperta. Aveva già iniziato a ritirarsi dall’impegno di pubblicare tutte le sue ricerche e rendere open source il suo codice, citando le preoccupazioni che la sua tecnologia potesse essere utilizzata in modo improprio. Ma secondo gli ex dipendenti, anche la logica commerciale ha avuto un ruolo. Rendendo i suoi modelli avanzati disponibili solo tramite API, OpenAI ha protetto la sua proprietà intellettuale e i flussi di entrate.
Altman e Brockman “hanno parlato molto della sicurezza dell’AI, ma spesso sembrava solo una foglia di fico per le preoccupazioni aziendali, mentre le preoccupazioni reali e legittime sulla sicurezza dell’AI sono state spazzate via”, dice un altro ex dipendente di OpenAI. Ad esempio, l’ex dipendente ha citato il modo in cui OpenAI ha rapidamente invertito la decisione di limitare l’accesso a DALL-E 2 a causa dei timori di un uso improprio non appena Midjourney e Stability AI hanno debuttato con prodotti rivali.
OpenAI afferma di aver permesso un uso più ampio di DALL-E 2 solo dopo che un attento beta test ha dato fiducia nei suoi sistemi di sicurezza. Secondo alcuni ex dipendenti, questi cambiamenti strategici e culturali hanno avuto un ruolo nella decisione di una dozzina di ricercatori OpenAI e altro personale, molti dei quali hanno lavorato sulla sicurezza dell’AI, di rompere con l’azienda nel 2021 e formare il proprio laboratorio di ricerca chiamato Anthropic.
OpenAI afferma di continuare a pubblicare molte più ricerche rispetto ad altri laboratori di intelligenza artificiale. E difende il suo spostamento verso un focus sul prodotto. “Non si può costruire AGI semplicemente rimanendo in laboratorio”, afferma Murati, il Chief technology officer. La realizzazione di prodotti, dice, è l’unico modo per scoprire come le persone vogliono usare la tecnologia. OpenAI non aveva idea che una delle applicazioni più popolari di GPT-3 sarebbe stata la scrittura di codice software fino a quando non hanno visto le persone che lo usavano per codificare, dice. Allo stesso modo, la più grande paura di OpenAI era che le persone usassero GPT-3 per generare disinformazione politica. Ma quel timore si è rivelato infondato. Invece, dice, l’uso dannoso più diffuso era che le persone sfornavano spam pubblicitario. Infine, Murati afferma che OpenAI vuole diffondere la sua tecnologia nel mondo per “ridurre al minimo l’impatto shock sulla società che una tecnologia davvero potente può avere”. La distruzione della società da parte di una AI avanzata sarà peggiore, sostiene, se alle persone non viene dato un teaser di ciò che il futuro potrebbe riservare.
Sutskever ammette che il rapporto di OpenAI con Microsoft ha creato una nuova “aspettativa sul fatto che abbiamo bisogno di realizzare una sorta di prodotto utile dalla nostra tecnologia”, ma insiste sul fatto che il nucleo della cultura di OpenAI non è cambiato. L’accesso ai data center Microsoft, dice, è stato fondamentale per il progresso di OpenAI. Brockman sostiene anche che la partnership ha permesso a OpenAI di generare entrate pur rimanendo meno focalizzata commercialmente di quanto dovrebbe altrimenti essere. “Assumere migliaia di venditori è qualcosa che potrebbe effettivamente cambiare ciò che questa azienda è, ed è davvero fantastico avere un partner che lo ha già fatto”, dice.
Sutskever nega categoricamente le implicazioni che OpenAI abbia dato meno importanza alla sicurezza: “Direi che è vero il contrario”. Prima della scissione di Anthropic, la sicurezza dell’AI era “localizzata in una squadra”, ma ora è responsabilità di ogni squadra, dice Sutskéver. “Gli standard di sicurezza continuano ad aumentare. La quantità di lavoro sulla sicurezza che stiamo facendo continua ad aumentare”.
I critici, tuttavia, dicono che l’approccio orientato al prodotto di OpenAI è irresponsabile, l’equivalente di dare alle persone armi cariche sulla base del fatto che è il modo migliore per determinare se effettivamente si spareranno l’un l’altro. Gary Marcus, professore emerito di scienze cognitive della New York University e scettico sugli approcci all’AI incentrati sul deep learning, sostiene che l’AI generativa rappresenta “una minaccia reale e imminente per il tessuto della società”. Abbassando quasi a zero il costo della produzione di informazioni fasulle, è probabile che sistemi come GPT-3 e ChatGpt scatenino un’ondata di disinformazione, dice. Marcus dice che abbiamo anche visto le prime vittime. Stack Overflow, un sito in cui i programmatori pongono e rispondono a domande di programmazione, ha già dovuto vietare agli utenti di inviare risposte create da ChatGpt, perché il sito era sopraffatto da risposte che sembravano plausibili ma erano sbagliate. Il sito di notizie tecnologiche CNET, nel frattempo, ha iniziato a utilizzare ChatGpt per generare articoli di notizie, solo per scoprire che molti in seguito hanno dovuto essere corretti a causa di inesattezze fattuali.
Per altri, il vero rischio è che ChatGpt sia in grado di scrivere codice accurato. Maya Horowitz, vice presidente della ricerca presso la società di sicurezza informatica Check Point, afferma che il suo team è stato in grado di chiedere a ChatGpt di costruire ogni fase di un attacco informatico, dalla creazione di un’e-mail di phishing convincente alla scrittura di codice dannoso per eludere i comuni controlli di sicurezza informatica. ChatGpt potrebbe essenzialmente consentire alle persone con zero competenze di codifica di diventare criminali informatici, avverte: “La mia paura è che ci saranno sempre più attacchi”. Murati di OpenAI afferma che la società condivide questa preoccupazione e sta ricercando modi per “allineare” i suoi modelli di intelligenza artificiale in modo che non scrivano malware, ma non esiste una soluzione facile.
Innumerevoli critici ed educatori hanno criticato la facilità con cui gli studenti possono usare ChatGpt per imbrogliare. I distretti scolastici di New York City, Baltimora e Los Angeles hanno tutti bloccato le reti amministrate dalla scuola dall’accesso al chatbot, e alcune università in Australia hanno dichiarato che sarebbero tornate a utilizzare solo esami supervisionati e cartacei per valutare gli studenti. OpenAI sta lavorando su metodi per rendere il testo generato dall’AI più facile da rilevare, inclusa la possibilità di aggiungere una “filigrana” digitale all’output di ChatGpt.
Ci sono anche preoccupazioni etiche sul modo in cui ChatGpt è stato originariamente assemblato nel 2022. Come parte di questo processo, OpenAI ha assunto una società di ‘etichettatura’ dei dati che ha utilizzato lavoratori a basso salario in Kenya per identificare passaggi che coinvolgono linguaggio tossico e contenuti sessuali e violenti, secondo un’indagine del Time. Alcuni di questi lavoratori hanno riportato problemi di salute mentale, successivamente. OpenAI ha dichiarato a Time in una dichiarazione che l’etichettatura dei dati è “un passo necessario per ridurre al minimo la quantità di contenuti violenti e sessuali inclusi nei dati di addestramento e creare strumenti in grado di rilevare contenuti dannosi”.
Rendere ChatGpt disponibile gratuitamente ha permesso a OpenAI di raccogliere un tesoro di feedback per aiutare a migliorare le versioni future. “Storicamente, ciò che abbiamo visto con questi algoritmi molto generici è che non sono sufficientemente difendibili per consentire a una sola azienda particolare di ottenere tutti i possibili risultati”, afferma Marc Warner, fondatore e Ceo della società AI con sede a Londra, Faculty. La tecnologia di riconoscimento facciale e delle immagini, ad esempio, è stata sviluppata per la prima volta da giganti della tecnologia come Google e Nvidia, ma ora è onnipresente. Inoltre i tribunali e le autorità di regolamentazione potrebbero ostacolare i dati da cui dipende l’AI generativa. Una class action da 9 mld di dollari presentata alla corte federale della California ha potenzialmente profonde implicazioni per il campo. I querelanti del caso accusano Microsoft e OpenAI di non aver accreditato o compensato i programmatori per aver utilizzato il loro codice per addestrare l’assistente di codifica di GitHub, Copilot, in violazione dei termini di licenza ‘open’. Microsoft e OpenAI hanno rifiutato di commentare la causa.
Gli esperti di AI dicono che se la corte si schiera con i querelanti, potrebbe far deragliare il boom generativo dell’AI: la maggior parte dei modelli generativi sono addestrati da materiale preso da Internet senza permesso o compenso. Lo stesso studio legale che rappresenta quei querelanti ha recentemente intentato una causa simile contro Stability AI e Midjourney, per aver utilizzato opere d’arte protette da copyright nei loro dati di formazione senza autorizzazione. Anche l’agenzia fotografica Getty Images ha intentato la propria causa per violazione del copyright contro Stability AI.
Un altro problema potrebbe sorgere se i legislatori approvassero regole che danno ai creatori il diritto di rinunciare all’utilizzo dei loro contenuti nella formazione sull’intelligenza artificiale, come alcuni legislatori dell’Unione europea stanno considerando.
I concorrenti di OpenAI, nel frattempo, non stanno fermi. La prospettiva di perdere il suo dominio nella ricerca ha motivato i dirigenti di Google a dichiarare un “allarme rosso”, secondo il New York Times. Sundar Pichai, Ceo di Google, ha tenuto riunioni per ridefinire la strategia di intelligenza artificiale dell’azienda e prevede di rilasciare 20 nuovi prodotti e un’interfaccia di chat per la ricerca entro l’anno (l’azienda ha recentemente annunciato il suo servizio Bard, ndr).
Google ha il suo potente chatbot, chiamato LaMDA, ma è stata riluttante a rilasciarlo a causa delle preoccupazioni sugli utilizzi impropri. Ora, la società prevede di cambiare approccio alla luce di quanto fatto da ChatGpt, ha riferito il Times, citando una presentazione interna dell’azienda e addetti ai lavori rimasti anonimi. Google sta anche lavorando su un sistema di generazione di testo-immagine per competere con DALL-E di OpenAI e altri, ha riferito il giornale.
Naturalmente, non è chiaro se i chatbot saranno il futuro della ricerca. ChatGpt spesso inventa informazioni, un fenomeno che i ricercatori dell’AI chiamano “allucinazione”. Non può citare in modo affidabile le sue fonti o far emergere i collegamenti. La versione corrente non ha accesso a Internet e quindi non può fornire informazioni aggiornate. Alcuni, come Marcus, credono che allucinazioni e pregiudizi siano problemi fondamentali, e che le LLM che richiedono un ripensamento radicale del loro design. “Questi sistemi fanno previsioni sulle sequenze di parole. Come un completamento automatico, ma sotto steroidi”, dice. “Ma in realtà non hanno meccanismi per verificare ciò che dicono, o anche per convalidare se ciò che dicono è coerente con i propri dati di addestramento”.
Altri, tra cui gli investitori di OpenAI Hoffman e Vinod Khosla, prevedono che questi problemi saranno risolti entro un anno. Murati è più cauta. “Ci sono direzioni di ricerca che abbiamo seguito finora per affrontare l’accuratezza dei fatti e per affrontare l’affidabilità del modello e così via. E stiamo continuando a seguirle”, dice. In effetti, OpenAI ha già pubblicato una ricerca su una diversa versione di GPT, chiamata WebGPT, che aveva la capacità di rispondere alle domande interrogando un motore di ricerca e riassumendo le informazioni trovate, comprese le note a piè di pagina alle fonti pertinenti. Tuttavia, WebGPT non era perfetto: tendeva ad accettare la premessa della domanda di un utente e cercare informazioni di conferma, anche quando la premessa era falsa. Ad esempio, alla domanda se desiderare qualcosa significasse realizzarlo, WebGPT ha risposto: “È vero, puoi realizzare un desiderio con il potere del pensiero”. D
urante l’evento di San Francisco, Altman aveva detto che “il miglior risvolto possibile dell’AI è così eccezionale da far sembrare un pazzo chi lo racconta”. Ma è anche tornato ai toni distopici alla base della creazione di OpenAI: “Il peggio che può succedere è il buio, per tutti noi”.

Le stelle di OpenAI
OpenAI vanta un elenco di star del tech tra investitori e membri del consiglio di amministrazione della sua fondazione senza scopo di lucro. Lo statuto di OpenAI dà a quel consiglio il controllo finale sulla sua proprietà intellettuale. Alcune figure chiave:
Reid Hoffman
Il cofondatore di PayPal e LinkedIn è partner della società VC Greylock Partners. La sua fondazione ha anche messo i primi soldi nella linea ‘business’ di OpenAI.
Tasha McCauley
Imprenditrice di realtà virtuale, McCauley è una sostenitrice dell’Altruismo Efficace: il movimento teme i pericoli di un’AI super-intelligente.
Adam D’Angelo
Uno dei primi dirigenti di Facebook durante il boom degli anni 2000, ha poi cofondato il servizio online di ‘risposta alle domande’ degli utenti, Quora.
Shivon Zilis
Zilis è una project director presso la Neuralink di Elon Musk (che in passato ha condiviso gli uffici con OpenAI). Musk sarebbe il padre dei gemelli neonati di Zilis.
Vinod Khosla
Cofondatore di Sun Microsystems e tra i primi investitori nel braccio for-profit di OpenAI. Crede che l’AI altererà radicalmente l’esperienza umana in molte professioni.
ELON MUSK
È stato uno dei maggiori donatori di OpenAI. Ha lasciato il Cda nel 2018, parlando di conflitti di interesse quando Tesla ha iniziato a sviluppare la propria AI avanzata.
Il motore del venture capital
Nel 2021, OpenAI ha venduto delle azioni con una tender offer che ha valutato la startup a circa 14 mld di dollari e ha portato tre aziende di grande impatto nella sua orbita
Tiger Global
L’hedge fund è stato fondato da Chase Coleman e tra le società di venture capital è una di quelle più focalizzate sull’intelligenza artificiale.
Sequoia Capital
Una delle maggiori società di investimento della Silicon Valley. In un rapporto afferma che l’AI generativa potrebbe valere “migliaia di miliardi di dollari”.
AndreesSen Horowitz
Conosciuta come a16z e co-guidata dal cofondatore di Netscape Marc Andreessen, ha anche scommesso molto sulle startup crypto.
L’universo dell’AI generativa
Esiste un’ondata di prodotti e servizi potenzialmente rivoluzionari basati su questa tecnologia
Cohere AI
Questa società fondata da ex-Googler è dedicata a rendere più facile per le aziende utilizzare modelli linguistici di grandi dimensioni; compete con i prodotti GPT di OpenAI. Cohere si è assicurata 125 mln di dollari in un round di serie B l’anno scorso. Mantiene inoltre stretti legami con Google, che le ha donato un periodo di ‘addestramento’ nei sui data center.
Stability AI
La società ha fatto notizia con Stable Diffusion, un generatore di testo a immagini open source che compete con Midjourney e DALL-E 2 di OpenAI. Ha raccolto un round seed da 101 mln, tra i più grandi primi round di finanziamento della storia, che ha valutato la società (meno di un anno di vita) a oltre 1 mld di dollari. Recentemente ha firmato una partnership per semplificare la distribuzione di Stable Diffusion attraverso AWS di Amazon.
Jasper
Utilizza la tecnologia di OpenAI per alimentare un software di copywriting per i dipartimenti di marketing. L’anno scorso ha raccolto un round di investimento da 125 mln di dollari con una valutazione di oltre 1,5 mld. Secondo quanto riferito, i suoi fondatori sono stati infastiditi dal fatto che OpenAI abbia reso ChatGpt disponibile gratuitamente, dal momento che il servizio potrebbe intaccare la loro attività.
Tome
Questa società, incubata da Greylock Partners e sostenuta da 32,3 mln di dollari anche della società di venture capital Coatue, mira ad aiutare gli utenti a creare narrazioni che vanno dai libri per bambini alle slide di vendita aziendali. Una nuova funzionalità, basata su GPT e DALL-E di OpenAI, consente a una persona di creare una narrazione illustrata usando semplici istruzioni di testo.
Prisma Labs
Creatrice dell’app virale Lena, che scatta selfie e li trasforma in avatar digitali utilizzando Stable Diffusion.
Midjourney
Questo laboratorio di ricerca AI è stato fondato da David Holz, che in precedenza ha co-fondato la società di ‘controllo gestuale’ Leap Motion. Il suo popolare generatore di testi e immagini, disponibile su base freemium, compete con DALL-E e Stable Diffusion.
ProFluent Bio
Prendendo le stesse tecniche di modellazione linguistica che alimentano ChatGpt, questa piccola startup crea proteine completamente nuove da una semplice descrizione testuale della funzione della proteina. La tecnica potrebbe rivoluzionare la scoperta e la progettazione di farmaci e possibilmente creare nuovi catalizzatori per l’agricoltura e la produzione.