“L’umanità ha fatto passi da gigante nella tecnologia spaziale e l’Italia è in prima fila con gli uomini e le donne della Difesa, con il cuore nella storia ma lo sguardo rivolto al futuro”. E’ la sintesi del messaggio diffuso dall’astronauta italiano Luca Parmitano in occasione della Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio, istituita dalle Nazioni Unite nel 2011, che si celebra il 12 aprile per ricordare il primo volo orbitale intorno alla terra, compiuto nel 1961 dall’astronauta russo Jurij Alekseevic Gagarin.
Un volo breve, una mezz’ora che ha cambiato la storia dell’uomo. “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini” è la frase attribuita all’astronauta russo, che stava affermando un principio storico, quattro anni dopo il lancio dello Sputnik, il primo satellite nello Spazio.
In questi 62 anni la ricerca spaziale ha fatto grandi progressi, e l’Italia ha sviluppato una filiera di rilievo internazionale, con astronauti italiani che si sono resi protagonisti di diverse missioni spaziali. C’è un’altra italiana che si è distinta nel settore dello Space, unica donna che in passato ha ricoperto il ruolo di Direttore dei ‘voli abitati’ Esa. È Simonetta Di Pippo, membro e co-presidente del World Economic Forum global future council on Space. Ha diretto l’ufficio degli Affari dello Spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite (Unoosa) e oggi è direttore dello Space Economy Evolution Lab della SDA Bocconi, SeeLab. La abbiamo raggiunta telefonicamente, per approfondire assieme a lei gli aspetti meno noti del settore Space, nella giornata che celebra i voli spaziali abitati.
Cosa si intende per ‘voli abitati’? Ci aiuti a tracciare la storia dei viaggi spaziali umani
Con voli abitati si tende ad indicare i voli di astronauti in orbita, traducendolo dall’inglese Human Spaceflight. I voli umani nello spazio hanno una data di inizio ben precisa, quel famoso 12 aprile del 1961 che oggi celebriamo. Vent’anni dopo, il 12 aprile del 1981, compiva la sua missione lo Shuttle Columbia per parte americana. E così l’Onu ha dichiarato il 12 aprile la giornata internazionale del volo umano nello spazio, con l’idea che queste celebrazioni ogni anno consentano di aumentare la consapevolezza nel pubblico sull’importanza delle attività spaziali per conoscere, imparare, avanzare innovando, ma anche nel portare i benefici dello spazio sulla Terra e migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti. Aspettiamo i primi esseri umani che cammineranno sulla Luna prossimamente per inaugurare una nuova era, dopo che la serie di missioni Apollo è terminata nel 1972, circa 50 anni fa. Diventeremo presto una specie multi-planetaria.
Parliamo dei numeri e dei dati economici relativi a questo settore?
Il settore spaziale è certamente in fermento. La Space economy, definita come l’insieme delle attività spaziali e dei servizi ed applicazioni che derivano dall’uso del dato e delle infrastrutture spaziali, è in rapida evoluzione. Stimata intorno ai 470 miliardi di dollari oggi, si appresta a divenire una economia da milioni di miliardi, e a fungere da spina dorsale per le economie del futuro. Lo sfruttamento dell’orbita bassa (300-1000 km) vede al momento due stazioni spaziali governative – la Iss e la stazione spaziale cinese – ma si prevede un fiorire di stazioni spaziali commerciali a breve, dove si svilupperà il ‘made in space’ e si creeranno mercati e amplieranno altri anche per industrie del settore non-space. Se poi guardiamo all’esplorazione umana sistematica del sistema solare, quindi Luna, Marte e oltre, le possibilità sono infinite. I numeri di dettaglio non sono noti, ma sono sicuramente tali da attrarre la nostra attenzione e quella di numerosi investitori.
Crescono in maniera esponenziale le occasioni di voli spaziali, e si parla di un fenomeno come il turismo spaziale, secondo lei potrebbe prendere piede? Con quali tempi? E che investimenti?
Il turismo spaziale prenderà piede, senza dubbio. Oggi è possibile per pochi, ma ben presto sarà alla portata di un sempre più vasto pubblico. Basti pensare a quanto accaduto nel settore dell’aviazione. Chi poteva pensare quando fu compiuto il primo volo dei Fratelli Wright che oggi avremmo avuto compagnie aeree low cost che ci consentono di muoverci con flessibilità e a costi contenuti da un punto all’altro della Terra? Con una certa dose di esperienza su come si sviluppano le cose nel settore spaziale, posso dire che il turismo spaziale è potenzialmente un settore ad alto tasso di sviluppo. Tempo pochi anni e avremo numerose opportunità … anche di vivere e lavorare sulla Luna o su una stazione orbitante. E non è fantascienza.
Space X di Elon Mask ha rivoluzionato l’idea delle spedizioni spaziali, prima società privata a collaborare con la Nasa. Esisterà un Mask italiano? E se no, perché ?
È una bella domanda. I meccanismi di finanziamento con capitali privati sono molto diversi in Italia rispetto agli Stati Uniti. La propensione al rischio è anche molto diversa. Che Elon Musk sia un individuo determinato e ben cosciente di quello che sta facendo e vuole fare non c’è dubbio. Nel panorama nazionale, qualcuno che ha delle caratteristiche di determinazione e capacità c’è e quindi sì, in linea di principio, è possibile. Sarebbe auspicabile anche una politica di aiuto alle imprese per poter sviluppare idee innovative e competitive, su tempi brevi. E su questo, assieme alla fondazione Leonardo e l’università La Sapienza, in SDA Bocconi, con il team del SeeLab che dirigo, stiamo lavorando a un libro bianco per una nuova legge nazionale sullo spazio, che va proprio in questa direzione. Se c’è modo di avere un Elon Musk, anche su scala ridotta, in Italia, allora cercheremo di essere presenti per aiutarlo, o aiutarla, ad emergere.