“Sito internet e biglietterie off line per attacco cyber. Servizio di trasporto regolare, offline anche i servizi di biglietteria nelle sedi Atac. Attive invece le macchine emettitrici biglietti (MEB) nelle stazioni. Tecnici al lavoro per ripristinare i servizi”. Così, su Twitter, l’azienda dei trasporti di Roma, Atac, ha dato comunicazione dell’attacco cyber subito questa mattina. L’attacco sarebbe di tipo Ddos e firmato dal gruppo filorusso Noname057(16), che lo ha rivendicato.
Un attacco che inizialmente ha colpito anche il ministero dei trasporti e l’autorità regolatrice dei trasporti. Ma sui canali social del collettivo gli obiettivi rivendicati sono diventati 4: oltre a ministero, autorità dei trasporti e Atac, c’è anche l’aeroporto di Bologna. Tutti, compreso il sito dell’Atac, ora risultano accessibili.
Attacco hacker, Iezzi (Swascan): “Poco più di un disservizio, il vero rischio è l’escalation”
Secondo quanto riporta l’Adnkronos tra gli interessati ci sarebbero anche Camera.it, Difesa.it, il ministero degli Esteri e il sito del Governo. Tutti sono accessibili. Secondo l’agenzia di stampa si attende l’informativa della Polizia Postale sull’attacco.
Le motivazioni dell’attacco, secondo lo stesso collettivo filorusso che lo ha rivendicato sui suoi canali, sono prettamente geopolitiche. Il gruppo sul suo canale Telegram cita i 20 militari ucraini addestrati in Italia sul sistema antimissile Samp-T e le parole di ieri della premier Giorgia Meloni secondo cui non sarebbero “mature” (scrivono gli hacker) le condizioni per avviare negoziati sull’Ucraina. Ma ad essere “maturi” sono “i nostri missili Ddos per il russofobico segmento Internet italiano”, dicono gli hacker, aggiungendo “Frattasi we’re coming”: un riferimento al nuovo capo dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, arrivato poche settimane fa al posto di Roberto Baldoni.
Il gruppo russo riferisce anche di aver colpito la possibilità di accesso per gli utenti del sito dell’autorità dei trasporti.
Acn, Frattasi nuovo direttore: la sfida della cybersecurity in un Paese sotto attacco
La visita della premier Giorgia Meloni a Kiev ha segnato l’inizio degli attacchi del gruppo Noname ai siti italiani: tra quelli colpiti, finora, ci sono quello dei Carabinieri e quelli del ministero della Difesa e degli Esteri, ma anche del Csm. MA l’Italia non è l’unico obiettivo del collettivo filorusso: NoName 057(16) è nato a inizio 2022, dall’inizio del conflitto russo in Ucraina, e ha firmato attacchi Polonia, Lituania, Lettonia, Norvegia e Finlandia. Negli ultimi giorni sono stati rivendicati diversi attacchi in Repubblica Ceca.
Cosa è un attacco DDOS
L’attacco utilizzato dal collettivo è un attacco DDOS: consiste in un attacco che tenta di ‘buttare giù’ un network attraverso una “botnet”, cioè una rete di macchine zombie, mandando offline un determinato servizio informatico sovraccaricando il suo server attraverso la quantità di traffico.
Gli attacchi DDoS possono essere eseguiti per motivi diversi, ma vengono molto utilizzati quando la motivazione dell’attacco è legata all’attivismo politico; nell’anno della guerra in Ucraina, questo tipo di attacchi è aumentato. Secondo le analisi di BCG e ai dati del Threat intelligence report di Cloudfare, nel secondo trimestre del 2022, gli attacchi DDoS a livello applicativo sono aumentati del 72% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre quelli a livello di rete sono aumentati del 109%.
Ma tra i tanti ‘aumenti’, c’è anche quello della potenza degli attacchi: quelli di 100 Gbps e superiori sono aumentati dell’8% e gli attacchi di oltre 3 ore sono aumentati del 12% rispetto al trimestre precedente.
Cyber criminali, la guerra della polizia. Intervista ad Antonio Borrelli (Polizia scientifica)