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Vite digitali vulnerabili. Intervista a Nunzia Ciardi (Agenzia cybersicurezza nazionale)

Nunzia Ciardi agenzia cybersicurezza
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Velasco25 Articolo

Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ci spiega che siamo tutti a rischio perché, pur vivendo una vita digitale iperconnessa, ragioniamo ancora con una testa analogica che ci rende attaccabili dai criminali del web.

La prima domanda la fa lei a me, che devo intervistarla. “Prima di pubblicare l’intervista, mi manderebbe il testo?”. Certo, glielo mando. Ma perchè, non si fida? “L’ultima volta una sua collega ha scritto che usavo Tinder”. E che male c’è? “Nessuno, però non è vero. Mi è stato chiesto cosa pensassi dell’app e ho risposto che non ho pregiudizi, ma che va usata con prudenza”.

In effetti sarebbe curioso trovarsi a chattare con Nunzia Ciardi, la vicedirettrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ex direttore della Polizia Postale. Sarebbe curioso e, per qualcuno, anche controproducente. “Ho parlato di Tinder – spiega – perché i giovani lo usano tanto e devono sapere come. È importante che avvisino qualcuno di fidato prima di un appuntamento, che scelgano un posto pubblico. Non sai mai chi c’è dietro a uno schermo”.

Chi usa Tinder è più vulnerabile? 

No, siamo tutti vulnerabili perché abbiamo tutti una vita digitale. Fatichiamo ad accettarlo perché, pur dotati di dispositivi performanti e velocissimi, abbiamo una testa analogica. Mettiamo like e facciamo pagamenti senza pensare alle conseguenze, sappiamo poco di questa realtà. La nostra Agenzia nasce per sviluppare una cultura digitale e lavorare sulla resilienza del Paese. A proteggere dati e informazioni sensibili devono essere le istituzioni e gli individui.

Si può definire il profilo di un criminale digitale? 

Non c’è un profilo unico. Ci sono gruppi criminali che aggrediscono infrastrutture sensibili, tramite ransomware per esempio, e ci sono i singoli. Nelle truffe sentimentali agiscono gang che provengono da Paesi esteri, mentre dietro il cyberbullismo c’è spesso diseducazione, una forma di aggressività che attiene ai singoli soggetti.

Bersaglio è chiunque possiede un dispositivo elettronico? 

Non solo. Chi non ha uno smartphone o un computer e va in ospedale, per esempio, lascia i suoi dati all’ingresso e quei dati vengono inseriti in un database digitale. Se l’ospedale subisce un attacco hacker, quei dati diventano pubblici. Serve una cultura digitale.

Qual è stato il suo percorso professionale fino a qui? 

L’approdo al digitale è stato casuale, io volevo fare il magistrato o il notaio. È stato mio padre a convincermi a fare il concorso per funzionari di polizia. L’ho vinto e due mesi dopo sono entrata in polizia, ma non è stato facile. Da donna al comando, ho sentito spesso il dovere di dimostrare qualcosa in più rispetto a un uomo perché ogni indecisione veniva percepita come errore imperdonabile. Ora le cose sono cambiate, lo dimostra il fatto di avere finalmente un premier donna.

Ma cosa cambia avere un presidente del Consiglio donna ?

È la prova che il sistema ci apre le porte, che la strada è libera. Negli ultimi anni la percentuale femminile è cresciuta, anche se nei ruoli di vertice siamo poche. Poi c’è la variabile maternità: sono tante le madri che fanno un passo indietro. Confesso che io nei primi anni di vita dei miei figli ho scelto convintamente di fare un passo indietro nel lavoro per dedicarmi a loro.

Qual è il valore aggiunto delle donne in polizia?

Le donne sono portatrici di duttilità, oltre che di competenza. C’è un episodio che può sembrare sciocco, ma credo sia indicativo. Durante una perquisizione a casa di un uomo che ha commesso reati informatici, una collega si accorge che la moglie e le figlie piccole sono all’oscuro di tutto e sono spaventate dall’ingresso in casa degli agenti. La collega, quindi, convince le bimbe che è in corso una caccia al tesoro e che gli agenti sono alla ricerca del malloppo. Vede, forse il fatto di essere donna le ha suggerito una strada alternativa. La collega è una bravissima poliziotta che, in più, ha usato l’arma della sensibilità.

Le donne della cybersecurity

Domitilla Benigni, Ceo & Coo Elettronica S.p.A. Chairman Cy4Gate SPA, Presidente Women4Cyber Italia

Ingegnere elettronico, Ceo e azionista, insieme alla sua famiglia, della società Elettronica. Una carriera di oltre 20 anni nell’azienda, dove ha ricoperto tutte le principali funzioni nelle varie aree. Dal 2020 è Presidente della partecipata Cy4Gate. È founding member, insieme ad altre 30 donne key players europee, di Women4Cyber, fondazione patrocinata dalla Commissaria europea per l’economia e la società digitale e istituita con l’obiettivo di aumentare il coinvolgimento delle donne europee nel dominio cyber.

Selene Giupponi, Managing Director Europe Resecurity Inc. Secretary @Women4Cyber Italia

È una delle pochissime donne ad occuparsi di Digital Forensics. È Managing Director per l’Europa presso Resecurity Inc., un’azienda che si occupa di investigazioni undercover sul DarkWeb. Membro di Women4Cyber (EU) e socio fondatore di Women4Cyber Chapters Italy, è docente in varie università italiane e straniere e Scuole dedicate alle Forze dell’Ordine e ministeri della Difesa.
È una dei soci fondatori di ECSO (European Cyber Security Organization).

Sofia Scozzari, Ceo & Founder @Hackmanac  Board Member @Clusit and @Women For Security

Appassionata di informatica fin da piccola, lavora da più di 15 anni come Cyber Security Manager per le principali società italiane e multinazionali. Risiede negli Emirati Arabi dove ha fondato e dirige Hackmanac, società che elabora dati sulle minacce Cyber a supporto di attività di Threat Intelligence e Risk Management, aiutando le aziende a definire in maniera efficace le strategie di Cyber Security. È nel Comitato direttivo di Women For Security, la Community delle Cyber Ladies italiane, ed è membro del Comitato Scientifico Clusit.

Eva Spina, Dg Mimit, per le Tecnologie delle Comunicazioni e la Sicurezza Informatica

Responsabile della Direzione per le Tecnologie delle Comunicazioni e la Sicurezza Informatica del Mimit. Si occupa di coordinamento nazionale ed internazionale dello spettro radio, sicurezza informatica, studi e sperimentazioni tecnico scientifiche ed in materia di tecnologie innovative e digitali. È responsabile dell’Autorità di settore NIS per le infrastrutture digitali sottosettori IXP, DNS, TLD, e per i servizi digitali nonché della programmazione delle attività nell’ambito della misura Investimenti in Partenariati – Horizon Europe – del Pnrr.

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