“La cosmetica è un fiore all’occhiello del Made in Italy, un comparto che dà lustro al Paese e genera ricchezza. Il vostro settore meriterebbe di essere più conosciuto e per questo motivo il Governo intende rivolgere alla cosmetica la stessa attenzione riconosciuta ad altri comparti”. La premier Giorgia Meloni ha salutato con un videomessaggio l’Assemblea pubblica 2023 di Cosmetica Italia, ospitata a Roma dal Museo dell’Ara Pacis.
Make-up da record
Quelli della cosmetica italiana sono numeri – sconosciuti ai più – che hanno davvero dell’incredibile. Spicca, in particolare, una categoria specifica di prodotto cosmetico nel mondo, il make-up. Il 55% dei prodotti da trucco consumati a livello globale è fabbricato nel Belpaese; un dato che sale addirittura al 67% se si guarda al mercato europeo.
Covid e nuove abitudini
La pandemia ha assestato un duro colpo al settore, che ha però mostrato tutta la propria resilienza e flessibilità, adattandosi fruttuosamente al cambiamento. “Nel primo anno di Covid-19 i consumi si sono contratti del 10%”, ricorda a Fortune Italia Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia, associazione di categoria che riunisce circa 640 imprese e rappresenta il 90% del fatturato nazionale. “Alcune abitudini sono state sovvertite. Penso al crollo della vendita dei rossetti, resi superflui dall’utilizzo delle mascherine. Al contempo, si sono consolidate nuove routine, come quella di igienizzare le mani. Il nostro settore ha saputo rispondere a questi cambiamenti con prodotti in grado di soddisfare le mutate esigenze dei consumatori”.

I numeri
I numeri parlano chiaro e certificano nell’ultimo biennio un solido trend di ripresa. Già il 2021, con un fatturato totale di 11,8 miliardi di euro, ha sancito il ritorno a livelli di produzione e di mercato molto simili al periodo pre-Covid. Il valore della filiera raggiunge, secondo i preconsuntivi, i 13,2 miliardi di euro a fine 2022 e, secondo le previsioni, toccherà quota 14,2 miliardi alla fine del 2023: un incremento di ben 2 miliardi rispetto ai valori pre-Covid.
‘La cosmetica crea valore per l’Italia’, studio condotto da Althesys con il contributo del Centro Studi di Cosmetica Italia, ha analizzato l’intera filiera. È emerso che il sistema della cosmetica in Italia ha generato nel 2021 un valore condiviso pari a 22,3 miliardi di euro, un ammontare che equivale all’1,25% del Pil. Se consideriamo anche l’indotto, questa industria dà lavoro a 390.000 persone.
Non solo trucchi
Quando si parla di cosmetica, la mente va subito a ombretti e prodotti per il make-up. Una categoria sì decisiva per il settore, ma che non esaurisce affatto il novero dei prodotti. “Ognuno di noi, nell’arco della giornata, utilizza in media almeno otto prodotti cosmetici – spiega Lavino – si va dai deodoranti ai gel igienizzanti, passando per dopobarba e profumi. Ancora: sapone per le mani, creme, dentifrici, prodotti solari e per l’igiene intima. I cosmetici sono protagonisti irrinunciabili delle nostre vite e delle abitudini quotidiane di miliardi di persone nel mondo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Molto spesso i consumatori sono inconsapevoli della frequenza con cui ricorrono ai cosmetici. Il mio consiglio è di comprare solo ciò di cui abbiamo effettivamente bisogno, resistendo alle lusinghe del marketing che ci vuole a tutti i costi più belli ed in forma. È innegabile però che il cosmetico sia essenziale per la nostra salute fisica e per il benessere psicologico: ci fa sentire più a posto con noi stessi”.

Il valore del Made in Italy
“Il consumatore globale ha percepito che il Made in Italy non è solo un luogo fisico di produzione, ma un marchio simbolo di eccellenza e qualità nel mondo“, commenta Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Quando le persone decidono cosa mangiare, cosa indossare o che prodotti utilizzare per la cura personale, i prodotti italiani sono in cima alla lista delle preferenze. Una cura di sé che affonda le radici anche nella storia del cittadino romano, che divideva la sua giornata a metà, sei ore al lavoro e per le altre sei ore di luce si dedicava a nutrire il corpo e la mente. Questa grande civiltà può essere ancora oggi esempio e modello produttivo in Europa e nel mondo”.
