Ecco come gli agricoltori si difendono dalle oscillazioni dei prezzi, da una parte, e dalla crisi climatica dall’altra, secondo la startup che trasforma i campi in dati
da analizzare La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023.
Nel 2022 i prezzi delle commodity sono saliti su montagne russe dalle quali è stato impossibile scendere per aziende e consumatori. Ma il giro di giostra degli imprenditori agricoli è stato particolarmente spericolato. L’unica risposta possibile, dicono molti di loro, è fare “il massimo con quello che si ha a disposizione”: ovvero, nell’era digitale, un fiume di dati.
Per questo in Italia l’agricoltura digitale sta crescendo esponenzialmente: una startup da 20 mln di euro di raccolta di capitale, xFarm, ha iniziato ad adoperarsi perché quel cambiamento culturale acceleri ancora di più. E perché tutte le imprese possano sfruttare il loro “secondo raccolto”, come il Ceo di xFarm, Matteo Vanotti, ha definito i dati provenienti dai campi sul palco dell’Agri Data Green Summit dello scorso autunno, organizzato dalla startup riunendo esperti del settore, aziende agricole e del food. Obiettivo: far capire quanto l’innovazione possa essere l’unica barriera in grado di difendere agricoltori e allevatori.
Non è un caso se il luogo scelto per l’evento fosse l’Innovation center Giulio Natta, il centro di sperimentazione agricola immerso nelle campagne pavesi dove l’attività di ‘fabbrica di startup’ e venture capital è circondata da campi progettati per ricreare la biodiversità di 1000 anni fa. Non sarà l’ultimo evento di questo tipo, racconta a Fortune Italia Matteo Cunial, Chief revenues officer di xFarm. “Abbiamo già iniziato a lavorare alle prossime edizioni”.
Ormai, il punto di vista di xFarm sull’agritech italiano è privilegiato: Cunial (arrivato in xFarm nel 2021, quando la sua Farm technologies si è unita alla startup di Vanotti) dice che ormai la piattaforma di xFarm viene usata su più di un milione e mezzo di ettari di terreni.
La sede operativa della startup è a Milano e le origini di Vanotti sono piemontesi, racconta Cunial (con accento, invece, friulano). Ma quello di xFarm è ormai un fenomeno nazionale, e non solo: “Nel 2023 ci consolideremo nel mercato italiano come punto di riferimento nell’agricoltura digitale, e continueremo un percorso di espansione iniziato nel 2022 in Spagna e Francia nei prossimi mesi. Ormai siamo più di una settantina di persone, dalle 20 di un anno fa”.
Sugli sviluppi di crescita della startup Cunial afferma che per “continuare a crescere, in futuro, un round è una delle opzioni che stiamo valutando”. La raccolta di capitali attraverso round di finanziamento è fondamentale per un’attività che cresce “rapidamente, con tempi compressi: gli investimenti possono supportare le diverse strategie che potremo seguire”. L’ultimo round, di serie B, ha portato in cassa 17 mln di euro: tra i maggiori dell’agritech europeo. Tra gli investitori Swisscom Ventures, che ha guidato il round, e Neva SGR (Gruppo Intesa Sanpaolo). United Ventures era già tra gli investitori: nel 2019 erano stati raccolti altri 3 mln di euro.
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