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Silver Economy, in Italia vale fino al 30% del Pil

Adyen Articolo
Velasco25

L’Italia è la nazione più vecchia d’Europa. Gli over 50 rappresentano il 23% della popolazione totale del nostro Paese. E l’invecchiamento è un fenomeno diffuso a livello globale, anche se i singoli Stati sperimentano livelli diversi nell’ambito della transizione demografica. Si stima che in trent’anni (2020-50) la popolazione mondiale over 50 aumenterà del 70%, pari a 3,2 mld di individui. Ed entro il 2075 gli over 65 saranno numericamente più dei giovani sotto i 15 anni.

Sono solo alcuni dei dati che emergono dallo studio ‘Silver Economy e invecchiamento demografico in Italia. Criticità e opportunità di business’, pubblicato da Rome Business School. La ricerca, che mette in evidenza i trend sull’andamento demografico in Italia e nel mondo, analizza l’impatto dell’invecchiamento globale sugli assetti economici e politici, le istituzioni, i mercati e le imprese.

Una conseguenza diretta dell’invecchiamento della popolazione è la crescita della Silver Economy, che si inquadra  come un fattore trasversale, con una ricaduta diretta sull’economia italiana pari a 43,4 miliardi di euro. L’impatto degli ultra 65enni sul Pil avrebbe un valore stimabile compreso tra il 20% e il 30%. A fronte di una spesa media mensile delle famiglie italiane di 2.571 euro, la coppia over 65 senza figli spende circa 2.674.

Nel nostro Paese, l’abitazione è al primo posto nella priorità dei Silver, che destinano alla casa il 48,7% del totale della spesa media mensile, e non stupisce il fatto che il 94% degli over 65 esprima la volontà di rimanere nella propria abitazioni il più a lungo possibile. Altro settore d’interesse è quello alimentare, che per le coppie over 65 fa registrare una spesa +12% rispetto alle famiglie più giovani. C’è poi il settore dei trasporti, a cui è destinato il 9%, per i servizi sanitari si spende il 6-7% del budget disponibile.

Guardando ai numeri, i Silver italiani sono circa 14 milioni di individui, più della metà sono donne, e si stima che nell’arco dei prossimi dieci anni si arriverà a contare oltre 16 milioni di italiani over 50.

Le spese dei Silver potrebbero far registrare ulteriori incrementi, grazie agli sviluppi tecnologici e alla disponibilità sul mercato di prodotti innovativi e ‘user friendly’. L’impatto di questo fenomeno, così come emerge dalla ricerca, non riguarda solo i settori della sanità, ma si estende ai servizi finanziari, ai beni di consumo, l’immobiliare, il turismo. Si stima che la Silver Economy contribuirà all’economia europea per ben 5,7 trilioni di euro già entro il 2025.

Si consideri, inoltre, che dal 2016 ad oggi le startup che si occupano di assistenza agli anziani hanno raccolto 1,2 miliardi di dollari, a livello globale. I servizi e i prodotti per l’assistenza quotidiana dedicati ai Silver sono in costante crescita, come anche l’uso di Internet tra gli anziani, soprattutto nei Paesi di UE, Stati Uniti, Cina, India. Tuttavia, molti hanno ancora difficoltà a interagire con i prodotti digitali a causa della progettazione che spesso non tiene conto delle necessità di questa particolare tipologia di utenti.

Questo è un gap che le Pmi che si occupano di prodotti destinati ai ‘mercati dell’invecchiamento’ stanno già provando a colmare, sviluppando soluzioni di tecnologia assistiva, come dimostra la crescita dei brevetti registrati in tutte le categorie pertinenti a questo settore.

Si sovverte quindi una comune credenza: il processo di invecchiamento non va inteso come una minaccia alla sostenibilità economica ma, anzi, rappresenta un’enorme risorsa. È però necessario sviluppare nuovi approcci per la prevenzione delle malattie e l’erogazione delle cure, definire nuovi modelli di contratti sociali e di welfare che siano in grado di poter gestire i costi e le sfide dell’invecchiamento. È indispensabile sviluppare prodotti e servizi tecnologici,  ma anche modelli di innovazione aziendale ispirati a modelli resilienti e collaborativi. Le istituzionifdovranno anche impegnarsi a rafforzare il tema dell’apprendimento prolungato: il lifelong learning, capace di far fronte anche a un evidente allungamento dell’età lavorativa.

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