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Attrazione degli investimenti: una sfida per il Paese

Per favorire il vero rilancio del tessuto produttivo italiano, composto perlopiù di micro, piccole e medie imprese, il fattore strategico su cui puntare, in particolare, è l’internazionalizzazione.

L’export è infatti un prezioso driver di crescita, se supportato da vere e proprie azioni di intelligence economica e analisi del mondo produttivo: è necessario partire dal mercato, da ciò che il mercato vede, vuole, chiede; capire le sue esigenze e le sue tendenze, la direzione dei flussi, i movimenti delle imprese.

Focalizzando il ragionamento sull’Italia e sulle interconnessioni con i mercati esteri, mai come in questa fase l’opportunità è quella di rafforzare la partnership economica con i Paesi europei, prima area di scambio per il nostro Paese, e con le economie avanzate.

In secondo luogo, il futuro si gioca anche sulla capacità di interagire in maniera efficace sul fronte dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) e su quello del Nord Africa, area a cui il Governo sta prestando particolare attenzione in particolare in chiave di cooperazione ed energia.

I Bric rappresentano una grande opportunità di espansione per i nostri mercati, che possono beneficiare di trend demografici favorevoli, di aumenti di produttività, dell’incremento di domanda interna. Questi mercati rappresentano infatti oltre il 41% della popolazione mondiale, il 24% del PIL mondiale e circa il 16% del commercio internazionale, creando nuove opportunità non soltanto in termini di esportazioni, ma anche di attrazione investimenti.

Si tratta, infatti, di mercati trainanti che possono rappresentare un bacino importante di potenziali investitori che si proiettano all’estero. Intercettando la domanda che proviene da questi Paesi, possono aprirsi nuovi proficui orizzonti, a cui l’Italia deve guardare.

Ma è proprio nell’Area Mediterranea che il nostro Paese potrebbe cogliere le maggiori potenzialità di sviluppo, in particolare in un momento in cui il Mediterraneo riveste un ruolo strategico in chiave geopolitica.

L’economia italiana può in tal senso trovare la sua occasione di crescita economica e strategica diventando da un lato un vero e proprio Hub, un osservatorio privilegiato sul Mediterraneo; dall’altro una Piattaforma-snodo per interscambi energetici, commerciali, di tecnologie, di competenze, di capitale umano e sociale.

È qui che le imprese italiane potranno mettere a frutto la loro capacità di innovare, di ristrutturarsi e mettersi in gioco, di muoversi con facilità e di eccellere in alcuni settori cruciali per l’economia globale. Il loro dinamismo e la loro capacità di adattarsi e radicarsi sul territorio potranno trasformare le criticità in opportunità: è questa la sfida da cogliere.

*Founder & Managing Futuritaly

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