Con l’aumentare delle temperature, continua la frenata di Covid-19 nella Penisola. Negli ultimi sette giorni è stabile e robusto il calo di contagi (-23,7%), terapie intensive (-13,3%), ricoveri ordinari (-17,9%) e finalmente anche decessi (-16,6%).
Ma se l’Italia sta procedendo a rimuovere le misure contro il virus, questo non vuol dire che la pandemia sia finita: secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe sono stati 547 i morti positivi a Covid-19 solo in quest’ultima settimana. E mentre si attendono nelle prossime settimane notizie sui vaccini adattati alle varianti, sono ancora 4 milioni la persone non vaccinate e 4,6 milioni quelle senza terza dose, mentre precipitano le somministrazioni della quarta dose per immunocompromessi e fragili. Proprio loro – ci dicono le analisi – continuano a finire in ospedale, e sono queste le persone che rischiano di più in caso di contagio.
Una situazione che suscita ottimismo, ma apre anche molti interrogativi su quello che accadrà dopo la fine della ‘pausa estiva’. Il trend in ogni caso sembra ormai destinata a consolidarsi: complici proprio i numeri della campagna vaccinale, Covid-19 non fa più paura. E dopo oltre due anni di timori e cautele, di fatto la crisi pandemica è in fase di archiviazione, mentre nuovi allarmi sanitari si diffondo nel mondo, dal vaiolo delle scimmie alla peste suina.
Ma vediamo il monitoraggio della Fondazione Gimbe: nella settimana 25-31 maggio c’è un’ulteriore diminuzione di nuovi casi Covid (131.977 vs 172.883) e decessi (547 vs 656). In calo anche i casi attualmente positivi (679.394 vs 810.021), le persone in isolamento domiciliare (674.025 vs 803.495), i ricoveri con sintomi (5.121 vs 6.240) e le terapie intensive (248 vs 286). I dati della settimana precedente differiscono da quelli riportati sul comunicato stampa del 26 maggio 2022 a seguito di rettifiche da parte della Regione Emilia-Romagna. In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 547 (-16,6%), di cui 35 riferiti a periodi precedenti
Terapia intensiva: -38 (-13,3%)
Ricoverati con sintomi: -1.119 (-17,9%)
Isolamento domiciliare: -129.470 (-16,1%)
Nuovi casi: 131.977 (-23,7%)
Casi attualmente positivi: -130.627 (-16,1%)
“I nuovi casi settimanali – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente Gimbe –continuano a scendere (-23,7% rispetto alla settimana precedente) attestandosi intorno a quota 132 mila con una media mobile a 7 giorni di poco inferiore ai 19 mila casi giornaliera”. E questo in tutte le Regioni.
Resta il problema delle reinfezioni, pari al 3,9% del totale dei casi. La loro incidenza settimanale continua a crescere e, nel periodo 19-25 maggio, ha raggiunto il 6,5% (n. 12.615 reinfezioni). “L’avvento di Omicron a inizio dicembre 2021 – spiega Cartabellotta – ha portato le reinfezioni dall’1% al 3%: successivamente le sue sotto-varianti, capaci di evadere la risposta immunitaria, unitamente al declino dell’efficacia vaccinale sul contagio, hanno più che raddoppiato il tasso di reinfezioni che ora è al 6,5%”.
Calano ancora i tamponi, tanto che le code davanti alle farmacie sono ormai un ricordo. E “sul fronte degli ospedali – come precisa Marco Mosti, direttore operativo Gimbe – prosegue il calo del numero dei posti letto occupati da pazienti Covid sia in terapia intensiva (-13,3%) che in area medica (-17,9%)”.
Insomma, c’è motivo di guardare con serenità alle settimane più calde dell’anno. Ma cosa accadrà in autunno?
“Tutte le curve sono ormai in discesa stabile – sintetizza Cartabellotta – sebbene la circolazione del virus rimanga elevata: 19 mila casi al giorno, 680 mila attualmente positivi e un tasso di positività dei tamponi molecolari che sfiora il 12%. In questo contesto epidemiologico, la campagna vaccinale rimane al palo su tutti i fronti: pochissimi nuovi vaccinati, sostanzialmente ferme le terze dosi. Addirittura calano le quarte dosi nelle persone più vulnerabili che, invece, richiedono una spinta sull’acceleratore per tre ragioni: il declino della copertura vaccinale sulla malattia grave dopo 120 giorni, l’aumento del tasso di mortalità negli anziani, in particolare over 80 già vaccinati con tre dosi, e il consolidamento delle prove di efficacia del secondo booster nel ridurre ospedalizzazioni e decessi”, conclude Cartabellotta.