La campagna vaccinale procede con ben 31.138.488 terze dosi (e una media mobile a 7 giorni di 441.180 somministrazioni al dì). Ma sono ancora 7,8 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino: 2,58 milioni nella fascia 5-11 anni, 724 mila della fascia 12-19 che influenzano la sicurezza delle scuole.
E, soprattutto, sono 2 milioni gli over 50, che nonostante l’obbligo e l’elevato rischio di malattia grave, continuano a dire no ai vaccini. I numeri arrivano dall’ultimo report della Fondazione Gimbe, e mettono in luce “il vero tallone d’Achille che alimenta i ricoveri in area medica e in terapia intensiva”.
Resta poi il ‘nodo’ della quarta dose. Se da un lato l’European Medicines Agency (Ema) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti-Covid nella popolazione generale, dall’altro ha suggerito che potrebbe essere presa in considerazione per le persone immunocompromesse che hanno ricevuto la terza dose come “dose aggiuntiva” a 28 giorni dal completamento del ciclo primario.
“Nonostante per molti soggetti appartenenti a questa categoria – ha ricordato il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta – siano già passati 4 mesi dalla dose aggiuntiva, né l’Agenzia Italiana del Farmaco né il ministero della Salute si sono tuttavia ancora pronunciati in merito”.
Sempre in tema di vaccini, i dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. L’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 66,1% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34,7% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 66,7% dopo il richiamo. L’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 94,9% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’88,6% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,5% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 28-75,2%), ma soprattutto di malattia grave (del 75,2-90,7% per ricoveri ordinari; del 91,1-96,2% per le terapie intensive) e decesso (dell’84,2-93,5%). Dati del report Gimbe che ricordiamo nella settimana in cui la cronaca ha dato notizia del decesso di numerosi giovani per Covid.