Se i modelli di previsione su Covid sono corretti, Omicron raggiungerà il picco nella maggior parte dei Paesi in Europa e negli Stati Uniti da metà gennaio, questo vuol dire che il numero dei casi diminuirà prima leggermente, poi drasticamente. “Omicron è stato veloce e furioso nella sua crescita e sarà veloce, e si spera non furioso, anche nel suo declino”, è la previsione fatta la settimana scorsa da Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University e specialista in data science and computational epidemiology. “Dovrebbe ritirarsi prima rispetto ad altre ondate che abbiamo sperimentato in passato”.
Tuttavia, è meglio non farsi ingannare. Come spiega in un articolo su Fortune.com Bernhard Warner, l’atteso ‘up and down’ dei casi su cui tutti fanno affidamento non significa che Omicron non farà un bel po’ di danni.
Ecco, dunque, le quattro aree che secondo economisti e professionisti di Wall Street potrebbero essere più vulnerabili.
Crescita
Le prospettive di crescita per il 2022 sembravano stellari fino a pochi mesi fa. A ottobre, il Fondo monetario internazionale ha indicato una crescita globale del 4,9% per quest’anno, con ottime performance di Stati Uniti e Cin . Poi l’arrivo di Omicron a fine novembre ha costretto gli economisti a rifare i calcoli.
Il Fondo monetario internazionale già a dicembre ha avvertito che Omicron avrà quasi certamente un impatto sulla ripresa globale. Il prossimo aggiornamento sarà rilasciato il 25 gennaio, una settimana dopo il previsto, perché dovrà valutare l’impatto della variante sul commercio mondiale.
A Wall Street, Goldman Sachs ha abbassato le sue previsioni di crescita economica degli Stati Uniti dal 4,2% al 3,8%. La ragione? Già, Omicron.
A partire dal nuovo anno, il numero costante di revisioni al ribasso della crescita si è trasformato in un torrente. La scorsa settimana, il capo economista di Berenberg, Holger Schmieding, ha detto agli investitori che la variante dovrebbe ridurre fino all’1% i tassi di crescita del Pil della zona Euro e del Regno Unito. Lo scenario peggiore, ha spiegato, è quello in cui Omicron causa “danni economici significativi anche se temporanei oltre a tensioni potenzialmente gravi sui sistemi sanitari”. Un avvertimento dal sapore preveggente dal momento che i contagi hanno raggiunto un numero record in tutto il mondo, con gli Stati Uniti che hanno avuto casi giornalieri anche superiori a un milione.
Il mercato azionario
La scorsa settimana Omicron ha colpito le economie più avanzate del mondo, con un crollo delle borse da Francoforte a New York. La settimana dell’indice S&P 500 si è conclusa con quattro giorni di crolli consecutivi, il dato peggiore da settembre, e il Nasdaq ha avuto il peggior calo nell’arco di una settimana da febbraio.
Non è solo Omicron a pesare sugli investitori, ma il numero crescente di casi si è aggiunto sulla scarsa propensione al rischio che incombe sui mercati globali, convincendo gli investitori a vendere le loro partecipazioni ad alto rendimento in cambio di titoli sicuri.
Ne hanno fatto le spese le azioni ‘high flying’ – e le criptovalute – e i cosiddetti ‘ciclici’, titoli che tendono a salire e scendere con grandi scossoni macroeconomici. “L’incertezza sulla variante Omicron, l’inflazione elevata e il calo della politica monetaria e fiscale hanno portato a spostarsi dai ciclici ai titoli difensivi”, ha scritto David Kostin, Chief equity strategist di Goldman Sachs in una nota per gli investitori. Goldman ritiene che l’incertezza continuerà per tutto l’anno. Si prevede che l’indice S&P 500 salirà a 5.100 entro la fine dell’anno, il che implica una crescita del 7%. Questo è molto lontano dai guadagni stellari del 28,7% (sulla base del ‘rendimento totale’) dello scorso anno.
Il mercato del lavoro
L’ultimo rapporto relativo ai dati sull’occupazione conteneva un avvertimento inquietante: non prestare attenzione al dato del 3,9% di disoccupazione. All’apparenza è un numero significativo, ma nasconde problemi più grandi in altri ambiti. Se i datori hanno pensato che il mercato del lavoro fosse bloccato alla fine del 2021, immaginate cosa possa significare provare ad accaparrarsi talenti durante l’attuale picco dei casi.
“A gennaio Omicron avrà probabilmente un impatto sul mercato del lavoro simile a Delta – prevede Stephen Juneau, economista statunitense della Bank of America Securities – riducendo sia l’offerta che la domanda di lavoro, quindi il tasso di disoccupazione continuerà a calare. Ci sarà anche un grande ‘effetto quarantena’ con una impennata del numero di persone assenti dal lavoro anche se occupate. Tutto ciò si traduce in un calo della disponibilità di lavoratori, che però non viene registrato dalle statistiche”.
Bank of America stima che ci saranno più di quattro milioni di lavoratori statunitensi in quarantena al culmine dell’ondata di Omicron.
Supply chain
Il primo anno di Covid è stato caratterizzato da un crollo della domanda poiché i lockdown hanno tenuto i consumatori a casa. L’anno scorso c’è stato quasi l’effetto opposto: consumatori pieni di contanti e ansiosi di spendere. Ciò ha innescato un aumento della domanda che le fabbriche non sono state in grado assolutamente di soddisfare. La speranza era che le supply chian recuperassero questo grande squilibrio nella prima metà del 2022, se non entro la fine del primo trimestre. Un orizzonte che ora sembra lontano. Bank of America Securities ritiene che l’ondata globale di malattie e quarantene forzate colpirà ancora una volta le catene di approvvigionamento mondiali.
“A livello globale – scrive l’economista di BofA Securities, Ethan S. Harris – questo dovrebbe portare a interruzioni continue in diversi settori, poiché l’ondata di Omicron si sposta da un’area all’altra. Una cosa da notare è che la variante non si è ancora diffiusa nei Paesi asiatici più pesantemente coinvolti nelle catene di approvvigionamento globali, ovvero Cina, Giappone, Corea e le regione dell’ASEAN. Ciò significa che potremmo assistere a ulteriori interruzioni nelle supply chain in primavera, anche se le prospettive sanitarie negli Stati Uniti e in Europa (probabilmente) miglioreranno in modo significativo”.
L’articolo originale è su Fortune.com