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+30% anoressia e disordini alimentari, Giornata fiocchetto lilla

anoressia Mendolicchio

Anoressia, bulimia e altri disordini del comportamento alimentare sono in forte crescita nell’anno della pandemia. I disturbi del comportamento alimentare (Dca), secondo stime recenti, sono cresciuti del 30% tra la popolazione soprattutto giovanile. Una situazione tanto più seria quanto si consideri che i disturbi alimentari necessitano sovente di un’assistenza quotidiana da parte di équipe multidisciplinari specializzate e, a volte, anche di ricovero ospedaliero.

A segnalarlo, in occasione della Giornata del fiocchetto lilla – che si celebra il 15 marzo – è l’Istituto Auxologico, istituto di ricerca e cura a carattere scientifico (Irccs) fa parte della rete nazionale dei centri di riferimento per la cura dei Dca riconosciuta dal ministero della Salute. E’ importante sensibilizzare quanti interagiscano con i ragazzi, in modo da potere riconoscere e cogliere tempestivamente i segni precoci di un possibile disturbo.

A fare chiarezza sul problema è Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Riabilitazione Dca– Ospedale San Giuseppe di Piancavallo (Verbania). “La giornata del fiocchetto lilla – spiega – permette all’opinione pubblica di riflettere su un tema per me molto importante, ovvero quello che riguarda una forma di sofferenza molto pericolosa, subdola, mortale, e che spesso viene vissuta in silenzio. Alcuni giorni fa ho visitato una donna di 53 anni che ha convissuto con la sua anoressia da quando ne aveva 16. Il vero scandalo di cui dobbiamo parlare il 15 marzo (ma non solo in quella data), è proprio questo, ovvero delle vite trascorse accanto ad un Dca senza cure efficaci, senza centri specializzati, senza risorse dedicate ad un gruppo di malattie che si annida in tante storie di donne e uomini che da adolescenti incontrano questo disturbo.

Fino a qualche anno fa i disturbi dell’alimentazione erano classicamente l’anoressia e la bulimia: è ancora così? Cos’è cambiato?
Anoressia e bulimia sono la punta dell’iceberg, sotto il quale c’è il grande oceano delle dipendenze da cibo, dei comportamenti alimentari rigidi e stereotipati. Pensiamo all’ortoressia, ovvero l’ossessione per il cibo sano, e capiremo come l’universo dei Dca ha davvero molte sfaccettature. Oppure alle molte mura dove nascondersi, come quelle delle palestre dove molti giovani si ipnotizzano dietro al mito del corpo muscoloso sviluppando una malattia denominata vigoressia.

I Dca sono malattie complesse e sfaccettate richiedenti team di cura di alta specializzazione. Cosa possiamo dire in merito a quanti si propongono come singoli soggetti in grado di “risolvere” il problema di coloro che si rivolgono a loro?
Chi propone una cura per questi disturbi in tempi rapidi, con poche risorse oppure in modo solitario non propone una cura adeguata, bensì rischia di fare la figura di chi “vende pentole”. Sapendo che in Italia muoiono 3.000 persone l’anno per i Dca non è più tollerabile pensare ad ambulatori o strutture pubbliche che si reggono sulla passione dei medici tirocinanti oppure che accolgono i pazienti solo alcuni giorni a settimana. Se si vuole strappare di dosso ai ragazzi questa brutta malattia c’è bisogno di tempo, risorse e personale altamente qualificato.

Si può guarire?
Assolutamente sì, se curati in modo completo e per tempo, la prognosi è sempre favorevole. Il nemico numero uno è l’ignoranza del mondo sanitario e sociale che ancora negano o non capiscano tali disturbi. Anche l’Aids ha iniziato ad essere una malattia curabile quando abbiamo iniziato a divulgare una cultura sull’Hiv. Nei Dca manca totalmente la cultura della prevenzione. Nonostante ciò possiamo affermare che dall’anoressia e dalla bulimia si guarisce con buone cure e con una buona dose di pazienza.

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Paideia

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