I numeri alla Camera sono tutto sommato confortanti per il premier Giuseppe Conte. Con 321 sì, 259 no e 27 astenuti, il governo ha ottenuto dalla Camera la fiducia posta sulla risoluzione della maggioranza presentata sulle comunicazioni del presidente del Consiglio.
Il voto favore di Renata Polverini, esponente di Forza Italia, potrebbe essere il segnale di un fronte che si è aperto. E c’è chi, intorno a Conte, ritiene che i numeri al Senato possano essere migliori di quanto si pensi.
La fiducia incassata, anche qualora il passaggio a Palazzo Madama fosse altrettanto favorevole, non risolve i problemi sul tavolo. A prescindere dalla contabilità parlamentare, serve un governo capace di affrontare le grandi sfide che il Paese ha di fronte, l’emergenza Coronavirus e il rilancio attraverso il Recovery Plan. E serve una maggioranza politica, capace di sostenere l’azione di governo e di assicurare stabilità.
Conte nella sua replica a Montecitorio ha ulteriormente delineato il suo perimetro di azione. “Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere”.
E se la chiave europeista e anti sovranista è stata una scelta di campo netta già nel lungo intervento della mattina, si aggiunge in serata anche un passaggio sui rapporti con gli Stati Uniti. Per Conte, dopo i trascorsi filo Trumpiani, si tratta di parole significative. “Guardiamo con grande speranza alla presidenza Biden. Abbiamo già avuto una lunga e calorosa telefonata, siamo rimasti che ci aggiorneremo presto in vista del G20″, racconta il premier. “L’agenda della nuova Amministrazione è la nostra. Condividiamo assolutamente l’approccio multilaterale, perché quello bilaterale non ha risolto e non può risolvere i problemi”. Il presidente del Consiglio assicura che c’è “grande consonanza sui cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile” e nel G20 come nel Cop 26, in programma quest’anno, “ci gioveremo di questa grande sintonia”. Dopo l’assalto a Capitol Hill, dice Conte senza citare Trump, “siamo consapevoli che le nostre democrazie vanno difese coi fatti e con le parole”.
Ecco, fatti e non parole. Se il governo Conte 2 (o 2 bis in caso di rimpasto) andrà avanti, come sembra a questo punto probabile, dovrà dimostrare di poter cambiare marcia. Dovrà dimostrare di saper prendere decisioni importanti. Nonostante una maggioranza sulla carta meno solida di prima.