Twitter, la piattaforma social preferita da Donald Trump, ha applicato il suo fact checking allo stesso presidente degli Stati Uniti, suscitandone l’immediata reazione. Ad essere bollati come non veritieri, con conseguente avvertimento ai lettori di “verificare i fatti” sono stati due tweet nei quali il presidente Usa sostiene che il voto per posta, che alcuni Stati vogliono utilizzare nelle presidenziali di novembre per prevenire la diffusione del contagio da Covid-19, è soggetto a brogli.
….living in the state, no matter who they are or how they got there, will get one. That will be followed up with professionals telling all of these people, many of whom have never even thought of voting before, how, and for whom, to vote. This will be a Rigged Election. No way!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 26, 2020
Nello smentire Trump, Twitter ha reindirizzato gli utenti verso una serie di articoli e fonti che confutano le sue affermazioni. Non era mai accaduto prima e Nick Pacillo, portavoce di Twitter, non ha voluto commentare sul fatto che il nuovo strumento di fact checking recentemente introdotto per contrastare la diffusione di fake news possa essere nuovamente applicato al presidente Usa. Lo strumento usato da Twitter non è sbucato fuori dal nulla. Il social lavora da tempo a meccanismi del genere, addirittura dallo scorso giugno, mentre se ne parla da ancora prima, e proprio il caso di Trump è uno di quelli che aveva più di tutti provocato l’allarme, tra gli osservatori e i critici del social, su cosa è concesso scrivere in un tweet. La diffusione di fake news sui social è stata spesso giudicata particolarmente pericolosa durante l’epidemia di Coronavirus, e il problema dei bot che condividono contenuti fuorvianti o falsi grava da tempo sul social di Jack Dorsey.

Twitter ha reso effettivi questi nuovi meccanismi a marzo, nel pieno dell’emergenza Coronavirus (e con il propagarsi di fake news sull’epidemia) aggiornandoli a maggio e scrivendo che “sebbene i contenuti falsi o fuorvianti possano assumere molte forme diverse, intraprenderemo azioni basate su tre grandi categorie: informazioni fuorvianti, dichiarazioni o asserzioni che sono state confermate false o fuorvianti da esperti in materia, come le autorità di sanità pubblica; affermazioni contestate, dichiarazioni o asserzioni in cui l’accuratezza, la veridicità o la credibilità del reclamo sono contestate o sconosciute; affermazioni non verificate, informazioni (che potrebbero essere vere o false) non confermate al momento della condivisione.
Trump, che ha un seguito di 80 milioni di follower, con un tweet ha accusato il social media di “interferire nelle elezioni presidenziali 2020” ed ha a sua volta bollato come diffusori di fake news la Cnn e il Washington Post. Si tratta di due dei suoi bersagli preferiti e anche dei media verso i quali gli utenti venivano reindirizzati per verificare le sue affermazioni sul voto per posta.
.@Twitter is now interfering in the 2020 Presidential Election. They are saying my statement on Mail-In Ballots, which will lead to massive corruption and fraud, is incorrect, based on fact-checking by Fake News CNN and the Amazon Washington Post….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) May 26, 2020