Almeno due sono i lasciti del Covid-19 che porteremo con noi nella normalità 2.0: internet come servizio essenziale, tanto quanto l’energia elettrica, e lo smart working. E se è vero che il sistema delle connessioni ha retto durante il lockdown, ora si fa altrettanto chiaro che il ‘lavoro collaborativo’ diventerà sempre più una prassi, l’utilizzo di banda più sostenuto e la necessità di potenziare la stessa in uplink essenziale. Luca Spada, amministratore delegato di Eolo, operatore nazionale di banda larga wireless, ricorda che “quando è stato dichiarato il lockdown nazionale, lo scorso 8 marzo, il traffico in rete è aumentato di circa il 70%. In una notte. Pari all’incremento che normalmente viene registrato in un anno. Nessuno operatore nemmeno negli incubi peggiori si sarebbe mai potuto augurare qualcosa del genere. Eppure la rete ha retto, magari con qualche rallentamento, ma nulla di drammatico”.
E’ stato, fa notare, “il primo grande esperimento worldwide di stress della rete perché mai prima nel mondo, nei 26 anni che internet ha iniziato a essere una rete così diffusa, c’è stata un’impennata del traffico così repentina”.”L’abbiamo registrata noi il 9 marzo in Italia, ma quando sono entrati in gioco tutti gli altri lockdown, è successo lo stesso ovunque, in Francia, Germania, negli Stati Uniti: tutti hanno visto crescere il traffico di quasi il doppio”. E la rete ha retto grazie a due fenomeni: il primo è che la maggior parte degli operatori “avevano molta capacità residuale per gestire picchi di traffico”; in secondo luogo perché la rete internet è stata progettata sin dagli 70 “per essere molto resiliente. Tutti i nodi di accesso alla rete non sono mai collegati ad altri nodi con un solo cavo o un solo collegamento, ma con una moltitudine di collegamenti e questo fa sì che, se uno si rompe o va in saturazione, ci sono comunque più strade che collegano gli altri nodi. E’ praticamente impossibile che ci sia un blocco totale della rete, al limite qualche rallentamento, che poi quello che è successo”.
Eolo nasce nel Nord Italia ma opera oggi in tutto il Paese. Lo scorso dicembre ha chiuso un nuovo round di finanziamento di circa 160 milioni di euro per completare la rete anche al Sud. “In queste settimane di emergenza abbiamo fatto tante attività coerenti con la nostra mission, che è garantire un servizio di connettività a tutti i cittadini italiani” e superare il digital divide. Con ‘Missione Comuni’ da anni Eolo cerca di scongiurare lo spopolamento dei piccoli borghi in Italia: “ogni anno regaliamo milioni di euro a 100 comuni sotto i 5000 abitanti – ricorda il Ceo – che vengono votati dai cittadini come i più virtuosi o perché hanno un’idea di come utilizzare questi soldi da un punto di vista della digitalizzazione”. Con l’emergenza Covid-19 la società ha lanciato un piano per aiutare le scuole italiane. Eolo Progetto Scuola, nasce in risposta al Decreto Ministeriale n.187 per supportare il percorso di digitalizzazione e propone a scuole e studenti soluzioni studiate ad hoc. “Dal momento che la nostra rete è presente in maniera capillare anche nei piccoli comuni, dove oggi le scuole hanno una dotazione infrastrutturale di banda molto carente, a chi ce ne farà richiesta offriremo fino a 4 mesi di servizio gratuito per una connettività a banda ultralarga. Quello che probabilmente succederà è che da settembre se si faranno lezioni in classe con gli studenti collegati da casa, ci sarà bisogno nelle scuole di avere una connessione buona. Proviamo ad immaginare una scuola di secondo grado con 15 classi e altrettante sessioni di videoconferenza contemporanee: serve una capacità di banda importante. Vogliamo dunque dotare le scuole di una capacità coerente”.
Con l’emergenza, quello ci portiamo a casa come insegnamento, come lascito, è che “anche quando ci sarà un ritorno alla normalità 2.0, perché è evidente che non torneremo mai più a quello che si faceva prima, anche quando il virus sarà debellato, è che lo smart working sarà uno strumento da utilizzare ampiamente” suggerisce ancora Spada. “Siamo passati dal nulla al tutto in maniera estrema, ma una via di mezzo per il futuro la trovo assolutamente sensata per tantissime ragioni: meno traffico in giro, meno inquinamento, meno costi anche per l’azienda perché evidentemente è minore, ad esempio, l’impatto sul riscaldamento e sul raffrescamento degli ambienti. Non ci sarà più necessità di continuare a crescere in termini si spazi purché si riescono ad utilizzare in maniera più efficiente quelli dell’azienda”.
Con questa emergenza abbiamo anche capito che non solo abbiamo fame di banda, ma soprattutto di banda a disposizione in uplink. “Normalmente si tratta di un collegamento asimmetrico”, differente in entrata e uscita. Oggi “con il grande incremento di videochiamate, di telefonate via internet, di gioco in rete, di uso del cloud, la banda in uplink è diventata quasi più importante. Noi in Eolo – assicura Spada – stiamo andando in questa direzione nel senso che lavoreremo tanto sulla capacità delle nostre reti in uplink, con servizi di connettività che vanno a raddoppiare o triplicare queste prestazioni, anche grazie a interventi in rete, per far sì che siano di qualità”. Inoltre, abbiamo compreso che “una cosa veramente necessaria è un internet super potente che abbia anche uno spazio di backup sufficiente”. Il covid-19 a “sdogana internet come servizio universale ed essenziale, al pari dell’energia elettrica”. Intanto Eolo ha chiuso il 2019 con una crescita del 25% rispetto all’anno precedente dal punto di vista dei ricavi e ha quasi raddoppiato la bottom line: “abbiamo avuto una grande domanda dei nostri servizi nelle cosiddette aree bianche cioè quelle non servite da altri operatori” rivela Spada. Nei primi tre mesi del 2020 “come operatore che eroga un certo tipo di servizio non abbiamo registrato nessun tipo di contraccolpo o decremento dei ricavi, ma abbiamo avuto però un aumento importante dei costi, a causa dell’incremento di traffico”. Dal punto di vista delle vendite “è cresciuta la domanda sui canali diretti e si è completamente contratta quella dei negozi dal momento che sono chiusi”. Ma è anche accaduto che un’altra delle conseguenze del coronaviorus sia stato lo sviluppo degli acquisti online. In questi segmento l’incremento per Eolo è stato del 30% e ha compensato il fermo del fisico commerciale.