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Figli che cambiano strada, da Agnelli a De Benedetti

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Velasco25 Articolo

La società editrice di La Repubblica passa dai De Benedetti a Elkann. Nell’operazione che ha portato Exor a rilevare il controllo di Gedi si intrecciano due storie familiari che hanno un denominatore comune.

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Quando si parla di capitalismo familiare si finisce, inevitabilmente, a parlare di ricambio generazionale. Il passaggio di consegne avviene spesso con difficoltà, soprattutto quando si pensa alla staffetta, che potrebbe sembrare fisiologica, tra genitori e figli. Ci sono due fattori che pesano: da una parte, la scarsa capacità dei figli di affermare la loro leadership; dall’altra, la scarsa disponibilità dei genitori a farsi da parte. L’economia italiana è piena di esempi che confermano queste tendenze. E il quadro si complica inevitabilmente quando le ramificazioni della famiglia aumentano e la lotta per la successione al capofamiglia si allarga coinvolgendo fratelli e cugini. Spesso c’è anche un problema legato al talento. Non è detto che i figli, seppure ‘addestrati’ fin da piccoli sulla strada della successione, abbiano le caratteristiche giuste per raccogliere il testimone. L’elenco di aziende in cui i figli hanno sostanzialmente dilapidato l’eredità dei padri è lungo. Ma è affollato anche il parterre di genitori che non hanno la forza e la lungimiranza di lasciare lo spazio che serve per agevolare transizioni di potere efficaci. Soprattutto quando comportano evoluzioni che allontanano il mondo dei figli da quello dei padri.

C’è una partita in cui si intrecciano diversi di questi elementi e che segnala anche un altro sviluppo interessante: la determinazione di alcuni figli a cambiare strada. Il passaggio di Gedi a Exor mette insieme due importanti storie familiari, quella dei De Benedetti e quella degli Agnelli. Si tratta di un passaggio storico, al centro del gruppo che, insieme a Rcs, ha scritto e continua a scrivere la storia dell’editoria italiana. La decisione presa da Rodolfo, Marco e Edoardo De Benedetti è platealmente contrapposta alla volontà del padre, l’ingegner Carlo De Benedetti.

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