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Macron-Merkel-Juncker a Xi: aprite alle nostre imprese

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di Tullio Giannotti – Minivertice a 4 all’Eliseo, con l’Europa a costituire per la prima volta un fronte per arginare l’espansionismo economico cinese. Macron, Merkel e Juncker hanno chiesto a Xi Jinping equilibrio, reciprocità e rispetto per “l’unità dell’Ue”. L’inedito formato voluto da Emmanuel Macron per allentare la pressione sull’Europa, stretta fra gli interessi di Washington e Pechino, sembra destinato a far discutere anche perché i tre dirigenti europei hanno parlato a nome di un’Europa in gran parte non rappresentata ieri all’incontro dell’Eliseo.

“La nuova Via della Seta è un progetto molto importante – è stata la posizione di Angela Merkel – e noi europei vogliamo avere un ruolo”. Questo, ha sottolineato la cancelliera, “deve però portare anche a una reciprocità che adesso abbiamo difficoltà a trovare”. Le ha fatto eco Jean-Claude Juncker: “Vorrei che le imprese europee – ha detto il presidente della Commissione Ue che ospiterà a Bruxelles il 9 aprile il vertice Ue-Cina – trovassero lo stesso livello di apertura che le imprese cinesi trovano in Europa. Totale”. “Certo, ci sono dei punti di disaccordo – ha ammesso Xi, al suo ultimo giorno di visita in Francia – c’è competizione, ma è una competizione positiva. Stiamo andando avanti insieme, dobbiamo superare la diffidenza”.

Il discorso del presidente cinese è apparso tuttavia piuttosto teorico e le richieste di rassicurazione da parte europea sono rimaste per ora tali, senza risposte concrete né sulle importazioni cinesi né sulla Via della Seta. Xi ne ha preso atto: “gli attriti internazionali continuano a crescere e sono sempre più contrassegnati da duelli geopolitici”. “Multilateralismo” è stata la parola chiave sbandierata costantemente dai tre leader europei ma anche da Xi. Macron, Merkel e Juncker hanno invocato anche la “modernizzazione” del WTO, l’organizzazione mondiale del commercio. L’occasione è stata colta da Macron per coinvolgere Xi in una dichiarazione comune sul tema del clima, delicato con Pechino. Ne è nata una “promessa” di mantenere il “ruolo di impulso e mobilitazione” contro i mutamenti climatici applicando appieno l’accordo di Parigi e persino nella difesa della biodiversità. Una dichiarazione congiunta ha anche sancito un “accordo globale sugli investimenti” fra l’Unione europea e il gigante asiatico.

“I due Paesi – hanno sottoscritto Macron e Xi – sostengono la conclusione rapida di un ambizioso accordo globale sugli investimenti fra l’Ue e la Cina, che comprenda l’accesso al mercato e la protezione degli investimenti, in uno spirito di reciproco vantaggio”. A conclusione del viaggio di Xi si è segnalata a Parigi qualche tensione diplomatica per la concomitanza – nella giornata di oggi – del lancio a Parigi di due nuovi modelli di smartphone da parte di Huawei, proprio mentre l’Europa, dopo gli Usa, doveva pronunciarsi sul ruolo del gruppo cinese nell’avvento della tecnologia 5G (nessun bando, è stata alla fine la decisione della Commissione, lasciandosi però la porta aperta per farlo se necessario in base a criteri di sicurezza). Secondo fonti informate del quotidiano economico Les Echos, il Quai d’Orsay avrebbe fino all’ultimo “fatto pressione sul gigante cinese per rinviare la presentazione dei suoi P30”.

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