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Asvis: in manovra poco o niente sulla sostenibilità

Economia circolare, transizione ecologica dei sistemi produttivi, occupazione giovanile e femminile, lotta al cambiamento climatico e al degrado ambientale: di tutto questo, nell’ultima legge di bilancio italiana, c’è poco o niente. L’allarme lo lancia l’Asvis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, nel suo ultimo rapporto sulla manovra del governo gialloverde, che “avrebbe potuto fare molto di più per portare l’Italia su un percorso in linea con l’Agenda 2030, anche perché il ritardo accumulato dal nostro Paese è molto ampio”, ha detto il portavoce dell’ASviS, Enrico Giovannini, in occasione della presentazione del rapporto ‘La Legge di Bilancio 2019 e lo sviluppo sostenibile’.

L’Asvis ha infatti esaminato i singoli commi della manovra alla luce dei 169 target previsti dall’Agenda 2030 (il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu). Nella legge di bilancio 2019 “manca una visione integrata di quel cambiamento verso lo sviluppo sostenibile definito dall’Agenda 2030 e sostenuto da oltre l’80% degli italiani, soprattutto dai giovani e dai più informati”, si legge nel rapporto. L’assenza di interventi sistemici per l’economia circolare, la transizione ecologica dei sistemi produttivi, l’occupazione giovanile e femminile, così come i timidi provvedimenti nel campo della lotta al cambiamento climatico e al degrado ambientale, “appaiono preoccupanti”, continua lo studio.

Secondo Giovannini, d’ora in poi il Governo e il Parlamento devono definire “ogni singolo provvedimento in modo da realizzare il vero cambiamento che la stragrande maggioranza degli italiani e le oltre 200 organizzazioni aderenti all’ASviS vogliono: un’Italia pienamente sostenibile”. Più nel dettaglio, dallo studio dell’Asvis emerge che la manovra non ha considerato una trentina di target dell’Agenda 2030, riguardanti vari aspetti economici, sociali e ambientali. Ad esempio, dal punto di vista sociale ed economico, nell’ultima legge di bilancio non c’è nessuna norma che riguardi la partecipazione delle donne a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica, così come manca una norma sull’eliminazione del lavoro minorile, sulla protezione dei diritti del lavoro e sulla sicurezza di tutti i lavoratori, compresi i quelli migranti. Soprattutto, nella legge di bilancio non c’è nulla che riguardi lo sviluppo entro il 2020 di una strategia globale per l’occupazione giovanile. Dal punto di vista ambientale poi, fa notare Asvis, nella manovra 2019 non ci sono norme sull’uso sostenibile del suolo, sulla qualità dell’aria, sulla lotta alla desertificazione e sul ripristino dei terreni degradati, compresi quelli colpiti da siccità e inondazioni. Non c’è nulla nemmeno sull’aumento delle risorse finanziarie per conservare biodiversità ed ecosistemi.

Il rapporto viene puntellato da un sondaggio realizzato a gennaio 2019 dalla Fondazione Unipolis, secondo cui la stragrande maggioranza degli italiani (oltre l’80%) è favorevole alle politiche per lo sviluppo sostenibile. Il 63,6% degli intervistati si dichiara ‘favorevole’ e il 20,1% ‘molto favorevole’, solo il 7,9% è ‘contrario-molto contrario’, mentre l’8,5% ‘non sa-non risponde’. Secondo il sondaggio presentato dall’Asvis poi, è a favore di politiche per lo sviluppo sostenibile “il 91,6% dei giovani tra i 15 e i 24 anni (contro il 75,3% degli over 65), così il 90,5% di chi possiede un elevato titolo di studio”. Da questo quadro, “emerge la necessità di un deciso cambio di passo delle politiche, unitamente a una campagna di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica per riuscire a cogliere quei, sia pur lievi, segnali di miglioramento e rafforzare azioni in quelle aree in cui il Paese risulta ancora in difficoltà”, ha commentato Pierluigi Stefanini, presidente dell’ASviS e della fondazione Unipolis.

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