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10 startup che stanno cambiando il mondo della moda

L’innovazione nel settore della moda passa per un’integrazione sempre più ampia tra eCommerce e negozio fisico. Lo dimostrano gli ultimi investimenti privati e pubblici nel settore: lo scorso giugno la Regione Lombardia ha lanciato il bando “Storevolution” mettendo a disposizione 9,5 milioni di euro per l’innovazione di circa 100 mila imprese nel settore del commercio al dettaglio. I fondi sono riservati all’acquisto di attrezzature e software per la digitalizzazione del processo di vendita. I progetti si potranno presentare a partire dal 10 settembre 2018 e potranno riguardare l’intera filiera di vendita, con proposte per allargare il magazzino, per costruire un eCommerce, per rendere “smart” il negozio attraverso app e specchi hi-tech. In altre parole per favorire sotto ogni aspetto il cosiddetto “digital commerce”. Varie startup stanno lavorando proprio all’integrazione tra negozio fisico e commercio online, ma c’è un altro settore a cui il futuro della moda sta guardando: quello della sostenibilità della produzione, in una continua ricerca di nuovi materiali. Qualche esempio? Tessuti derivati dagli scarti alimentari, come le bucce di arance, il vino, il latte. Oppure fibre che riciclano la plastica in un connubio tra moda e nanotecnologie. Gli investimenti in startup del fashion, tuttavia, restano ancora bassi rispetto ad altri settori, ma non bisogna dimenticare che l’unica grande scaleup italiana, la prima a diventare un “unicorno”, cioè un’azienda tech con una valutazione di almeno un miliardo, è stata proprio nel settore della moda: si tratta di Yoox, fondata nel 2000 da Federico Marchetti (nel 2015 è diventata Ynap dopo la fusione con Net-a-Porter) e venduta lo scorso gennaio al gruppo Richemont per 5,4 miliardi di euro.

1. ELSE CORP

Else Corp sta per Exclusive luxury shopping experience: la startup è stata fondata a Milano nel 2014 da Andrey Golub con l’intento di rivoluzionare il mondo del fashion. Si rivolge alle aziende di moda offrendo tecnologie Cloud SAAS & API per la Customizzazione e Personalizzazione dei prodotti. L’azienda offre una piattaforma B2B per virtual retail in 3D: in altre parole, ciò che fa è scannerizzare il corpo del cliente per creare abiti ed accessori su misura. La startup parte dal concetto che il futuro della moda passi dalla trasformazione dei negozi fisici, che hanno sofferto per la crescita dell’eCommerce. La possibilità per il cliente è quella di avere un prodotto personalizzato, potendo apportare delle modifiche al design iniziale, modificando tacchi, decorazioni, colori; il negoziante, invece, può rendere il proprio negozio un’esperienza per il cliente, abbattendo anche i costi di magazzino. Dalla sua fondazione, la startup ha raccolto finanziamenti per oltre 2 milioni di euro, l’ultimo seed da 500 mila euro, all’inizio del 2018.

2. DRESS YOU CAN

Noleggiare un abito d’alta moda a un prezzo democratico? Ci pensa Dress You Can, la startup fondata a Milano nel 2015 da Caterina Maestro: un grande “armadio” dal quale poter scegliere l’abito o l’accessorio desiderato, e uno show-room milanese dove poter provare e usufruire del servizio di sartoria compreso nel prezzo del noleggio. La startup si rivolge in particolar modo al settore delle cerimonie: spesso capita di acquistare un abito per un evento importante, ma di indossarlo solo una volta e poi lasciarlo nell’armadio. Dress You Can permette alle proprie clienti di noleggiare un abito da sera – o un accessorio elegante, come un paio di costose scarpe firmate Manolo Blahnik – a un prezzo molto più contenuto rispetto a quanto avrebbero pagato acquistandolo. Nel costo del noleggio è compresa la lavanderia e servizio di sartoria, si può scegliere dove farsi recapitare l’abito, se a casa o in una location più vicina al luogo della cerimonia.

3. VELASCA

Velasca è la startup che produce scarpe da uomo artigianali realizzate nelle Marche e vendute in tutto il mondo attraverso il web. L’azienda è nata nel 2013 da un’idea di Jacopo Sebastio ed Enrico Casati e sembra aver trovato la formula giusta per portare l’unicità di un prodotto made in Italy sul web: la startup ha fatturato 3 milioni di euro lo scorso anno, e nel 2016 ha chiuso un round di 720 mila euro, portando la sua raccolta complessiva ad oltre un milione di finanziamenti. Dall’online al negozio fisico il passo è stato breve: Velasca ha aperto in questi anni tre negozi fisici monomarca a Roma, Milano e Torino e punta ad aprirne altri. I clienti che varcano la porta del negozio sono per la maggior parte persone che hanno conosciuto Velasca online: è in rete, infatti, che si concentra il business, con ordini che arrivano per un terzo dall’estero, e con un’offerta che lo scorso anno si è ampliata dalle scarpe ad altri prodotti di piccola pelletteria.

4. LANIERI

Portare la sartorialità e l’eccellenza italiana sul web è la missione di Lanieri, startup fondata da Simone Maggi e Riccardo Schiavotto per la produzione e la vendita di abiti da uomo su misura, seguendo una modalità di vendita omnichannel, cioè con atelier sul territorio in aggiunta allo store online. Nel 2016 un gruppo di lanifici biellesi ha creduto nell’idea dei due giovani ed ha investito 3 milioni di euro nella startup, che non ha deluso le aspettative: Lanieri ha avuto nel 2016 un aumento di fatturato del 200%, raggiungendo oltre 6 mila clienti in 50 Paesi. La startup permette di scegliere tessuto, colore, bottoni e fodere, oltre a vari modelli di colletti, tasche e polsini. L’abito su misura si può ordinare online oppure in atelier: ce ne sono 8, tra Italia, Francia, Svizzera e Belgio.

5. VEGEA

Vegea è stata fondata nel 2014 a Milano da Gianpiero Tessitore e Francesco Merlino, con l’intento di fondere la moda con l’industria degli scarti alimentari: la startup, infatti, ha realizzato un tessuto simile alla pelle recuperando gli scarti della produzione del vino, quindi riutilizzando la vinaccia, le bucce, i semi e i raspi dell’uva. Il Vegeatextile, cioè la pelle di vino, ha vinto nel 2017 il Global Change Award, il premio assegnato ogni anno a Stoccolma dalla Fondazione H&M per le innovazioni nel settore fashion. Quest’anno, la startup è stata inserita nel progetto dell’Unione Europea Horizon 2020 Sme Instrument fase II, ricevendo i fondi per proseguire la sua ricerca nel campo dei biomateriali.

6. MILANER

Fondata nel 2017 da Elisa Rossi, rientrata in Italia dopo un lungo periodo di lavoro negli Usa, tra Apple e la Silicon Valley, Milaner è un marketplace che offre al cliente un prodotto di lusso artigianale, estremamente selezionato, e su misura. La startup seleziona gli artigiani attraverso le case di moda più famose, da Gucci a Prada, e li mette in contatto direttamente con i clienti che vogliono comporre un guardaroba ricercato e personalizzato. La startup ha base negli Usa ma è tutta fondata sull’artigianalità e sulla manifattura italiana: un settore che è il fiore all’occhiello del nostro Paese e che Elisa Rossi ha voluto rendere accessibile col web anche a un pubblico americano e asiatico. Milaner (ex Rossi&Rei) vuole offrire un lusso lontano dai brand, che metta l’artigiano al primo piano: il cliente, infatti, acquista direttamente dal produttore.

7. ITALIAN ARTISAN

Nata nel 2015 da un’idea di David Clementoni, Italian Artisan è una piattaforma che mette in connessione i designer, cioè chi disegna e pensa le collezioni di moda, con gli artigiani che le producono. La startup, infatti, permette di collegare gli stilisti emergenti con gli esperti di manifattura italiana, ma non solo: si rivolge anche a tutti quei brand esteri che vogliono produrre in Italia, avvalendosi dell’esperienza e della mano dei grandi artigiani del nostro Paese. Anche gli artigiani che vogliono portare le proprie creazioni sul web possono usare la piattaforma, che lo scorso anno ha vinto la sezione dedicata alla moda degli Startup Europe Awards 2017.

8. DUEDILATTE

Duedilatte è la startup che trasforma la caseina, cioè un prodotto ricavato dal latte, in magliette e abiti: nata nel 2013 da un’idea di Antonella Bellina, la startup di Pisa produce abbigliamento per adulti e bambini utilizzando esclusivamente tessuti ricavati dagli scarti del latte, dalle proprietà traspiranti e dal tocco delicato sulla pelle. La startup produce tipologie di fibra con varie percentuali di latte, fino a quello 100% di latte, estremamente leggero ed idratante sulla pelle. Duedilatte ha vinto nel 2017 il premio di Gamma Forum per il prodotto più innovativo Qvc Next Award.

9. ORANGE FIBER

Orange Fiber è la startup siciliana fondata da Adriana Santonocito ed Enrica Arena che produce filati ricavati dagli scarti della produzione di succo di arancia. Orange Fiber, infatti, ha trovato il modo di riciclare le bucce ed altri scarti degli agrumi, che solitamente vengono buttati per tenere solo il succo, e trasformarli in un filato particolare dalle proprietà “vitaminiche”: sul tessuto, infatti, viene fissato un olio essenziale di agrumi che rilascerebbe sulla pelle vitamina A e C, con una garanzia di 20 lavaggi. Lo scorso anno la startup ha stretto una collaborazione con il brand Salvatore Ferragamo per la realizzazione di una collezione speciale in occasione del G7 di Taormina, e una parte della collezione è stata esposta a Londra al Victoria & Albert Museum nell’ambito di una mostra su moda e natura.

10. BOOKALOOK

Lanciata nel 2013 da Melissa Fernandez e Carolina Molossi, Bookalook è una piattaforma B2B che permette di gestire gli showroom e richiedere campioni di abiti o accessori da tutto il mondo. La startup mette in contatto professionisti della moda con i brand e le agenzia pubblicitarie interessati a collaborare con loro: su Bookalook ci sono tutte le figure che sono necessarie per realizzare un servizio fotografico per una campagna pubblicitaria o per il settore visual del marchio, quindi editor, influencer, stylist.

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