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Ue, proposto l’addio al cambio dell’ora

Addio al cambio dell’ora. La Commissione Ue presenterà “prossimamente” una proposta legislativa “per abolire il cambio d’ora due volte l’anno” da quella solare a quella legale, in modo che venga mantenuta la stessa ora tutto l’anno senza però dare indicazioni di scelta fra una o l’altra. “Spetta” però “agli stati membri decidere se restare all’ora solare o all’ora legale“, in quanto “la scelta del fuso orario resta una competenza nazionale”.

La precisazione è arrivata da un portavoce della Commissione Ue dopo le dichiarazioni del presidente Jean-Claude Juncker, che in realtà ha detto che sarà l’orario estivo quello definitivo, affermazione in parte smentita dalla Commissione. “C’è stato un sondaggio pubblico, hanno risposto in milioni e c’è la volontà che l’orario estivo sarà quello usato tutto l’anno in futuro. Quindi sarà così”, ha detto Juncker. In un’intervista alla tv tedesca ZDF, il presidente della Commissione Ue ha aggiunto che la misura dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo, il Consiglio europeo.

La decisione arriva dopo una partecipazione record a una consultazione pubblica sul tema con 4,6 milioni di risposte (il numero più alto mai ricevuto da una consultazione pubblica Ue). Di queste, l’84% sono favorevoli allo stop al cambio d’ora. La stragrande maggioranza delle risposte favorevoli (circa 3 milioni) arrivano dalla Germania. L’Italia è il Paese con il secondo tasso di partecipazione più basso, pari allo 0,04% rispetto alla sua popolazione, insieme alla Romania e seguita dalla Gran Bretagna (0,02%). La Germania è prima con il 3,79%, seguita da Austria, Lussemburgo, Finlandia ed Estonia. Grecia, Cipro, Malta e Italia sono i più contrari allo stop del cambio d’ora.

Il dibattito è stato acceso a Bruxelles dai Paesi del Nord e Baltici, che ritengono superate le ragioni quale il risparmio energetico e adducendo anche motivi di sanità pubblica come i costi dei disturbi del sonno provocati dal cambiamento orario. La direttiva Ue che armonizza il passaggio ora solare-legale è del 2000, ma nella maggior parte dei Paesi questo veniva applicato già prima ed è stato usato per la prima volta durante la Prima guerra mondiale.

Ma rinunciando al cambio dell’ora un Paese meridionale come l’Italia potrebbe essere penalizzato. Si perdono infatti anche centinaia di milioni di euro di risparmi. Il calcolo è di Terna, secondo cui per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti quest’anno c’è un minor consumo di energia elettrica pari a circa 562 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie, con un risparmio di 116 milioni di euro. Dal 2004 al 2017 invece il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale e’ stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 435 milioni di euro.

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